Capitolo 14. Francis si comporta da Francis e quindi fa il deficiente

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N/A: credo che il capitolo di oggi possa diventare in modo ufficiale-non ufficiale il sottotitolo di questa storia.
È la cosa più essenziale che collega i capitoli.

Quanta importanza che sto dando a Francis; non è da me, se non per prenderlo per il culo!

Buona lettura, vi farò prendere un colpo~ <3


Anche le regioni provviste di magia illuminarono l'angusto ambiente, rischiarando i libri attorno a loro.

<Sono tanti libri sull'architettura.> commentò Franco, ancora in modalità lampadina. La luce emessa gli rendeva i capelli ramati e gli donava un'aurea angelica.

<Suppongo troveremo un po' di tutto.> notò Maurizio.
Intanto Yao, accanto al molisano, era ancora tutto contento e in adorazione davanti al piccolo territorio.
Chi l'avrebbe mai detto che si sarebbe affezionato tanto ad un italiano!

Arrivarono alla fine delle due file di libri, per trovarsi su un corridoio dai cui partivano una moltitudine di corridoi più piccoli pieni di librerie.

Uno scricchiolio risuonò da dietro di loro e si girarono di scatto.
C'era un topolino nero come il carbone che li fissava dalla sua bassezza.
<Oh, un topolino, che carino!> esclamò Antonio.

Il roditore squittì in modo innaturale, il suo pelo si alzò, scoprì i denti e si tenne sollevato sulle due zampe posteriori. In fretta crebbe e divenne di più alto di tutti loro, sfiorando il soffitto.

<Ora non sei più così carino!> strillò Gilbert, spada in mano.
Gilbird, che aveva dato una sbirciata dalla sua tasca, tornò a rifugiarsi lì, pigolando spaventato. Il prussiano chiuse il bottone mentre Ludwig sparava alla creatura.

Un coro di squittii si levò da tutto intorno e si trovarono accerchiati da un'onda di pece, pelosa e con piccoli denti feroci.

<Ora posso aggiungere alla lista di cose fatte un genocidio di topini~.> disse tutto allegro Ivan, abbattendo la sua arma su una porzione di topi. Usufruì della sua magia, concessagli gentilmente dal Generale Inverno, e dal suo tubo partitorno piccole stalattiti di ghiaccio che trafissero le bestiole.

<Cose da mettere nel curriculum, se ne avessimo uno.> giudicò con ironia Matthew.

Il cinese all'istante si mise davanti il più piccolo delle regioni lì presenti e diede padellate ai topi. Avvisò: <Bambino, resta dietro di ne! Con il tuo coltellino potrai fare poco!>

Il molisano non ribatté, ma si prese uno spavento e schivò con poca grazia i topi che, da dietro, avevano tentato di assaltarlo.

<Vanno verso la luce!> urlò Angela, per farsi sentire.
<Ma senza luce non vediamo un cazzo!>  ribatté Alfred.

Rita spense la sua fiamma e lanciò un incantesimo verso tutti gli altri non dotati di magia e Franco.
<Vi ho dato la capacità di vedere al buio! Voi altri, spegnete le luci!> disse.

<Sei fantastica!> esclamò lo statunitense.
<Avrei potuto farlo anche io.> borbottò Arthur, che spense il proprio fuoco e simil cosa fece Angela, creando per sé un incantesimo come quello di Rita.

L'unica luce rimasta era quella di Franco.
<Bambino, spegni quella luce!> ordinò Yao, che più degli altri doveva fronteggiare fiumi inferociti di topi.

Accanto a lui arrivò Ivan, offrendo aiuto. Nel mentre Franco esclamò: <Non so come si fa, non volevo neanche accendermi la testa!>

<Devi riuscire a spegnere l'interruttore o i topini ti vorranno come spuntino.> ammonì il russo.
<Lo so!> ribattè il molisano, cercando di calmarsi e pensare a come disattivare quella magia che neanche aveva voluto.

Gabbia di séWhere stories live. Discover now