Capitolo 95. Maledetta sirena

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Franco fissò inebetito il britannico, indicandosi per buona misura. Non aveva già combinato abbastanza danni?
<Sì, lad!> annuì Arthur, ghignando.

<Non mi hai mai chiamato in quel modo!> lagnò Alfred <Perché i vezzeggiativi al non-eroe?!>
<I daddy issues saranno per un'altra volta, Al.> tagliò corto Matthew, facendo ridacchiare come uno scemo Francis lì accanto.

Il britannico li ignorò ed esortò il piccolo italiano: <O non credi nelle tue capacità?>

<Non le so controllare.> notò Franco.
<Tu non gli farai fare nessuna tua pazzia, idiota!> si frappose Yao, trattenendo il molisano.
<Chi sei tu per decidere?!> ribatté il sopracciglione.

<Già, chi siete voi per decidere?!> ripeté Michele, guardando storto entrambe le potenti nazioni.
Franco si divincolò dalla presa del cinese con un'esclamazione: <Decido io per me!> e guardò il britannico: <Embè, che cos'è che dovrei fare?>

•~-~•

La lupa continuava a indicare loro la strada, anche se era seccata dalla loro lentezza: solo le sparute coccole e i complimenti del suo padrone rendevano il lavoro vagamente più sopportabile.

Ad un certo punto, Gilbert lamentò: <Non c'è per niente, ma proprio niente niente un modo più veloce per scendere?>
<Ripeto, io ho un modo per me... e, se proprio mi devo sforzare, al massimo per uno o due altri.>

<Beh, non sei l'unico con la magia qua!> e l'albino si voltò a guardare Sofia e il neo-arrivato Bruno <Non avete nessun modo per aiutarci?>

<Come, di preciso? La magia non le puoi dire "aiutami" e pretendere che ti aiuti.> notò il trentino.
<La magia parla?> si stupí Antonio.
<Non nel modo convenzionale.> spiegò Sofia, per poi zittirlo con un movimento di mano più utile a scacciare una mosca molesta.

C'era effettivamente un modo per discendere più velocemente quella montagna? Dovevano ancora incontrare il fautore di quella malefica creazione, dovevano avere energie. Quindi non potevano stancarsi tutti, sarebbero stati preda facile.
Ma quelli là non potevano rimanere senza qualcuno con la magia! Anche così rimanevano preda facile!

<Non c'è proprio un modo?> domandò Anna, dispiaciuta.
<Non voglio che né io né Bruno ci stanchiamo troppo. Giorgio sicuramente non ha questo problema.> e lo indicò.
<Scuuuuuusa se ho una magia più restrittiva della vostra!> Giorgio la scimmiottó.

L'emiliana ruotò gli occhi, sbuffando.
<Beh, meglio peso vivo che peso morto in questo caso, no?> convenne Ivan <E, comunque, товарищ Sofia, posso aiutare anche io!>
<E come?> interrogò l'occhialuta.

<Non sarà comodissimo, ma posso creare uno scivolo di ghiaccio. La pendenza, per ora, è abbastanza dolce da permetterlo.>
<Non sarà stancante?>
<Non se qualcuno verrà portato a valle da altri. Così posso sgretolare il ghiaccio rimasto dietro e non stancarmi troppo, spero. Se ne uscissi stanco, Generale Inverno dovrebbe revocarmi i miei poteri per quanto sono diventato debole!>

Sofia annuì, abbozzando un sorriso, poi fissò seria il veneto e inquisì: <Cosa puoi creare con la magia, tu?>

<Delle comodissime ali per me e tipo uno slittino o un bob piccolino per chi si sente abbastanza scemo da discendere la montagna in una maniera così poco sicura.>
L'emiliana non commentò la prima parte del discorso, perché ci pensò Francesca con: <Tu con le ali? Tipo un uccello? O tipo un angioletto? Nel secondo caso avresti una combustione spontanea all'istante!>

<Non sono da angioletto! E non mi brucio!> e il settentrionale incrociò le braccia al petto.
L'occhialuta li ignorò per fissare Bruno, la domanda muta.
<Devi dirmi tu: a seconda di cosa hai in mente, ti potrei dire, spero, per quante persone riuscirei a farlo senza stancarmi troppo.> rispose lui, pacato.

Anche se non capiva come quella nazione grande e grossa e spaventosa come Russia potesse apparire così compiacente nei confronti di Sofia.
Anzi, avrebbe un'idea. Ma vuole pensare che l'affiliazione politica non c'entri. O che non ci sia solo quello.

