Capitolo quarantacinque

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Kirishima's pov

Io e Bakugou ci scambiammo uno sguardo complice; lui mi sorrise, leggermente rosso e sudato, io scossi la testa, e sospirai divertito. Prima di passare da Amajiki avrei dovuto fare una doccia. 

–Buono il latte di mucco, eh?– scherzai, dandogli una gomitata. 
Dato che fino a poco tempo prima ci aveva effettivamente creduto, avvampò. –Sono un deficiente– si disse. 
–Nah– feci io, allegro, e gli strizzai una guancia tra due dita. Aveva le guance davvero troppo morbide, toccargliele era fantastico. Sembravano due squishy. Era troppo bello. (Nota di Nikita che non c'entra assolutamente niente: sì Ash, è una frecciatina per te <3). 

–Non mi strizzare la faccia– mi ordinò, scazzato come sempre.
Gli feci l'occhiolino. –Vuoi strizzato qualcos'altro?
Avvampò. –Strizzami la faccia– si arrese allora senza ulteriori questioni.
Io ridacchiai e mi concessi di giocare ancora un po' con le sue guanciotte morbide e gli lasciai anche qualche bacio, finché Katsuki non ne ebbe abbastanza e bloccò la mia mano. –Ora però finiscila e mangia qualcosa, dai.
Ero sul punto di fare una battutaccia.
Lui intuì cosa stessi per dire e mi interruppe. –Che non sia il mio cazzo, magari– mi riprese. –Non sopravviverei ai tuoi denti.
Sorrisi, e gli tirai un colpetto affettuoso sulla coscia. –Tranqui, tanto non c'è molto.
Katsuki arrossì ancora di più, poi passò alle minacce di morte. –Ti strozzo.
–Uh, nuovo kink?
–Piantala.
–Scusa– effettivamente la stavo tirando troppo per le lunghe.
–Ora nutriti che abbiamo già perso fin troppo tempo– mi disse, passandomi il vassoietto della colazione.

Annuii ed afferrai al volo una brioche confezionata fra le tante. Katsuki aveva ragione; tra un quarto d'ora sarebbe passato Natsuo ed io ero ancora nudo, a stomaco vuoto e avrei dovuto pure lavarmi e mettermi qualcosa addosso prima di passare le pene dell'inferno. Wow... si prospettava essere veramente una giornataccia. Però almeno era iniziata bene.
Feci pressione sulla mia brioche, facendo così esplodere la bustina.
–Sei un bambino– commentò, divertito e forse disturbato dal rumore della piccola esplosione.
Alzai le spalle. –Lo so– risposi, irriverente.

–Comunque, ti volevo chiedere una cosa prima che te ne vai– mi disse, interrompendomi proprio mentre stavo bevendo un succo di frutta. –Se non ti dà fastidio, ovvio.
–No, no, dimmi pure– disse con noncuranza, pensando fosse una piccola domanda di poco conto.
–Allora– mormorò. –Siccome, già lo sai, io sono un pochino geloso...
–Anche più di un pochino– confermai.
Bakugou sorrise. –...okay, un po' più di un pochino geloso, devi capire che a me l'idea di saperti tutto il giorno con Nagito...
–Natsuo– lo corressi.
–Va be', sì, con lui e Amane...
–Amajiki.
–Fammi parlare, Madonna mia– sbottò.
Feci cenno di okay con la mano, e poi mi passai un dito sulle labbra come a chiuderle con la cerniera. Credevo già di sapere dove volesse andare a parare, ma nel mentre che mi rivestito avrei ascoltato pazientemente il suo discorso.

–Allora, dato che sei e sarai tutto il giorno col fratello di Todoroki e il tuo senpai, e dato che siamo i protagonisti di una fanfiction scritta a passatempo solo perché qualcuno nel mondo reale ha bisogno di sparare cazzate, deci capire che a me 'sta cosa non è che piaccia tanto– disse, ragionevole. –Quindi, se hai cinque minuti liberi, magari puoi scrivermi e dirmi che è tutto apposto e non devo ammazzare nessuno?
Storsi un sopracciglio, la maglietta che ancora non mi copriva del tutto. –Mi sembri esagerato, Katsuki– dissi. –Non crederai mica che possa farti le corna non con Todoroki, ma con suo fratello?!
–No, ma va', Gojo sembra l'unico etero in tutta questa storia!– rispose.
–E allora?
Rimase un po' in silenzio.
–Katsuki?
Rimase ancora in silenzio.
–Hai paura di Amajiki?!
–Sasuke Uchiha è più gay di me, okay?!– scattò. –E poi se si ricorda di te e non del Tenten steroidato è una cosa strana, quindi stai attento!
Comprendevo il suo punto di vista, ma era completamente assurdo.

