Capitolo 52. Per la gnagnaaaaa!

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N/A: più andiamo avanti, più i titoli diventano demenziali. E siamo a metà circa della cosa... Durerà anche di più del primo qwq.
Vediamola così: abbiamo ancora tanti titoli scemi da scoprire.

1 stellina, un neurone di Ary che forse non si uccide per le stronzate che scrive.

Lo scenario era totalmente cambiato, non erano più nella città dalle strade strette di prima, ma in uno spiazzo desertico fin troppo grande per essere realistico.

<Mi spiace fare come Alfred, ma sento davvero odore di boss fight.> commentò Gilbert, evocando la propria spada.

Il trio di regioni velociste venne bloccato e, anzi, si disperse per l'enorme ovale, al notare un'ombra incombere su di loro, sempre più grande.

Con un gran fracasso, e una potente scossa al terreno, si schiantò al suolo il loro nemico.
<Che è, un transformer tarocco?!> domandò a gran voce Giuseppe.

La creatura, che a quanto pare l'aveva sentito ed era rimasta offesa, provò a dargli un calcio con il suo piede fatto con un'auto senza ruote, unita chissà come a tubi piegati e ripiegati e con un'ancora come base.

Il campano e il laziale schivarono di lato, ruzzolando, ma rimettendosi in piedi abbastanza in fretta.
<Testa di cazzo, battiti con una che abbia più di un neurone!> lo sfidò Rosa, agitando le sue falci.

La creatura girò la testa di oltre 180°, scegliendo il percorso più lungo, ma decisamente il più spaventoso.

Alzò l'altro piede, simile al primo, e provò a schiacciarla come fosse un insettino disgustoso.
La ligure schivò di lato e poi saltò, aggrappandosi con le falci alla gamba. Iniziò a risalire come un'esperta scalatrice la gamba fatta di pali della luce, cavi e tegole come squame sporadiche.

La creatura iniziò ad agitarsi e alzò la gamba, scrollandola, cercando di scollarsela. Rosa lanciò ingiurie e rimase attaccata.

Ivan e Sofia ne approfittarono, rispettivamente, per bloccargli la gamba ancora a terra e afferrargli un braccio con un lazo fatto di venti.

La creatura di bloccò e, a partire dal petto, partirono sfrigolii elettrici. La ligure, coraggiosa ma non scema, si staccò immediatamente, richiamando le lame a sé. Giusto in tempo perché tutto il corpo della creatura venne scosso da una serie di cariche elettriche che spezzarono il ghiaccio e il vento che lo bloccavano.

<Cazzo.> commentò Gilbert.
<Con il corpo a corpo non possiamo fare granché, mh?> notò Antonio.
<Forse sì, però dobbiamo colpire nei punti giusti.> ribatté l'emiliana.

<L'hai vista anche tu quella sferetta nel petto?> si stupì Ludwig, che pensava di essersela sognata.
L'occhialuta annuì e aggiunse: <Dobbiamo far avvicinare qualcuno lì e tentare di distruggere la sfera.>

Ivan suggerì: <Io posso creare una rampa, se servisse.>
<Porca puttana!> strillò Rosa, correndo nella loro direzione, saltando in avanti all'ultimo, evitando di essere schiacciata.

Rotolando, finì addosso ad Antonio che, sbilanciato, sbatté di nuovo con il culo a terra, lanciando ingiurie in castigliano stretto.
La ligure si rimise in piedi, le falci di nuovo nelle sue mani.

<Mi sembra la macchina da guerra perfetta da lanciare addosso alla creatura.> commentò il russo.
<Eh?> domandò Rosa.

<Però non può andare da sola.> notò Henrique <Quel coso non aprirà il petto facilmente.>

<A quello posso pensare io!> assicurò Anna, mostrando un coltello con la lama piena di saette verdastre.
Aggiunse: <Posso tagliarci qualsiasi cosa.>

Gabbia di séWhere stories live. Discover now