Capitolo sette

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Bakugou's pov

Kirishima-kun aveva addosso un'espressione strana, sorpresa. I suoi occhi erano spalancati, e le labbra contratte in un sorrisetto nervoso e la fronte corrucciata.
–Che c'è?– gli chiesi, storcendo appena il volto e rivolgendogli uno sguardo sospettoso. –Ti sembra strano che io possa piacere a qualcuno?
Lui sembrava avere il cervello in un altro mondo, ma rispose ugualmente. –No, per niente... sei affascinante, Bakubro.
–Infatti– convenni con non poca autoironia.
–Dico sul serio– fece lui con fin troppo ovvia sincerità. –Non sei il classico ragazzo buono e gentile, il che ti rende molto interessante. Almeno secondo me.

–Allora, sai chi è o chi potrebbe essere?– insistetti con forza; non avevo ascoltato le sue ultime parole, e non avevo nemmeno idea di di che cosa avesse parlato. –Coso... quello biondo mi ha detto che è un ragazzo della nostra classe, ma ce ne sono più di una dozzina...
–Tu davvero non riesci ad arrivarci?– chiese di rimando Kirishima, la voce di qualcuno che sta perdendo le speranze.
Scossi la testa. –Non sono molto forte in queste cose.
–Sì, l'avevo intuito...– mormorò. –Comunque... boh, deve essere qualcuno che ti è molto vicino– suggerì, forse un po' nervoso.
–Quindi non comparse come Shoji o Ojiro che mi conoscono pochissimo!– esclamai, capendo cosa il rosso intendesse dire. –Hai ragione, sai?!
Sorrise appena. –Già, di certo loro non c'entrano affatto.

–Quindi tu mi stai dicendo...– ripetei il concetto che avevo in mente per essere sicuro d'aver compreso appieno. –...che la persona a cui piaccio probabilmente mi conosce bene? Che siamo amici?
Kirishima doveva essere un ragazzo alquanto romantico, anche se sforzava di sembrare il più mascolino possibile. La sua risposta successiva, sia per le parole utilizzate sia per i toni sognanti lo fecero assomigliare ad un perfetto innamorato che parla della sua anima gemella.

–Non so se lo consideri un amico, ma suppongo che lui pensi di capirti almeno un pizzico meglio degli altri– spiegò con calma, una mano poggiata dietro la testa e le labbra contratte in un sorriso. –È qualcuno che deve aver avuto tempo e modo di comprendere che non sei solo un ragazzo che urla, ma che sei anche sensibile e molto forte. E di certo questa persona ti vuole molto bene, anche se lo insulti.
Annuii. Aveva perfettamente ragione.
–Okay, ho una mezza idea– annunciai, determinato a risolvere quella questione il prima possibile.
–Eh?
Mangiai il mio ultimo pezzo di pollo sicuro di me, poi annunciai con orgoglio: –Se è chi penso che sia, devo parlargli subito.

*****

–MERDEKU VIENI QUA O TI AMMAZZO MENTE DORMI– strillai all'uscita di scuola, individuando la testa del broccolo in mezzo alla folla.
Il suddetto ragazzino saltò in aria dallo spavento, si congedò dalla tizia castana che avevo combattuto al torneo e, scontrandosi con una massa di ragazzi che andavano nella direzione opposta alla sua, riuscì a tornare indietro e venir verso di me.
–Ka... Kacchan, dimmi– fece lui quando fummo sufficientemente vicini.
–Ti devo parlare molto urgentemente– gli dissi. –In privato.
Iniziò a tremare come una foglia (similitudine che non comprendo perché le foglie non soffrono il freddo) e sbatté le palpebre nervosamente, quasi come avesse un tic.
–Mi dev... devo preoccupare?– mormorò, spaventato. –Ho fatto qualcosa di male?
–Dipende– risposi, poi lo presi per la camicia e lo trascinai fuori dal cancello di scuola e poi fino ad un canale dove scorreva lentamente dell'acqua piena di foglie secche e qualche carpa koi.
Il posto era incantevole, molto più adatto ad un appunto con qualcuno che a parlare con Merdeku. Perfino il sole splendeva e gli uccellini sugli alberi intorno cinguettavano.
Abbandonammo gli zaini sul prato e ci sedemmo sul bordo del canale; le suole delle mie scarpe quasi riuscivano a sfiorare l'acqua.