Sbattei le palpebre qualche volta. –Ma se anche Amajiki avesse una cotta per me, ti pare che ti tradirei?!– scattai, un po' ferito dalla sua mancanza di fiducia.
–Non è quello il punto, è che non sapere cosa potrebbe succede-..!
Lo interruppi prima ancora che finisse di parlare. –Tu è da un mese che passi ore ed ore insieme con Midoriya quasi ogni giorno– alzai un dito. Mi stavo un po' alterando. –E non mi hai mai detto quello che fate, e io non te l'ho chiesto, dato che mi fido di te. Tu non sei capace di fare lo stesso?!
–Va be', ma Deku è Deku– lo liquidò. –Quello è palesemente gay.
–Pure Midoriya è gay!
Alzò gli occhi al cielo. –Ma non è la stessa cosa! Deku è... è Deku, dai. Cosa vuoi che faccia?
Strinsi i denti. –Beh, questo me lo dovresti dire tu– obiettai. –Cosa andate a fare, tu e lui, ogni giorno tutti i giorni da soli?!
Lo vidi sbiancare, ed il suono si abbassò incredibilmente tanto. –Noi...
–Sì?– lo spronai.
Si morse un labbro, ed io realizzai: mi stava nascondendo qualcosa.
–Cosa fate, tu e quel broccolo, insieme?– ripetei, abbassando anche io il tono. Senza accorgermene, divenni più freddo, distaccato.
Non avevo mai visto Bakugou in difficoltà con le parole, nemmeno nelle peggiori delle sue litigate.
–Io e Deku facciamo... una cosa– mormorò senza enfasi.
Strinsi gli occhi. –"Una cosa" cosa?
Deglutì a vuoto. –Non... non te lo posso spiegare.
–Perché?
–L'ho promesso– sospirò.

Si passò una mano fra i capelli, nervoso. –È che... anche All Might mi ha chiesto di stare zitto... no, non te lo posso dire.
–Che c'entra All Might?
–Non te lo posso dire– ripeté.
–Tu e Midoriya... che cosa avete da nascondere?– gli chiesi, trattenendomi a stento dal tirargli un pugno e farlo parlare a forza. –Katsuki, ti rendi conto che tu e quell'altro gay sparite insieme per ore senza che  nessuno sappia che cosa fate o dove andate, e poi tornate insieme felici e contenti e stanchi come se aveste corso la maratona? Non ti sembra un comportamento strano?!
Abbassò il capo. –Lo so, ma...
–E ti rendi conto che qualunque persona normale penserebbe male, di fronte a una situazione simile, no?– insistetti. –E che io, anche se, sì, mi è sempre sembrato strano, ti ho dato fiducia e ti ho lasciato fare senza obiettare?
Si strofinò una mano sul viso. –Dove vuoi arrivare?
–Che cosa fai con Midoriya?! E Todoroki, quel poveraccio, avete preso in giro pure lui per tutto questo tempo?!
–No!– esclamò.
–Quindi è stato un caso che la nostra e la loro relazione sono comparse quasi insieme, quasi come per coprire la vostra?!
–No, Eiji, ti giuro che non hai capito un cazzo... non è così, davvero..!
–E allora com'è?!– quasi urlai.
–Non te lo posso dire– disse per la terza volta, arresosi alle evidenze.
Quella frase era diventata il suo nuovo mantra o cosa?!
–Non ti fidi di me– intuii allora, deluso dal suo comportamento.
–No, mi fido– scattò. –Ma non posso dirlo a nessuno. Ti giuro. Non è per me.

–Katsuki, se tu preferisci Deku a me me lo dovevi dire mesi fa– gli sputai le parole in faccia, una dopo l'altra. –Piuttosto che dirmi paroline dolci fino a ieri e... tu mi hai... tu..! Razza di stronzo!
Giusto quella mattina avevamo fatto sesso. Avevo fatto sesso con uno che non solo non mi voleva e forse non mi aveva mai davvero voluto, ma mi aveva preso in giro fino alla sera prima, come fossi solo una puttanella per passare il tempo. Ed in tutto questo non faceva altro che fissarmi immobile, senza reagire. Suppongo che facciano così, i bugiardi, quando vengono smascherati.
Presi la sua maglietta e gliela tirai in faccia, cercando di risvegliarlo dallo stato di pesce fuor d'acqua in cui era finito. –Vestiti e vattene dal tuo amichetto, su!– gli dissi, indicandogli la porta della stanza. –Evidentemente io non sono abbastanza per te!
Bakugou si riscosse. –Eiji... Eiji, no, non è come pensi..!
–Classica frase da figlio di troia– commentai. –E non chiamare mai più Eiji! Non sei mia mamma, okay? Vattene.
–Ma...
–Vattene.
–Eiji...
–Ti ho detto di smetterla, Bakugou!

In quel preciso istante, qualcuno bussò timidamente alla porta.

Il coraggio che ci vuole per essere gentili‐ KiribakuWhere stories live. Discover now