Capitolo sessantasette - Fine

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Kirishima's pov

Quella bellissima mattina di aprile mi alzai dal letto come avevo fatto tutti gli altri giorni. Mi stiracchiai, aprii la tenda della finestra e mi accecai dalla luce che entrò da là. Ma perché non si poteva chiedere al sole di illuminarsi dopo e otto del mattino? Così tutti ci saremmo potuti svegliare senza dover necessariamente temere per i nostri occhi. 

Andai al bagno, mi lavai denti e viso ed, in generale, feci tutto ciò che facevo ogni mattina da quando abitavo nella mia stanza al dormitorio dello U.A. Ciò che spezzò la mia classica routine, quel giorno, non fu tanto il casino che sentii provenire dalla stanza di Bakugou, Mineta che urlava in corridoio od il pianto disperato di una ragazza che credo fosse Uraraka, ma l'apparizione di un foglietto di carta davanti alla mia porta. 

Mi chinai, sorpreso, e presi quel pezzetto di carta fra le mani. Era un banalissimo foglio di quaderno a righe, piegato due volte a metà. 
–Mh?– mormorai, guardandolo. –Che è?
Inizialmente, prima di aprirlo e non riconoscere la grafia, pensai fosse da parte di Bakugou. Credetti fosse la tanto attesa verità che non si era ancora deciso a rivelarmi, ma una volta aperto capii subito che non fosse da parte sua. La grafia era molto più piccola ed ordinata della sua.

Iniziai a leggere. Non era lunghissima, ma era densissima di contenuto. Non mi ci volle molto a capire che fosse stata scritta da Izuku Midoriya; capii che gli appartenesse ben prima di giungere alla fine e leggere la sua firma.

"Liceo U.A, 07 Aprile, 2XXX

Caro Kirishima-kun,

Le lettere che ho scritto agli altri iniziavano con dei ringraziamenti, ma nel tuo caso ritengo più corretto partire con le mie più sincere scuse. Ti ho causato tanti problemi e mi dispiace. Tanto, davvero. Non era mia intenzione e spero, con questa lettera, di poter sistemare le cose.
Vedi, è arrivato per me il momento di rivelare a tutti un mio certo segreto. Ti ricordi quella storia assurda di cui Bakugou ti aveva parlato tempo fa?

Se non ricordo male, ti aveva detto che io sono nato senza quirk ma che poi, poco prima di entrare a scuola, me ne sono ritrovato magicamente uno che non ero in grado di gestire. Tu allora non gli credetti, ma è la pura verità. Ma non preoccuparti, non ti biasimo per non averci creduto. Non l'avrei preso sul serio nemmeno io, probabilmente.

Sta di fatto che di magico, nel mio quirk giunto a quattordici anni, non c'è assolutamente nulla. E' un potere che mi è stato donato da All Might... cioè, a dirla tutta ho ereditato il suo. Non ti spiego il processo perché fa abbastanza schifo, ma per farla breve e chiara diciamo che, dopo avermi allenato, mi ha fatto assimilare parte del suo DNA, passando così a me il suo potere e quelli di coloro che hanno posseduto lo stesso quirk prima di lui. Non credo di poter scendere nei dettagli, e comunque adesso non ho abbastanza tempo per approfondire la questione. Sono già le tre del mattino e ho ancora altre lettere da scrivere e prima delle cinque vorrei essere fuori da qui.

Il quirk di All Might, com'è facile immaginare, non è un quirk comune. Non ha niente di normale. I villain, specialmente All For One e Shigaraki lo vogliono, ed io non posso permettermi che esso finisca fra le loro mani. Immagina che casino potrebbero creare, se riuscissero a sottrarmi il potere di All Might. Loro verranno a cercarmi e, per quanto lo U.A. sia un posto sicuro, non posso permettermi di restare. Oltre al fatto che sono già entrati una, anzi, due volte e che quindi potrebbero introdursi nella scuola in qualunque momento, io non posso mettere in pericolo tutti gli studenti e soprattutto voi della classe, che mi siete sempre vicini sia fisicamente che a livello affettivo. Non voglio che vi facciano del male, ed in effetti se io continuassi a cambiare posizione per loro risulterebbe più difficile rintracciarmi.

Il coraggio che ci vuole per essere gentili‐ KiribakuWhere stories live. Discover now