Capitolo 21. Minosse é... poco dotato

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N/A: sì, il titolo significa quello che pensate


Il gruppo inseguito raggiunse un fiume e Gilbert esclamò: <Buttiamoci, le api non ci seguiranno!>

<Fermo, è l'Acheronte!> esclamò Sofia, prendendolo per un braccio.
<Ache-che?> domandò l'albino <E perché c'è tanta gente poco più in là?>

Non ricevette risposta perché una voce strillò: <Venite qua dannati, venite qua! Viaggio di sola andata all'Inferno! Bastardi, non lamentatevi, ve lo siete meritato!>

<Caronte... Ma versione politico!?> si stupì l'emiliana.
<Non è quel leghista che aveva vinto le elezioni in Toscana qualche anno fa?> domandò Franco, osservando dal globo.

<Pare proprio lui. Francesca l'ha messo a traghettare le anime.> commentò Maurizio.

<Facciamoci portare!> osservò allegro Antonio <¡Perdone! Signoreeee! Avremmo bisogno di un passaggio!>
Ivan lo seguì allegramente, mentre Kiku li osservava titubante.

<Non finirà bene, vero?> chiede Ludwig.
Il Caronte-politico Vattela-a-pesca si girò verso le due nazioni ed esclamò: <Che ci fate qua? Non siete morti, pesate troppo! E non rispettate le leggi degli umani, neanche dopo la morte.>

<Noi dobbiamo attraversare.> calcò Ivan con il suo sorriso inquietante. Evocò il suo tubo di rubinetto e aggiunse: <È una questione importante, capisce? Preferirei taaaanto risolvere questa questione con il dialogo, invece che con altro~.>

Il Caronte tarocco mandò giù un groppo di saliva e balbettò: <Salite!>
I tre più vicini salirono e, girandosi verso gli altri, il russo sorrise raggiante: <Sono un perfetto diplomatico~.>

<Dove stiamo andando?> chiese Henrique, quando la barca cominciò la traversata e l'umano si sgolava, picchiando col remo le anime viaggianti.

<Subito dopo c'è il limbo, poi Minosse che giudica a quale girone appartengono i dannati e quindi tutti i gironi.> ricordò Sofia.

<Quali pene ci sono?> chiese Antonio.
Sofia iniziò: <Dalla meno alla più grave abbiamo: lussuriosi->

<Impossibile che la rana sia così in alto!> si lamentò Arthur dalla sfera.
<Io amo, è così un crimine?> domandò il francese.

<Amare e molestare non sono sinonimi.> decretò Angela, facendo scoppiare a ridere il britannico. Aggiunse: <Prosegui, Sofia.>

<Grazie> sospirò l'emiliana <Poi i golosi, gli avari, gli iracondi, gli eretici, gli omicidi, i suicidi, i bestemmiatori, i seduttori, gli adulatori, i simoniaci, gli indovini, i barattieri, i ladri, i cattivi consiglieri, i seminatori di discordie->

<Dura ancora molto la lista?> inquisì spaventato Ludwig.
<Avevo quasi finito!> si seccò Sofia <I falsari, i quattro tipi di traditori: dei congiunti, politici, degli ospiti, dei benefattori e infine Lucifero.>

<E dove potrà mai essere lei?> chiese Kiku.
<Bella domanda... Intano arriviamo nel limbo e vediamo che fare.> decretò Sofia.

<Cosa c'è nel limbo?> domandò Ivan mentre scendevano.
<I non battezzati, anche nel senso che sono nati prima del cristianesimo, quindi non è colpa loro.> spiegò Angela.

<Come sta andando lì?> domandò Gilbert.
<Stiamo per uscire da questa foresta, finalmente, se non c'è un orribile scherzo!> dichiarò Francis.

Il gruppo all'inferno attraversò una vastità di niente, con solo spettri che si aggiravano senza degnargli di uno sguardo.
<Sono così educati!> si complimentò Ivan.

Di fronte a loro si udì un verso innaturale e, come per magia, comparve un'imponente creatura.
Si ritrovarono un uomo muscoloso, colossale, con i capelli capelli e la barba bianchi, una corona in testa e nessun vestito addosso. Attorno a lui si attorcigliava un serpente bianco, dagli occhi rossi e giudicatori.

