Capitolo 110. Tutti a fare il girotondo! Ah, no, un semicerchio!

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<Che vuoi che ne sappia?> domandò Rita, fissando Michele un po' storto.
Non se lo meritava, ma era agitata e si sentiva ancora un po' scombussolata.
Maledetta magia controllatrice!

Per fortuna era stata debellata.
E tutto grazie a Franco, che era ancora svenuto.

Rita ebbe un attimo di sobbalzo quando Michele le si chinò accanto e provò a svegliare il molisano dandogli dei delicati colpetti sulla guancia.

<Lascialo stare.> mezzo sibiló Rita <Non oso neanche immaginare quanta magia ha usato. È giovane ed inesperto, ha bisogno di riposo. Dobbiamo tenerlo al sicuro, riprenderci Lovino e Feliciano e disintegrare quei pezzi di merda.>

<Sono ancora posseduti?!> domandò Michele, voltandosi verso le nazioni ancora stese a terra.
Si alzò su gambe un po' inferme e avanzò. Dovevano usare quei preziosi secondi a loro vantaggio.

<Sento il fetore da qua... Come ho fatto a non riconoscere lo stesso incantesimo su di noi?> borbottò Rita, che evocò uno scudo che s'avvolse attorno l'incosciente molisano.

Anche le nazioni stavano riprendendosi.
Una saetta violetta sibiló verso Oliver ma venne respinta appena prima che sfiorasse la pelle del nemico.

<Merda.> gracchiò Sofia, inginocchiata, che fissò con occhi quasi spiritati il britannico dell'altra dimensione.

Una risata scosse il corpo di quest'ultimo, che poggiò le mani saldamente a terra e alzò il volto. Trovò l'emiliana subito, quasi avesse percepito precisamente dove fosse (e probabilmente era anche la verità).

La sua faccia si accartocciò in un sorriso sghembo mentre continuava a ridere e ridere e ridere.
<Non è così tanto eroico attaccare un attaccante inerme, sai?> commentò Oliver, mettendosi a sedere.

Le sue iridi presero a brillare, ma contemporaneamente si scurirono, mandando sprazzi azzurrastri. In fretta quella luce si diffuse per tutta la sclera, mentre il suo volto fu ricoperto da vene del colore dei suoi bagliori, come Franco poco prima.

<Riprovateci!> strillò Oliver, alzandosi di scatto. E l'inferno si scatenò.
O ci provò.

Ivan replicò qualcosa in russo, probabilmente qualcosa di sagace che purtroppo capí solo Sofia, e creò una barriera di ghiaccio davanti a dove si trovavano le regioni.

La magia spazzò questa difesa, ma venne visibilmente fiaccata.
E poi distrutta.
Perché alcuni magici si ersero di fronte al gruppo di regioni ancora mezze stordite.
Sofia si girò di scatto verso Angela che, sorretta da Maurizio, lanciò uno sguardo d'intesa a Bruno e Vincenzo.

Luciano s'alzò con uno sguardo omicida, digrignando i denti, respirando affannosamente.
Era così vicino! Così vicino!

La mano di Lutz sulle sue spalle lo riportò per terra.
Non era ancora tutto perduto. Avevano ancora quei due. Poteva ancora farcela!

Un colpo fu sparato dall'impulsivo Alfred, che venne schivato per miracolo in tempo da Flavio, che lanciò uno strillo indignato.

E la battaglia ricominciò.
Ma le regioni ne rimasero fuori.
Non potevano colpire, erano troppo distanti, avrebbero rischiato di fare danni.

E poi, nonostante avessero respinto l'attacco di Arthur, i suoi rimasugli sfavillavano e sfrigolavano ancora sul terreno.
Per sicurezza, Vincenzo aveva preso un sasso da terra e lo lanciò nella direzione della magia.
Il sasso si disintegrò a mezz'aria.

<Oook, non si passa per lì. Raggiriamo, no?> propose Rosa.
<Troppo tardi.> sospirò Angela, indicando come la magia si stesse diramando attorno a loro, in un'ovale che ormai li aveva racchiusi.

Gabbia di séUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum