Capitolo sedici

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Kirishima's pov

Io e Bakugou ci ritrovammo estremamente vicini l'uno all'altro; lui non aveva ancora nemmeno lasciato la mia mano.
–..sei tu? Sei tu il ragazzo a cui piaccio?– domandò piano, guardandomi negli occhi.
Il mio cuore sembrava sul punto di voler esplodere, lasciandomi stecchito.
Mi presi di coraggio, mantenne il contatto visivo con l'altro ragazzo e, dopo aver preso un respiro non profondo, profondissimo, lo ammisi. –Sì, sono io.
Nella stanza, tra di noi, cadde un silenzio assordante. Bakugou mi fissava, immobile, forse scosso da quella dichiarazione.
Ah, lo sapevo..! Altro che chance, Midoriya si sbagliava...
Avevo rovinato tutto. Completamente.
Ero già pronto a riprendermi la giacca ed andarmene via a testa bassa ma, ancor prima di poter anche solo pensare di muovere un muscolo, Bakugou fece qualcosa di incredibile: si sporse in avanti, leggermente in basso e posò le sue labbra sulle mie con una delicatezza ed una dolcezza tale che credetti di star sognando.

Non ricambiai subito quel bacio, tanta fu la sorpresa; Bakugou indugiò e si allontanò un pochino ma non si staccò del tutto, mantenendo un piccolissimo contatto.
Con uno o due secondi di ritardo, anch'io, pian piano, mi sciolsi e premetti con dolcezza le mie labbra sulle sue. Lui, più sicuro, tornò con più forza ma sempre con la stessa lenta dolcezza di prima. Ci muovemmo un po' assieme, incerti e scoordinati e poi ci staccammo.
Non sapevo che fare, andavo a caso, e anche lui non sembrava aver idea di come doversi comportare.
–Primo bacio?– sussurrò lui.
–Sì– dissi, triste del fatto che fosse già finito e che, obiettivamente, fosse andata piuttosto male. Non mi dispiaceva per me, lo specifico: ero deluso da me stesso per non aver saluto dare a Bakugou niente di meglio.
–Anche il mio– ammise e poi, dopo un attimo di quiete e tensione, aggiunse: –Posso avere il secondo?
Avrei avuto voglia di scoppiare a piangere dalla gioia per quella sua richiesta, ma mi trattenni e mi fiondai sulle sue labbra, baciandolo di nuovo e con molta più sicurezza di prima.

Questa volta andò decisamente molto meglio.
Il biondino che avevo di fronte non si smentì, anzi: rimase sempre gentilissimo e delicato ma incredibilmente deciso e sicuro di sé, un assurdo mix di emozioni opposte. Continuammo a muovere insieme le labbra pian piano, conoscendoci un tocco per volta finché non trovammo il ritmo giusto.
Fui io il primo, con un po' di timore, a schiudere le labbra di qualche millimetro appena e lui non perse l'occasione per approfondire leggermente il bacio. Si fece un po' umido, in seguito proprio bagnato.
Sentii anche la sua lingua entrare in contatto per qualche istante con le mie labbra e sfiorare la mia; era morbida, gentile, sfuggente.
Per la prima volta, potei così sentire il sapore di Bakugou.
Fu... strano. Strano perché era un qualcosa di nuovo, difficile da rendere a parole. Sapeva di caldo, ecco. Di caldo umido e saliva. Non è un granché come spiegazione e probabilmente non rende nemmeno bene, ma se avete mai baciato qualcuno sapete di cosa parlo. A spiegarlo fa schifo, a provarlo è quasi una magia.

Il suo modo di baciare non era costante, ma quel ragazzo andava e veniva con lo stesso ritmo con cui noi due ci muovevamo.
Bakugou andava e veniva con calma, come se fosse impegnato in un lento tiro alla fune prima con un mio labbro e poi con l'altro, poi con entrambi o con nessuno dei due. Giocava in silenzio e sembrava anche divertirsi e a me, sarò onesto, nella sua semplicità, tutto ciò faceva impazzire.

Lui fece un altro piccolo e coraggioso passo avanti: poggiò le braccia intorno al mio collo, reggendomi la testa con una delle mani. Mi accarezzò il collo con il pollice e sentii le sue dita tra i miei capelli ed io, per non sembrare un palo, posi le mani sui suoi fianchi e lo abbracciai con delicatezza.
Il bacio, questa volta più che degno di essere ricordato, si interruppe poco dopo e, per quel pomeriggio, non ce ne furono altri.
Io e Bakugou ci scambiammo uno sguardo, entrambi molto sorridenti.
–Perché non me l'hai detto prima?– mi chiese, nessuna traccia di rabbia o irritazione nella voce.
Io arrossii ed alzai le spalle. –Tu perché non l'hai fatto?
–Io l'ho realizzato adesso– ammise, per poi lasciarsi scappare una risata. –Prima non avevo capito che mi piacessi. Tu che scusa hai?
–Io... boh– sospirai. –Ho anche provato a fartelo capire.
–Quante volte?
–Eh...– pensai. –Basterebbero per scriverci una storiella su Wattpad– risposi, ben certo del fatto che, da qualche parte nel mondo, qualche sedicenne stesse scrivendo una fanfiction yaoi con una trama molto simile alla mia vita.
Lui sbuffò divertito.

–Quindi...– mormorai, azzardandomi a fargli quella certa proposta. –Tu e io... stiamo insieme, adesso? Giusto?
Bakugou arrossì fino alla punta delle orecchie. –Sì, penso... se ti va' sì. Voglio dire... per me va bene. Dimmi tu.
–Beh... mi va'!– esclamai, tutto rosso anche io.
Il mio... oh dio, il mio nuovo ragazzo mi sorrise. –Okay. Allora da adesso noi due stiamo insieme.
–Okay, stiamo insieme– ripetei, sperando di non svenire per la seconda volta nella stessa giornata. Avevo i miei dubbi di riuscire nell'impresa e sta volta sarei caduto tra le sue braccia, quindi... anche perché no?
Ci fu un buon minuto di silenzio imbarazzato in cui io riuscii ad afferrargli la mano e stringerla.
–E ora?– domandai. –Che si fa?
–Emh... io un attimo fa volevo andare in fumetteria– rispose. –Che fai, mi accompagni?

Il coraggio che ci vuole per essere gentili‐ KiribakuTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon