<Rita!> esclamò Franco, ancora agitato.
Si rialzò velocemente, impacciato, rischiando di cadere di nuovo, questa volta faccia a terra.Mantenne l'equilibrio e si accovacciò accanto a Rita, scuotendola per le spalle delicatamente, richiamandola.
Intanto le nazioni, più guardinghe, rimasero ancora in una posizione pronta all'attacco, eccetto uno.
<Secondo me siamo salvi, per ora.> decretò Arthur, l'unico tranquillo, perché aveva avvertito come la presenza negativa di prima fosse sparita.<Come fai a dirlo?> domandò Alfred, sempre pronto ad andare contro l'ex madrepatria.
<Ti devi fidare della mia magia.> asserì il britannico.<Ah, allora inizio a fare il chiaroveggente. Datemi delle carte e vi predirò il futuro.> decretò lo statunitense.
Di tutta risposta l'inglese ruotò gli occhi e maledisse l'ex colonia nella propria lingua, con uno spiccato accento londinese.
Intanto la sarda aveva emesso un grugnito infastidito e si era messa seduta, borbottando.
<Rita!> esclamò sollevato il molisano, abbracciandola con tutta la forza che aveva nelle sue braccina.<Sienda!>lo riconobbe l'isolana, abbracciandolo con fare materno e protettivo.
<Oddio... cosa ho fatto?!> chiese spaventata l'antica regione.<Eri sotto il controllo di... un qualcosa di strano. Non aveva una forma precisa.> spiegò confuso quanto lei Franco.
Il momento venne interrotto dall'avvicinarsi dell'esuberante Alfred che decretò: <Wohooo! 1 a 0 per l'eroe e i suoi aiutanti.>
<Piuttosto che essere tuo aiutante mi sotterro.> asserì Ivan.
<O potremmo sotterrare lui.> notò Yao.
<Zitti tutti.> impose Ludwig con il suo tono di voce baritonale e, in quel caso, che non lasciava spazio ad obiezioni.<Tutto ok?> domandò cortese Matthew all'isolana.
Rita sorrise rassicurante e rispose, alzandosi: <Sì, grazie, ho mal di testa ma già sta passando... E mi dispiace per avervi attaccato.><Non eri in controllo di te stessa. Anzi, mi stupisce tu sia riuscita da sola a liberarti da quella magia.> commentò Arthur.
<Beh, non proprio da sola. Ho avuto l'aiuto di Franco che, a quanto vedo, è riuscito a convincervi a venire in nostro aiuto.> concesse la sarda, accarezzando la testa al fratellino.
<Cosa è successo, esattamente?> domandò Francis.
Rita divenne più rigida con le spalle, prendendo consciamente nota del suo odore. Le stava antipatico, con tutto quello fatto al caro Roberto.In ogni caso, fece buon viso a cattivo gioco e rispose: <Sinceramente ho le idee confuse. Ricordo solo che eravamo tutti tranquilli, nei limiti possibili di tranquillità in casa nostra, quando si è scatenato il finimondo.>
<E basta?> incalzò Henrique, quasi incredulo sapesse così poco.
La sarda si sforzò e ricordò: <Qualunque cosa ci abbia attaccato, aveva un'aura magica spaventosa. Irradiava odio e vendetta e dolore.>Prima che Alfred intervenisse con un commento inutile, Arthur disse: <Come quella creatura spuntata quando sei svenuta. C'è qualcuno che le controlla. E quel qualcuno deve essere lo stesso della scorsa volta.>
<Finché non devo andare a zonzo per chissà dove nella speranza di beccare qualcosa di utile, mi va bene tutto.> dichiarò Gilbert.
<Suppongo sarà proprio quello che faremo.> notò Kiku.
<Che facciamo? Andiamo a caccia di Feliciano, Lovino e i loro territori?> domandò Antonio.
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Gabbia di sé
Fanfiction[Sequel di "Mai più come prima?" sempre sul mio profilo. Per capire questa storia, è fortemente consigliato leggerla.] La rivincita di Luciano è arrivata e questa volta l'obiettivo è ben più ambizioso della volta precedente. Un solo Vargas non basta...