Capitolo sessantuno

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Kirishima's pov

Non ero mai stato in camera di Amajiki, ma per una qualche strana combinazione di eventi -per capirne di più Nikita suggerisce di leggere la shinkami (ragazzi ha una fissa, perdonatelo)- Kaminari-kun mi portò lì. Era insieme a Shinsou-kun, che a quanto pare era amico del senpai anche se non sapevo né da quando e né perché.

Il mio povero senpai era in compagnia di quella sua crush, anche se dato che erano sempre insieme iniziai seriamente a chiedermi se non stessero insieme e non lo volessero ammettere. Li avevamo interrotti mentre se ne stavano sdraiati sul letto con due telecomandi in mano, giocando a non so che videogioco e minacciandosi di morte a vicenda.

–Levati da là, sei in mezzo!
–Spostati tu!
–Tua madre si sposta, dai!
–No aspetta...
–LEVATI DALLA MIA MIRA COGLIONE!
Seguì un sospiro. –MAMMA MIA CHE SEI, TAMAKI RILASSATI!– sbottò. –Lo ammazziamo, a quel coso, tranqui...
All'inizio mi sembrò strano.

Amajiki non era tipo da urlare minacce di morte in giro, a differenza di un certo biondino casinaro di nostra conoscenza, e quindi pensai che fosse stato drogato. Poi però si voltò verso di me, arrossì e mi salutò timidamente con la manina come suo solito, quindi capii che in realtà stava benissimo. Seppur inveendo nelle peggiori maniere possibili, sembrava molto più felice del solito. Probabilmente l'euforia esagerata del suo amico era contagiosa, o forse se la passavano equilibrandosela.

–DAI DAI DAI DAI CHE CE LA STIAMO FACENDO..!
–VAI VAI...NO! Denki, Hitoshi, un attimo e siamo da voi..!
–CAZZO!
–E... ma tu che ci fai q-..!!
–GUARDA LO SCHERMO– il senpai gli prese letteralmente la testa con una mano e la girò verso lo schermo. –SPARAGLI CHE ARRIVA!
–AMMAZZALO FRA, AMMAZ-..!
–VELOCEEEEEE!
–ASPE LE MUNIZ- NOOOOOOOO..!
Il senpai strinse i denti. –Ma porca merda..!

Persero infatti la partita e tirò il controller in testa a quel biondino che aveva affianco. Penso che gli fece anche piuttosto male, ma nessuno, nemmeno lui, si lamentò. Sembrava esserci quasi abituato. I miei occhi si spalancarono con qualche secondo di ritardo; processare quanto stesse accadendo era poco meno che surreale.

–Questa è colpa tua!– lo rimproverò il maggiore.
–Sì, sì, sempre colpa mia è...– l'altro lo liquidò con un cenno della mano.
–Ma guarda che ha ragione– si intromise Shinsou, il quale aveva seguito gli ultimi scontri con moltissima attenzione. –Sei morto come un coglione, lasciatelo dire.
Il suddetto coglione alzò gli occhi al cielo. –Che bei complimenti che mi fate..!
Kaminari alzò le spalle. –Wow, se questi sono complimenti allora smetterò di insultarti.

Amajiki e Shinsou soffocarono una risata. Il biondino strizzò l'occhio all'altro, che in risposta lo mandò amichevolmente a quel paese.

Rivolsi uno sguardo confuso a tutto il gruppetto. Avevo appena visto Amajiki Tamaki urlare e ragequittare ma nessuno disse niente, e nemmeno credevo che Denki fosse capace di canzonare qualcuno.
–Ma..?– domandai a Kaminari, mentre salutava, stringendogli velocemente la mano, i due che si stavano ora alzando da sopra il letto.
–Cosa?– domandò.
Strinsi gli occhi senza premurarmi di nascondere il mio scombussolamento. –Tutto okay? Cioè... oggi siete... strani?
–Mai stati meglio!– rispose la crush/ragazzo/pretendente/quello-che-è-lo-sanno-solo-loro-e-forse-manco di Amajiki, prendendo quest'ultimo sottobraccio e dandogli un buffetto affettuoso sulla guancia. –Vero senpai?

Il ragazzo dai capelli scuri arrossì, nascondendosi il viso dietro una mano. –Non fare così davanti a Kirishima, dai...
Lo mollò all'istante. Fu la prima volta che lo vidi fare effettivamente ciò che gli veniva chiesto senza lamentarsi. –E va bene.

