Capitolo 75. Cazzo sbriciolato come un cracker

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<Ma vaffanculo!> esclamó Carmela, facendo un grosso salto indietro per prevenzione <Tu ci conosci! È quello schifo che ti controlla che ti fa pensare di no, coglione!>

<Non credo che il modo migliore per convincerlo sia urlargli contro, sai?!> domandó Arthur retorico, mentre un vento innaturale inizió ad alzarsi.

Il cielo si tinse di scuro; tuoni assordirono timpani e lampi tentarono di ammazzare nazioni.
<Zitta, straniera!> impose Vincenzo, muovendo delicatamente le dita, come se accarezzasse le corde di un'arpa.

Un lampo cadde al suolo ma non si disperse: si accasció a terra per poi rialzarsi e prendere una forma non umana, tutta zig-zag e deviazioni, ma decisamente pericolosa.
Rita prontamente respinse l'attacco fulmineo di tale nemico, commentando: <Ora pure gli elementi abbiamo contro?!>

In fretta la saetta vivente fu in buona compagnia, perché l'acqua nell'aria si condensó in una figura bassa e tondeggiante, che velocemente sfrecció raso terra verso di loro.

Angela sbarró la strada con una barriera di viticci che provarono a "bere" quell'acqua, la quale tornó indietro vicino al compare fulmine.

Vincenzo invocó un terzo aiuto: la terra di nuovo tremó e ciottoli e terriccio si ersero dal resto della terra e si plasmarono in una sorta di parallelepipedo di roccia e terra. Senza muoversi, rese la terra friabile, cercando di catturare qualcuno in una buca o frana.

Sorprendentemente, Franco aiutó Rita a tessere una rete magica sotto i loro piedi, in modo tale che il terreno non fosse più un loro problema.

Il blocco di terra non desistette e ricompattó la terra per poi creare spuntoni qua e là, in cerca di un po' di carne non-umana da infilzare.
La palla d'acqua tornó a serpeggiare nella loro direzione, impossibile da prendere, aiutata dal terreno attorno a sé, mentre saette continuavano a essere lanciate da svariate parti di quel fulmine unico.

<Dobbiamo avvicinarci!> impose Carmela, schivando uno spuntone di roccia che subito Michele appiattì con un colpo del suo martello.
Una lampadina si accese dentro di lei e tirando sgarbatamente il fratello per la coda, per non essere ignorata, impartì: <Devi lanciarmi da Vincenzo con il tuo martello!>

<Come?!> fece confuso il pugliese, decidendo di rimandare a dopo le lamentele per il dolore subito dai suoi poveri capelli.

La lucana non rispose perché strilló un avvertimento, schivó e lanció una bomba all'essere acquoso che si era infiltrato tra di loro.

L'essere si scompose in mille e mille gocce, per tornare unito in pochissimi secondi, puntando verso la meridionale.
Domenico si frappose e, tramutando la pelle in pietra, impedì l'attacco di quell'essere, il quale venne scrollato via in fretta dall'abruzzese.

<Come, Mimi?!> si scioccó ancora Michele.
Carmela, approfittando del prezioso aiuto di Domenico, spiegò in breve: <Uso il tuo martello come trampolino. Mi aggrappo alla parte piatta e tu muovi il martello con tutta la tua forza in direzione di Vincenzo. Io e i miei esplosivi faremo il resto.>

<Ma-> provò ad obiettare il pugliese, giustamente spaventato per la sorella.
<Non è il tempo di usare la galanteria!> "consiglió" Francis, che stava origliando poco più in là. Il suo orecchio fine non si sarebbe impigrito solo perché combatteva tagliando spuntoni di roccia, sfruttando l'incanto che Arthur gentilmente aveva posto sulla sua lama.

Michele, schivando un fulmine per un pelo, si morse il labbro inferiore, corrucciato, ma acconsentì: <Rimani in vita.>
<Ci proverò.> scherzó, in parte, Carmela, appollaiandosi sul martello del fratello.

<Devi farcela. E cerca di farti il meno male possibile!> notó Franco, che stava sfuggendo dalla miriade di fulmini lanciati verso di lui, in parte sfruttando la sua velocità, in parte la sua magia istintiva (per una volta che voleva essere invisibile, non lo era! Avendo mostrato i suoi poteri, si era classificato da solo come enorme nemico).

<Che intendi?> domandó il pugliese, spaventato anche per il molisano che giocava una ancora più mortale versione di "il gatto e il topo".
<Se non fosse già chiaro, qui non abbiamo i nostri poteri generativi. Ci feriamo come gli umani e possiamo morire come gli umani.>

<Non avevo intenzione di morire comunque, eh! Con o senza poteri rigenerativi!> asserì Carmela, battendo con le mani sul martello <E muoviti, Vincenzo si accorgerà di cosa stai provando a fare se non ti muovi!>

Il pugliese annuì velocemente. Prese un grosso respiro di concentrazione, tentando di ignorare con tutto se stesso Franchino che continuava la sua corsa mortale. Tirò indietro le braccia il più possibile, avvertì: <Reggiti forte, girerai un po'!>

E prese a girare su se stesso con il martello e con Carmela bella aggrappata sopra, facendo più fatica del solito ma non perdendosi d'animo.
Contò i giri, mentre velocemente acquisiva velocità.

1...
2...
3!

E lasciò volare il martello, come se fosse un giavellotto alle Olimpiadi, osservando Carmela schizzare nel cielo.
In fretta la lucana, che nonostante i giri disorientanti era lucida, si diede la spinta per schizzare via dal martello, sempre più in avanti.
Accese strategicamente delle piccolissime bombe che lasciò dietro di sé un istante prima dell'esplosione, la quale le diede ancora più spinta propulsiva in avanti.

Vincenzo si accorse del suo volo troppo tardi, concentrato sui nemici con poteri magici.
Udì solo una risata maniacale prima di essere schiacciato da qualcosa e buttato a terra, sbattendo la testa.

Con gli occhi chiusi per riflesso e la testa che ancora girava, percepì due mani più piccole delle sue stranamente accarezzare i palmi delle sue mani e sfiorare le dita per poi bloccargli i polsi sopra la testa, le mani congiunte, con una mano sola.
Mentre la terra smetteva di ruotare e la testa pulsava di meno, percepì anche una leggera pressione (ma lo stesso spaventosa) sul cavallo dei pantaloni.

Spalancò perciò gli occhi in orrore, trovandosi quasi naso a naso la nemica chiacchierina di prima. Ella lo minacciò: <O stai buono o ti sbriciolo il cazzo manco fosse un cracker in borsa in un nanosecondo.>

Vincenzo non sapeva cosa fosse "un cracker", nè "un nanosecondo", ma sicuramente non era una con cui scherzare... se non avesse avuto poteri.
Provò a toglierla con la magia ma essa non rispose.

Le mani erano bloccate, non riusciva a muovere neppure un po' le dita!
Se possibile, spalancó gli occhi ancora di più.

Carmela ghignó soddisfatta e domandó retorica: <Ora che non hai i tuoi poteri sei disposto ad ascoltarmi?>




N/A: zan zan zaaaan! Cosa sarà mai successo a Vincenzo per non poter usare più i suoi poteri?!
Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Spero vi sia piaciuto ❣️ e alla prossima!

Gabbia di séWhere stories live. Discover now