Capitolo ventisei

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Bakugou's pov

Quel famosissimo shoujo di cui tanto vi parlo era ormai giunto a metà della storia -la mia invece sarebbe proseguita per molto tempo ancora, sebbene io non sappia come-.
La protagonista ritardata si era finalmente messa insieme al coprotagonista ed anche la sua amichetta dalla famiglia disagiata si era fidanzata. Tuttavia, il tizio aveva la brutta abitudine di essere un coglione, e quindi aveva fatto dei complimenti all'amica.
Naturalmente, essendo che mancava ancora mezza storia, non poteva mai essere che quei due avessero un po' di pace. Non potete immaginare che guerre v'erano state fra quelle due cretine; erano arrivate persino a tirarsi i capelli come le bambine delle elementari.

Ora, il povero coprotagonista coglione ce la stava mettendo tutta per far capire a quella scema che tutto ciò non avesse il minimo significato e che probabilmente era un arco narrativo filler fatto solo per allungare il brodo, ma a lei questo in testa ci non voleva proprio entrare.
Ma guardate voi 'sta deficiente..!
Basta, il mio cervello non ce la faceva più. Mi serviva un pausa.

Presi un biglietto da visita a caso tra i tanti che conservavo e lo misi nel manga a mo' di segnalibro. Avevo bisogno di cambiare aria, o stando appresso a quella là a lungo andare sarei diventato scemo anch'io.
Sempre che io già non lo sia, si intende. E così, mi diressi verso la porta di quello che non ero ancora sicuro se fosse il mio miglior amico o peggior nemico.
In entrambi casi, si trattava di Merdeku.

Andare a bussare alla porta di Midoriya e fargli perdere tempo ascoltando i miei problemi amorosi stava diventando praticamente un'abitudine di cui onestamente non andavo molto fiero. Ormai lo facevo così spesso che lui stesso si aspettava di vedermi arrivare e non chiudeva più la porta a chiave, tranne quando era con Todoapatico. Forse avrei dovuto smetterla... ultimamente contavo troppo sul broccoletto di merda per gestire la mia relazione.
Penso che lui si divertisse anche ad ascoltarmi, all'inizio, ma ormai starà perdendo le speranze pure lui come me con quello shoujo. Ma nonostante ciò, proprio come io continuo e continuerò a comprarlo, anche lui continuerà ad ascoltarmi.

–Adesso tu mi devi spiegare perché il mio ragazzo preferisce il tuo ragazzo a me– esordii, entrando senza preavviso, mettendo particolare enfasi sulle parole che l'autrice ha gentilmente riportato in corsivo o che ha sottolineato. (Consiglio di leggere con un tono diverso tutte le varie parole per rendere più realistico il senso) –Che cazzo, dai!
L'avevo interrotto mentre studiava fisica. Deku sospirò, chiuse il libro e mi invitò ad accomodarmi sul suo letto.

Mi sedetti a gambe incrociate sul suo bellissimo copriletto di All Might e considerai anche se non fosse il caso di rubarglielo non appena l'avesse lavato e steso ad asciugare, ma ero troppo preso da Kirishima per poterci pensare abbastanza.
Deku prese posto proprio di fronte a me, la faccia di uno che ci aveva rinunciato già in partenza.
–Perchè pensi questa cosa, Kacchan?– mi domandò, più o meno rassegnato al suo destino di consulente amoroso.
–Ma come perché?!– sbottai. –Ieri a cena ci stavamo ammazzando e ora te lo sei scordato?!
–Ah, per quello– comprese. –Boh, ma ha ragione.
Spalancai gli occhi. –Come scusa?
–Il mio ragazzo è un gran figo, Kacchan– spiegò con tono ovvio. –È normale che altri lo guardino, suppongo.
–Figo per quanto può essere, il bastardo a metà non si deve fare guardare da Eijiro!– lo attaccai; pian piano, sentivo che mi stavo scaldando.
–Ma mica è colpa di Shouto, se Kirishima gli dice qualcosa...

Mentre parlava, smisi di ascoltarlo. Avevo appena realizzato il problema in tutta quella situazione, e onestamente avrei preferito non comprenderlo. Non poteva essere...
La nostra non era una relazione seria, anche se io ero straconvinto che lo fosse. Ma a ben pensarci, se Kirihima aveva occhi per altri, forse a me non teneva poi molto. Forse, in fondo, non contavo davvero più di tanto...
Se fossi stato solo, per la prima volta dopo tanto tempo, avrei preso a pugni il cuscino oppure sarei scoppiato a piangere in silenzio.
–Kirishima mi ha detto che quello che ha detto non vale niente– confessai a Deku.
–E quindi perché ti preoccupi?– domandò, confuso.
–Siamo sicuri che fosse serio?– ribattei, pronunciando ad alta voce il mio dubbio. –O lo diceva tanto per dire? Tipo, per farmelo credere e basta?