–Allora, a cosa dobbiamo la tua visita?– chiese poi rivolto a me.
–Non lo so– risposi. –Mi hanno trascinato qui loro.
–Mh– voltò il capo di qualche grado alla ricerca di Kaminari. –A cosa dobbiamo la sua visita?
–Pensiamo che Kirishima-kun abbia bisogno di cambiare un po' aria e magari parlare del suo problema con qualcuno che non siamo noi– spiegò Shinsou, mettendomi in imbarazzo. Quel biondino là accanto al senpai era l' ultimo essere umano a cui avrei voluto dover spiegare qualcosa.
–Gli abbiamo già spiegato la nostra idea, ma sentirne qualcuna in più non fa mai male– aggiunse. –Voi due che dite?

–Ma no, non serve– negai, mettendo le mani avanti. –Giocate pure, io me ne vado.
–Mh...– Amajiki ragionò circa venti secondi. –No, dopo che mi hai coinvolto nei tuoi problemi almeno cerchiamo di risolverli.
–Ma...– obiettai, cercando di fargli intendere che sarebbe stato impossibile parlare senza far saltare la nostra copertura.
–Loro sanno già tutto.
–MA..! IL MIO SEGRETO!– esclamai, portandomi una mano al petto.
Kaminari rise. –Lo sanno tutti che hai mollato Bakugou, non è un segreto.
–E noi sappiamo che sai di loro e Amajiki ti sta reggendo il gioco– aggiunse Shinsou.

Mi sentii vagamente offeso e tradito dal suo comportamento, sebbene al suo posto, anche io avrei spiattellato tutto ad Ashido-san. –Mi avevi promesso che non l'avresti detto a nessuno!
–I miei migliori amici non contano– si difese.
–Non erano Togata e Hado?
Scosse la testa. –Non in queste storie, Nikita non li sopporta e mi vede meglio con 'sto minchione.
–Ma perché?
–Non l'ha capito nessuno.

Sono sinceramente sempre più deluso dall'autore di questa fanfiction. Mirio-san e Nejire-san sono persone splendide, come fa a non sopportarle? (Nikita: Posso e lo faccio. La faccia di Mirio mi inquieta, Nejire la trovo stupida.)
–Non che abbia torto– convenne il ragazzo dai capelli viola più chiari.
–Va be', non importa– decisi di lasciare perdere o non avremmo mai parlato dell'argomento che tanto gli premeva discutere. –Che volete sapere?
–Io sinceramente proprio un bel niente.
Amajiki gli tirò uno scappelloto degno di quelli che dava Kendo-san. –Vorremmo sapere come potremmo risolvere la faccenda– lo corresse con un'occhiataccia.
Mi chiesi se davvero i caratteri della gente non fossero contagiosi; Amajiki non sembrava sé stesso, al suo fianco.

–Oggi, parlando con Todoroki-kun...– aggiunse Shinsou, che quel giorno era per qualche ragione di gran lunga più loquace del solito. –...mi ha detto che lui e Deku si sono rimessi insieme. Tu che hai intenzione di fare?

Questo è uno di quei classici momenti in cui vorrei bere dell'acqua solo per poterla sputare in faccia a chi ha appena parlato. –CHE HA FATTO TODOROKI?!

–Non è che mi abbia spiegato i dettagli– ammise subito. –Ma credo di aver capito che sono riusciti a parlarsi. Ha deciso di perdonarlo e quindi ora stanno di nuovo insieme. Erano collegate, le vostre rotture, per caso?

Sbattei un paio di volte le palpebre, cercando invano di accettare e processare quanto mi era appena stato rivelato. C'erano numerosi ed evidentissimi problemi in quella storia, ma quel ragazzo dai capelli violacei non aveva assolutamente nessun buon motivo per mentirmi e dirmi una cosa per un'altra.

Dovevo parlare con Todoroki, e pure alla svelta. Non sapevo nemmeno cosa volessi dirgli, ma qualcosa era necessaria. Perché cavolo si era messo di nuovo con quel vegetale prostituto?
–Scusatemi, vado a fare una cosa– decisi, e me ne andai dalla stanza senza attendere risposta o permesso. Li salutai sbrigativamente, e poi corsi giù per le scale del dormitorio della terza.

Quando ormai non ero più là, i quattro rimasti soli richiusero la porta e continuarono a parlare.

–Se tutto va secondo i miei piani, sta andando da Todoroki– disse il biondo con la saetta agli altri. –Gli risponderà e domani staranno di nuovo insieme.
–Speriamo– mormorò il più vecchio. –Sta andando troppo per le lunghe.
–Ed in effetti questa storia sta per finire– aggiunse Shinsou. –Abbiamo meno di dieci capitoli.
–Mh... partitina 2vs2?– propose l'ultimo, recuperando il controller caduto a terra.

Si ritrovarono felicemente a minacciarsi di morte in quattro.

Il coraggio che ci vuole per essere gentili‐ KiribakuWhere stories live. Discover now