Capitolo quarantuno

260 36 5
                                    

Kirishima's pov

Nel bel mezzo della notte, venni svegliato dal rumore di passi veloci, tante persone che parlavano e porte aperte. Sbattei gli occhi un paio di volte, non capendo cosa stesse succedendo, e mi rigirai tra le coperte.
–Katsuki..?– chiamai il nome del mio ragazzo, credendo che guardando verso il suo letto avrei trovato il mio ragazzo intento a lamentarsi del rumore, ma non lo trovai.
Il suo letto, illuminato solo da qualche raggio lunare, era vuoto. Non c'erano nemmeno le sue pantofole.
–Ma che cazz..?– mormorai, leggermente preoccupato. Mi alzai dal letto, misi un paio di calzini ed uscii dalla stanza, intenzionato a capire cosa stesse accadendo.

Appena misi piede nel corridoio, notai una massa di persone fuori dalla stanza di Amajiki. C'erano un paio di infermieri, il dottore con la proboscide e Natsuo, il tirocinante amico di Bakugou.
Il ragazzo dai capelli bianchi era impegnato al telefono con qualcuno, quindi presi quel dottore con la proboscide per un braccio e gli chiesi cosa stesse accadendo.
–Il paziente in questa stanza si è svegliato– disse quell'uomo. –Non preoccuparti, dobbiamo fargli un po' di controlli.
–Ma sta bene?– chiesi, risultando forse un po' petulante.
–Se mi lasci visitarlo te lo farò sapere, ragazzino– sbottò, facendomi intendere che mi dovevo levare da in mezzo ai piedi. –Dammi dieci minuti.
–Ma io non voglio aspettare due ore!– protestai. –Posso almeno passare a salutarlo prima?!
–Ma se ti ho detto dieci minuti! Aspetta!
–Con lei dieci minuti non passano mai, dottore!– gli feci notare, e finimmo col litigare.

Nel frattempo, tutti quanti gli infermieri entravano ed uscivano dalla stanza con... beh, non so esattamente cosa fossero -nel senso che non ne ho davvero la più pallida idea e ho anche paura di scoprirlo-, ma se ne andavano in giro con delle cose dall'aria molto medica in mano. E Natsuo stava sclerando al telefono con quella che, a giudicare dalla conversazione, doveva essere la mamma di Amajiki. Parlava solo il ragazzo, il che mi fece intendere che il mio amico avesse preso tutto da sua madre.

Litigando litigando, senza far capire al dottore cosa stesse succedendo, riuscii ad introdurmi nemmeno troppo furtivamente nella stanza di Amajiki. Non so spiegare bene il come, ma praticamente il medico era così preso dalla nostra discussione che, appena iniziai a camminare verso la porta, questi mi seguì quasi in automatico. Quando il dottore si accorse del cambio di location era ormai troppo tardi per fermarmi; provò a riafferrarmi con la proboscide, ma io ero già di fianco al letto del senpai a chiacchierare con lui.
–Oh, e va bene, parlagli!– sbottò l'adulto, arresosi alla mia insistenza. –Ma fai presto.
Io gli feci segno di okay con il pollice e, tutto contento, scambiai qualche parola con il senpai.
Ad un primo sguardo, non era granché in forma.

Il ragazzo si guardava intorno spaesato, le orecchie abbassate e gli occhi che sembravano aver ingrandito le proprie pupille del trecento per cento. Era come un gattino spaventato.
–Ehilà senpai, finalmente ti sei svegliato!– esclamai cin un sorriso. –Buon giorno, anche se sono le non-so-quanto-tardi di notte! Come ti senti? Ti fa male qualcosa?
Continuò a guardarsi intorno spaventato e, ad occhio e croce, un tantinello disorientato.
–Senpai?– chiesi, sperando di poter esortarlo a parlare almeno un minimo. Mi resi conto che qualche cosa non andasse affatto in lui, in quel momento.
Amajiki sbatté gli occhi, arrossì appena appena e si tirò su a sedere, portando le gambe vicine al petto. –Tu...– mormorò. –Tu...
–Sono Kirishima Eijiro– risposi. –Che c'è, non mi vedi bene? Non mi riconosci con i capelli all'ingiù?
–No, no... lo so chi sei– sussurrò a voce così bassa che lo sentii a mala pena. –Piuttosto... io? chi sono io?
–Eh?
–Ecco...– arrossì ancora, stringendosi alle ginocchia. –Non mi ricordo molto.
–Oh... senpai, aspetta un attimo– dissi, alzandomi piano ma con una certa urgenza. –Torno subito, okay?
Lui si morse le labbra ed annuì. –Ti aspetto.
Gli sorrisi cercando di mostrarmi rassicurante, poi mi fiondai direttamente nel corridoio dove il dottore con la proboscide attendeva il mio ritorno.

–Avete finito?– chiese, già stanco di aspettarmi.
–Eh eh– feci io, nervoso, grattandomi la testa. –Mi sa che ha perso la memoria.
–...– il medico sbatté le palpebre un paio di volte. –Questo potrebbe essere un problema.
–Già...– convenni. –Che facciamo?
–Allora, tu ti levi da in mezzo ai piedi e lasci lavorare i laureati– mi disse, spingendomi nemmeno così gentilmente verso la mia stanza d'ospedale.
–Natsuo non è laureato!– protestai. –Non ancora!
–Tornatene a dormire, Kirishima-kun!– mi ordinò quindi lui, esasperato.
–Ma non posso, ho detto ad Amajiki che sarei tornato da lui! Poi ci resta male!– esclamai, e fermai la spinta del dottore con fin troppa facilità. Era facile respingerlo quando io ero io e lui era un mingherlino.
–Ma perché devi sempre fare danni?!– si lagnò, liberandomi dalla sua leggera presa.
–Perché praticamente mi sono svegliato e ho visto che Katsuki non era a letto e quindi sono uscito a cercarlo ma invece di incontrare lui mi sono imbattuto in lei e tutta la sua squad-...
–Senti, non mi interessa– mi interruppe, e mi fece cenno di seguirlo. –Se proprio non te ne vuoi andare, almeno renditi utile. Vieni a fare compagnia a quel ragazzo, mentre lo controlliamo.
Gli occhi mi brillarono di gioia. –Okay!– esclamai, felice di poter mantenere la mia promessa.

Giusto un attimo prima di rimettere piede in quella stanza e fare qualunque cosa in mio potere per migliorare la situazione del senpai, vidi, nella confusione, una testa da porcospino bionda strisciare fuori dalla camera accanto.
Non avevo dubbi sul fatto che fossero i capelli di Katsuki, ma il fatto che lui e la sua chioma fossero andati a trovare Midoriya e Todoroki in piena notte mi fece storcere il naso. Dopo che li aveva picchiati, poi, che caspita ci era andato a fare, da loro, alle chissà-quanto-presto del mattino?

________________________________________

Approfitto di questo spazio per farvi sapere che da agosto penso mi prendo una pausa vacanza, ma non fidatevi troppo perché passerò metà del mio tempo a scrivere e potrei pubblicare.
Detto ciò, tranquilli che la shinkami uscirà regolarmente (e se non esce preoccupatevi perché come minimo vuoi dire che sarò schiattatx)

Il coraggio che ci vuole per essere gentili‐ KiribakuWhere stories live. Discover now