Sofia fece un breve cenno in assenso, batté le mani e decretò: <Allora non ci resta che sperare di arrivare a valle tutti interi.>
<Come sperare?!> inquisì Antonio in tono stridulo <Come hai intenzione di farci viaggiare?!>

<Beh, sicuri per quanto possibile, con un bob un po' più protetto, ma un albero o un sasso molesto mica li posso controllare io.> notò Sofia <Quindi sceglietevi un buon guidatore, se capitate su un bob-corazzato.>

<Sai che sei riuscita a far sembrare la proposta di Ivan più allettante della tua?! Ce ne vuole!> esclamò Gilbert.
<Allora fatti la strada a piedi... o rotolando~> canticchió Ivan.

Il prussiano deglutì a vuoto e sospirò: <Che bob-corazzato-ma-tanto-mortale sia...>

•~-~•

Franco si sedette a terra, chiuse gli occhi e fece respiri profondi.
Non seppe quanto fosse magia e quanto fossero i polmoni altrui, ma sentì benissimo le provocazioni di alcune nazioni e regioni contro Marie.

Non gli doveva interessare!
Lui doveva concentrarsi!
E tirare fuori la magia! Qualsiasi cosa ciò comportasse.

Delle urla gli perforarono le orecchie.
Calmo, calmo, calmo!

Strizzó gli occhi più forti. Dov'era la magia quando serviva?!
Un tonfo e altri strilli.
Non poteva rimanere calmo, doveva aiutare!

Scattò in piedi, anche se si sbilanció in avanti, spalancò gli occhi e un gridolino gli morì in gola.

I tentacoli gli spuntarono dalla schiena e schizzarono verso la nemica.
La valdostana urlò e schivó bruscamente di lato, ma Franco impose ai suoi tentacoli di seguirla.

Marie lo maledisse in francese e lo attaccò con le sue frecce. I tentacoli non poterono evitare la sua linea si fuoco. Il molisano gemette dal dolore e quasi rischió di perdere il suo contatto con la magia. Ansimante, alzò la testa: i tentacoli si agitavano e sanguinavano una sostanza biancastra, ma erano ancora lì.

Nonostante le braccia facevamo male e si sentiva il petto ripetutamente perforato, costrinse i suoi tentacoli ad inseguirla e attaccarla.
Ad un certo punto un tentacolo, ormai reso un puntaspilli, si rinsecchì, si staccò e svanì.

Franco realizzò di essere caduto solo quando un acuto dolore si propagò dalle ginocchia. Gemette di dolore e si portò le mani alla testa, che provava a dividersi in due millimetro dopo millimetro.
Però non poteva mollare! Tutti contavano su di lui!

Con le ultime forze, mentre una nausea spingeva contro la sua gola per risalire, mosse i tentacoli rimasti come fruste verso Marie.
La piccoletta, pur continuando a contrattaccare con frecce su frecce, si ritrovó all'angolo.

La valdostana venne tirata indietro come un pezzo di ferro da un magnete e sbatté la testa contro il soffitto. Le venne mozzato il respiro, mentre la testa vorticava.
Lo stomaco le finì in gola mentre il mondo precipitava.

Poi s'arrestó di colpo e il mondo cambiò asse di gravità. Se non avesse vomitato in quell'istante, niente avrebbe mai potuto sconquassarle di più lo stomaco (neanche il dolore e l'odio nel sapere che)

Rimandò giù l'acida bile, come per secoli e secoli aveva ricacciato in un angolo remoto del suo cuore la delusione per essere sempre-
<Marie!> e, maledetta fosse lei, quella voce, nonostante tutto il dolore causatole, la agitò come fosse stata scossa.

Aprì gli occhi di scatto e fissò in volto, con molto meno odio di quanto avrebbe voluto, quella maledetta sirena che l'aveva incantato con la sua gentilezza: Roberto.



N/A: e niente, follettini e follettine, GIURO che questa storia finisce, eh, giurin giurello! Ma ancora un po' di pazienza!

Almeno c'è una cosa positiva: hanno preso Marie, yay. Devono solo liberarla dall'akum- EHM EHM DALLA POSSESSIONE BRUTTA E CATTIVA.

E poi forse qualche idiota si spacca il collo nell'altro gruppo. Ed è la migliore cosa positiva del capitolo!

E dato che non ho niente da aggiungere, ma potete farlo tranquillamente voi nei commenti e con le stelline, ciao ciao~!

Gabbia di séWhere stories live. Discover now