Capitolo 6. Chiesa

87 8 399
                                    

<Cosa succede?> chiese Alfred, voltandosi, confuso, come anche le altre nazioni e le due regioni.

Il più veloce a reagire fu Kiku che tranció il rosario, il quale mortalmente si era stretto al collo del francese e lo stava trascinando indietro.

Francis non ebbe tempo di soffiare un grazie che i grani caduti a terra esplosero in piccole nubi rossastre, maleodoranti e lacrimogine.

Rita e Arthur nullificarono quel gas pericoloso.
<Francis!> Antonio avvertì l'amico, tranciando con la propria alabarda il rosario, nuovamente composto, che ancora una volta tentava alla gola del biondo.

Appena i grani toccarono terra li schiacciò, un istante prima che esplodessero, impedendo alla pericolosa nube di avvolgerli di nuovo.

<Che cazzo!> esclamò Yao, proteggendo se stesso e il molisano dall'attacco di un altro rosario con un colpo di wok.
<Le statue hanno preso vita.> constatò Henrique, scontrando la testa della propria mazza gotica con la testa di pietra, che andò in frantumi.

La statua crollò su se stessa, il rosario ormai inanimato che giaceva fra i detriti della scultura.

<E non solo loro! Anche i crocifissi!> esclamò Franco, scostando malamente il cinese per spiccare un salto e pugnalare un piccolo Gesù che, con il proprio crocifisso fra le braccia, era pronto a fare danni.

<Gesù crocifissi volanti?!> si esasperò Matthew, colpendo direttamente con il proprio arco, neanche con una freccia, un crocifisso e buttandolo a terra. Lo terminò schiacciandolo con il piede.

<Sembra quasi una bestemmia-> commentò Franco.
<Una cosa?> chiese confuso il canadese, scagliando una freccia contro un'altra statua di Vergine Maria.

<Non c'è tempo!> impose Ludwig, sparando a due crocifissi.
<È come se si moltiplicassero, aumentano di numero a velocita elevata.> decretò Kiku, respingendo i colpi di rosario delle statue.

<Altro che moltiplicazione dei pani e dei pesci...! Qua abbiamo i Gesù crocifissi volanti e assassini che si moltiplicano!> asserì Antonio, indicando come poco più in là dei piccoli Gesù si stessero sdoppiando.

<Più lo sento e più è una bestemmia.> borbottò la piccola regione, schivando l'attacco di una statua per miracolo, il cuore martellante dalla paura.

<Arthurino e bella regione, ehm-... Rita, ecco!> li richiamò Francis.
<Non chiamarmi così!> si stizzì il britannico, parando una sferzata di colpi di quei piccoli mostriciattoli.

<Non potete fare una magia e distruggerli tutti?!> chiese il francese.
<Se non vuoi finire morto o quasi pure tu, no.> avvertì Rita, distruggendo in linea retta un buon numero di crocifissi assassini e statue della Vergine.

<Però...!> ragionò Arthur <Possiamo creare uno scudo abbastanza grande e proteggerci, avanzando fino a quella porta laggiù!>

<Ci possiamo provare!> commentò la sarda.
<Stringiamoci!> suggerì con ovvietà Gilbert.

<Protego!> recitò l'inglese, mentre la sarda solamente pensò l'incantesimo.
Per fortuna di entrambi, l'anima di Rita era facilmente compatibile, quindi le loro aure magiche si unirono, amplificandosi.

Un trasparente scudo si creò attorno a loro, fermando l'attacco nemico.
<Aw, fanno tenerezza.> asserì Ivan.
I piccoli crocifissi e le statue attaccavano invano la barriera.
<Sembrano giocattolini.> aggiunse.

<Che cazzo di giochi dai ai bambini del tuo Paese?!> lo interpellò lo statunitense.
<Almeno io non do armi ai ragazzini... Al massimo, superalcolici.> ribatté il russo.

Gabbia di séOnde histórias criam vida. Descubra agora