Capitolo venti

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Bakugou's pov

Quella sera non riuscii a prendere subito sonno, quindi accesi una piccola lampadina ed afferrai il nuovo volume dello shoujo che aveva predetto il mio futuro. Era stupido da pensare, ma magari il seguito avrebbe saputo dirmi come mi sarei dovuto comportare. D'altronde, io e quella ritardata della protagonista sembravamo essere piuttosto simili.
A differenza mia, la cretina non aveva baciato il co-protagonista; l'aveva invece respinto e cacciato fuori di casa, per poi correre a letto lagnandosi al telefono con la sua migliore amica di quanto la sua vita fosse difficile e merdosa. Mi astenni dal farle notare che la sua amica avesse problemi di gran lunga peggiori dei suoi, tra il padre che l'aveva abbandonata, i problemi economici, ed il dover sopportare il suo pianto isterico ogni cazzo di lunedì sera.

–Che schifo la vita– mi lamentai, richiudendo il manga dopo appena un capitolo. Se nemmeno lo shoujo poteva aiutarmi, allora forse non avevo speranze di risolvere il mio problema alla svelta.
Sospirai, a dir poco sconfortato. Stava andando tutto male, ed io, a differenza della ritardata, non avevo nessuno a cui telefonare in piena notte per chiedere supporto morale.
In quel preciso istante, il mio cellulare ricevette una notifica ed emise un fastidioso "ding". Alzai gli occhi al cielo, presi l'aggeggio elettronico e lo accesi. Era Merdeku che chiedeva se avesse dimenticato la sua felpa di All Might a casa mia.
Da qualche parte nel mio cervello, qualcosa fece "ding" proprio come il cellulare. Telefonai a Deku.

–Pronto, Kacchan?– domandò lui, sorpreso. Non potevo vederlo, l'avrei scommesso una mano che in quel preciso istante stava sbattendo le palpebre come se gli bruciassero gli occhi.
Non ero solito chiamarlo in nessuna situazione, specialmente di notte. –Deku?– risposi, un po' titubante. –Ti posso parlare?
–Hai fatto esplodere la felpa?– chiese, la voce tremante. –Anche se era di All Might..?
–Non so nemmeno com'è fatta, 'sta cazzo di felpa– sbottai, sperando che non stesse per mettersi a piangere come suo solito. –Non lo so se è qua a casa. Se domani la trovo te la riporto.
–Oh, grazie– mormorò, sollevato. –Allora, dimmi pure! Cosa posso fare per te?
–Niente– dissi con semplicità. –Devo parlare con qualcuno. Sii onesto, okay?
Passò un attimo di silenzio prima che mi rispondesse. –D'accordo!– esclamò in fine. –Dimmi.

–Allora... come ti ho detto a cena, io e Kirishima ora stiamo insieme– introdussi il discorso, prendendo più che altro tempo per pensare a come formulare le varie frasi successive. –Però, beh... ne ho parlato anche con mio padre, ma non è che sia molto convinto della sua risposta...
–Ha preso male la notizia?– chiese lui, dall'altro lato del ricevitore.
–No, non credo– risposi. –Non è per questo. Fammi parlare, okay?
–Scusa– mormorò, per poi stare zitto e lasciare a me le redini del discorso.
–Vedi, Kirishima è un bravissimo ragazzo– spiegai, andando pian piano ad affrontare il tema centrale di tutta quella storia. –È gentile, disponibile, sempre allegro... ce l'hai presente, non te lo devo spiegare. Io invece...
Lasciai la frase un po' a metà, lasciando che si completasse da sola.
–Tu sei tu– intuì il ragazzo dai capelli verdi, centrando appieno la questione.
–Io sono io– confermai, il tono piuttosto sconsolato. –Non c'entro niente con lui. Sono un bastardo.
–Su questo, mi dispiace dirlo, ma non ho niente da poter ribattere– confessò Deku. –Sei stronzo, Kacchan, non posso dire il contrario.
–Lo so– sospirai, ripensando a tutte le volte in cui avevo trattato male quel ragazzo dai capelli rossi. –Non ho niente di buono, Deku... Che ci trova lui in me?

–Sei molto carino, quando non hai il viso contorto delle tue espressioni rabbiose– rispose lui dopo qualche secondo di silenzio. –Magari, qualche volta, il tuo bel faccino rilassato ha conquistato Kirishima-kun!
–Quindi sta con me per il mio corpo?– realizzai, a metà tra il triste ed il ferito. –Tutto qua? Niente di più?
–Non intendo questo– si difese Midoriya. –Kirishima-kun non è così superficiale. Probabilmente in te ha visto qualche cosa di speciale.
–Ovvero?
Midoriya sospirò. –Non lo so... emh... perché non lo chiedi a lui?
Se fosse stato qui gli avrei lanciato un'occhiataccia. –Non posso, cretino!
–In effetti– convenne. –Beh, ora che ci penso, sei molto protettivo. Magari gli piace il tuo modo un po'... lui penso direbbe virile di prenderti cura di lui. Ti sei fatto rapire dai villain per salvarlo, no? È normale che ora...
–Quindi a lui non piaccio io ma quello ho fatto per lui– compresi, bloccandolo a metà, ancor più sconsolato di prima.
–Kacchan, io ci sto provando ma tu così peggiori la situazione...– mormorò il broccolo. –Kirishima di certo tiene a te, e se si è innamorato non c'è necessariamente una ragione logica. Se gli piaci, gli piaci.
–I tuoi consigli fanno schifo– sospirai.
–Lo so, scusami– rispose lui, evidentemente afflitto. –Mi dispiace.

Per l'ennesima volta, cadde il silenzio per almeno uno o due lunghi minuti.
Deku sembrava essere sul punto di salutarmi e staccare la telefonata, ma presi la parola con titubanza e lo trattenni.
–Cosa devo fare?– gli domandai a bassa voce, vergognandomi per star chiedendo consiglio a qualcuno. –Per Kirishima, dico. Per farlo stare bene.
–Credo che dovresti solo essere te stesso– mi disse, dopo averci pensato un po'. –Magari un po' più gentile e rilassato, ma non così tanto da diventare una persona che non sei.
Aprii la bocca per ribattere, ma dalle mia labbra non uscì nemmeno una parola. Mi limitai a salutarlo e più o meno ringraziarlo, per poi chiudere quella telefonata.
In quello stesso istante, Kirishima mi mandò un messaggio con su scritto:
"Spero di non sembrare troppo sdolcinato, ma buonanotte🧡"

Dio, era così carino! Avrei avuto voglia di spupazzargli quelle guanciotte morbide che si ritrovava, se ce l'avessi avuto davanti, ma non essendo ciò possibile mi limitai a ricambiare il saluto e infilare di nuovo la testa sotto le coperte.
Era così buono, quel ragazzo... avevo paura di poterlo ferire anche solo sfiorandolo con la punta di un dito.

Deku diceva di essere più gentile ma io, semplicemente, non ne avevo il coraggio.



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Spazio me

Mi sono dimenticata di pubblicare yeeeeee
Va be' capita
A parte ciò, che facciamo per lo speciale 1k? Avete idee?

Il coraggio che ci vuole per essere gentili‐ KiribakuWhere stories live. Discover now