<Eeeed ecco Minosse.> commentò Sofia, già caricando la propria energia.
<Kesesese, ha il pene piccolino!> lo sbeffeggiò Gilbert.
<Non credo sia la cosa importante in questo momento-> si intromise Kiku, estraendo la propria katana.

L'uomo colossale mosse un braccio, puntandolo di lato, oltre lui e il turbinio creato per le anime dannate dei lussuriosi.

<Ci sta indicando gentilmente la strada?> domandò João, non credendoci.
Il serpente sfrecciò verso di loro appena il "padrone" si mosse e in un istante fu davanti a loro.

<Merda!> esclamò Sofia, costruendo a malapena in tempo uno scudo per proteggerli.
Ma la bestia non li attaccò. Si avvolse attorno a loro in un numero preciso di spire.

Sotto di loro si sgretolò il terreno, creando una voragine. Caddero nel vuoto fra urla sorprese, mentre il globo li inseguiva e le urla spaventate di quelli al sicuro si mischiavano alle loro.

•~-~•

<Non possono essere morti, vero?!> inquisì Yao, stringendo la mano del molisano, che aveva deciso di non lasciare più.

<Non credo...> sussurrò Angela, anche se sembrava più un "ci spero".
Un rantolo di dolore si levò dalla sfera e la voce di Gilbert esclamò: <Si è offeso perché gli ho detto che è poco dotato?!>

<Stanno bene.> si tranquillizzò Francis. 
<Noi intanto dove siamo arrivati?> domandò Matthew.

<Una foresta... e sembra di essere in montagna. Come è possibile se eravamo in pianura?!> s'interrogò Alfred.
<Non hai fatto il capitan ovvio della situazione... non per intero.> commentò Arthur, mentre si osservava intorno.

Dei passi pesanti e un verso animalesco provenne da dietro di loro.
Scattarono all'attenti mentre comparve da in mezzo le fronde un'orsa con i cuccioli al seguito.

<Fermi.> impose Maurizio, la lancia non ancora in mano.
L'orsa li osservò da debita distanza, annusando l'aria. Inclinò leggermente il muso.

Sembrò riflettere e, per un istante, quasi ritirarsi. Poi però si irrigidì e mostrò i canini aguzzi, emettendo un ruglio lungo e minaccioso.

Si rannicchiò leggermente all'indietro e poi si lanciò sugli esseri non umani, seguita dai suoi cuccioli.

<Perché abbiamo pure sperato si calmassero?!> si esasperò Yao, schivando la mamma orso poco in vena di pace.

•~-~•

<Oh, è questo quello che devono fare! Non facilitare il lavoro!> esclamò Luciano, soddisfatto alla scena degli orsi che attaccavano.

<Dai, è stato divertente vederli urlare!> ribatté Kuro.
<Però si sono molto avvicinati.> Lutz dovette dare ragione all'italico.

<Ma tanto abbiamo ancora l'asso nella manica.> notò il giapponese.
<Sì, ma vorrei anche che si sforzassero e stancassero, eh!> sbuffò Luciano.

<Beh, intanto si sono spaventati.> ridacchiò il nipponico.
<E fare pressione psicologica fa sempre bene.> aggiunse il tedesco.
<Mh... allora dovremmo spingere di più sul lato psicologico?> domandò Luciano, picchiettando sulla loro sfera.

<Non necessariamente. Spossandoli su entrambi i fronti, senza totalmente distruggerli, ci permetterà di avere un effetto più esteso e potente sul lungo andare. Anche a rischio di metterci più tempo.> ragionò Lutz.

<E poi mica la misura giusta sta nel mezzo o una stronzata del genere?> inquisì Kuro.
<Esatto.> acconsentì Luciano <E va bene, continuano su questa strada.>

<Oh, almeno questa volta è un po' più movimentata della scorsa volta!> si rallegrò il giapponese, sedendosi su una sedia girevole e godendosi il combattimento.

<Non è uno spettacolo-> sospirò Luciano, conscio di star sparpagliando parole al vento.


N/A: in questo capitolo abbiamo ben 3 variazioni di punto di vista in rapida successione, wow.

E Luciano deve arrendersi, per quei due tutto ciò è una serie tv oramai.

Gabbia di séWhere stories live. Discover now