Deku chiuse gli occhi per un paio di secondi, contando sottovoce. –Giuro che se non mi facessi esplodere ti prenderei a pugni.
–Ma...– replicai, sconvolto. –Perché?!
–MA PERCHÉ SEI DEFICENTE– sbottò il ragazzo dai capelli verdi, cambiando umore in modo così repentino che mi sembrò di parlare con  me stesso. –Credi davvero che Kirishima-kun avrebbe rischiato di farsi ammazzare dai villain, se non tenesse a te?! DUE VOLTE?!
Beh, non volevo dirlo ad alta voce ma Merdeku non aveva poi così tanto torto. –Okay, vero– convenni semplicemente. –Ma se fosse cambiato qualcosa? Se ha cambiato idea nell'ultimo tempo, dopo che ha realizzato quanto sono irascibile?
–In realtà stai smettendo di essere sempre incazzato, Kacchan...
–E allora può essere che gli piacevo di più prima?– realizzai. –Ora sono diverso? Dici che gli piaccio di meno? Dovrei ricominciare a picchiarti?
Il mio compagno di classe sembrava aver l'aria di volersi buttare dalla finestra. 
–Davvero pensi che abbia cambiato idea?– obiettò. –Sul serio?
–...forse?– tentai, spaventato dalle mie stesse ipotesi. –Oh Dio, no... non ci voglio credere...
Deku schiaffeggiò la fronte. Era decisamente disperato.

In quel momento, qualcuno bussò alla porta.
–Chi è?– fece il ragazzo, il tono un po' stanco.
–Sono Kirishima– rispose la voce di Kirishima. –Deku-kun, ti posso fare una o due domande o hai da fare?
Io e il ragazzino dai capelli verdi ci scambiammo un'occhiata terrorizzata. I suoi occhi, già tondi di base, erano diventati due palle di Natale. Io non volevo immaginare che espressione avessi in faccia.
–Emh... sì..?– disse Deku, incerto, ed io lo fulminai con lo sguardo.

–Ma che?! No no no no no!– dissi sottovoce a Deku, non volendo trovarmi faccia a faccia con il ragazzo prima ancora di aver realizzato cosa stesse accadendo.
–Ma come no?– mormorò lui, preso dal panico.
–No vuol dire no!– insistetti, gesticolando come se fossi impazzito di colpo.
Kirishima bussò ancora una volta, come a chiedere se potesse entrate.
–...dammi un secondo che mi sto cambiando!– disse Midoriya, imoanicato più di me. –Mi metto un paio di pantaloni e ti faccio entrare.
–Ma che cazzo dici?!– gli risposi, sperando di non farmi sentire da Kirishima fuori. –No!
–Allora intanto ti calmi che mi sta salendo l'ansia– mi riprese, invitandomi ad alzarmi dal suo letto. –Nasconditi.
–What?!
–Vai nell'armadio!– esclamò sottovoce e con urgenza, spalancando le ante.
–Non ci vado nell'armadio!– sbottai, gli occhi di fuori per l'assurdità di quella proposta. –Cazzo sono?! Il tuo amante?!
–Vai. Nel. Cazzo. Di. Armadio.– pronunciò ogni parola come fosse una minaccia.
Immaginate l'espressione più sconvolta che potete; ecco, quella che avevo dipinta in volto io non si avvicinava minimamente a ciò a cui state pensando. –Ma sei impazzito?! Vacci tu, nel tuo armadio!

Durante quello scambio, la voce di Kirishima ci interruppe.
–Deku-kun, tranquillo, non ti proccupare– disse infatti il ragazzo, e batté anche un colpetto sulla porta per attirare l'attenzione. –Dimmi solo se hai visto Bakugou, per favore– chiese. –Non riesco a trovarlo da nessuna parte.
–Ah, emh...– Deku mormorò cose a caso, guardando nella mia direzione in cerca di una risposta.
Io scossi la testa così velocemente che iniziò a girarmi.
–No, da dopo pranzo non penso– rispose il verdino.
–E sai dove potrebbe essere?– insistette Kirishima. Sembrava quasi scoraggiato.
–L'ho deluso di nuovo, eh?– sospirai, rassegnato anche io. Ecco, lo sapevo che non potevamo andare avanti molto a lungo... l'avevo detto, io!
Era la fine, lo sentivo.
–Forse a fare jogging al parco... a pranzo aveva accennato a qualcosa di simile– rispose Deku, notando il mio improvviso cambio di umore. –Controlla lì, magari.
–Perfetto, grazie mille– disse. –Ah, e Todoroki-kun, scusa se vi ho interrotti. Non volevo, mi dispiace. Ma grazie per il suggerimento!
E se ne andò.

Io e Merdeku ci guardammo di nuovo negli occhi, un po' sollevati e un po' spaventati dalla possibilità di essere scoperti in futuro.
–Ma lo vedi che gli importa più di Todoroki che di me?– gli feci notare, non riuscendo a frenare i miei pensieri.
–Oh Dio mio, Kacchan, piantala!




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Oggi pubblico prima perché quella putt- brava donna della mia prof mi ha piazzato un compito oggi per domani e non so nemmeno su che argomenti è.
Detto ciò, vado a studiare.

Nikita

Il coraggio che ci vuole per essere gentili‐ KiribakuWhere stories live. Discover now