–Io... ho scoperto il tuo segreto– esordii con relativa cautela.
Deku, comprensibilmente, si sentì male e quasi cadde in acqua. Dovetti afferrarlo per il colletto e tirarlo indietro, mentre lui sembrava quasi in stato di morte cerebrale.
–Sì, capisco che forse non te lo dovevo dire così, ma... insomma, era inevitabile che lo capissi– andai avanti. –D'altronde ci conosciamo da una vita. Non puoi nascondermi una cosa del genere.
Deku era quasi sul punto di mettersi a piangere. –Tu... come l'hai scoperto?!
–Oh, all'inizio quello elettrico mi ha fatto notare che stava succedendo qualcosa, e poi ne ho parlato con Kirishima e mi si sono aperti gli occhi– risposi, lo sguardo rivolto ad una fogliolina secca che stava percorrendo le acque del canale.

–Tu... Kaminari... Kirishima... oh Dio, All Might mi ammazzerà!– esclamò lui con le mani tra i capelli.
Mi voltai verso di lui, confuso. –Cazzo c'entra All Might?
–...in che senso?– chiese, altrettanto stralunato. –Di che stai parlando..?
–Della tua cotta per me..?
Gli occhi di Merdeku uscirono fuori dalle rispettive orbite. –DELLA MIA CHE?!
–ASPETTA, NON SEI TU?!
–COSA?
–COSA COSA?
–Aspetta mi sto confondendo? alzò una mano per bloccarmi. –Cosa vuol dire "la mia cotta per te"?
–Non hai una cotta per me?!– esclamai, stupito.
–Hai passato gli ultimi dieci anni a picchiarmi e maltrattarmi e insultarmi...– obiettò. –Come faccio ad avere una cotta per te?!
Rimasi in silenzio. Cazzo, aveva ragione.

–Kacchan, che storia è questa?– chiese timidamente dopo un po' che non gli rispondevo più.
–No, allora... è che Kaminari mi ha detto che in classe c'è un ragazzo a cui piaccio– spiegai, arrossendo dell'imbarazzo. –E Kirishima diceva che deve essere qualcuno che mi conosce bene.
–Quindi hai pensato a me– comprese il ragazzo dai capelli verdi.
–Già– confermai. –Quindi non sei tu?
Scosse la testa. –Non sono masochista.
–Uffa– buttai la testa all'indietro, deluso. Stavo perdendo le speranze di capire chi fosse questo mio ammiratore segreto.
–Ti dispiace?
–No, ti avrei rifiutato– sbottai. –Però non riesco a capire chi è! È frustrante, capisci?!
Alzò le sopracciglia. –Sì, posso immaginare... hai altre idee oltre me?
–No.
–Se vuoi chiedo in giro e ti faccio sapere– si propose con un sorriso forzato ma gentile.
–Mh... non lo so– risposi, dubbioso. –Se ti va okay.
–Ma perché lo vuoi sapere?– chiese lui.
–Perché se ne vale la pena gli chiedo di uscire almeno una volta, no?!– esclamai. –Voglio dire, in classe sono tutti cretini ma un paio di ragazzi non sono affatto male!
Lui spalancò gli occhi ma non disse nulla.
–Per esempio– insistetti, senza nemmeno essermi reso conto di essermi messo a fangirlare con Deku. –Se il bastardo a metà avesse una cotta per te, non gli chiederesti di uscire?! È apatico come una roccia, ma cazzo, bro! È un bonazzo!
–Dici Todoroki?– domandò lui, le guance un po' rosse.
Annuii con ovvietà.
–Minchia se è bono– convenne, gli occhi sognanti.
Lo guardai a metà tra lo sconvolto e il divertito. –Da quando dici le parolacce, tu?!

Il coraggio che ci vuole per essere gentili‐ KiribakuWhere stories live. Discover now