Capitolo 83. Non ci si può più fidare neanche delle birre?!

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N/A: scusate l'orario, ma ero a camminare per il bosco tra salite e discese (e scoprendo il risultato di un esame dopo oltre una settimana di ansia).

Spero vi piaccia il capitolo e che vi abbia strappato una risata il titolo!




<Ma è ovvio dove dobbiamo andare, di là.> esclamò Giorgio, indicando la strada che saliva più irta su per la montagna.
<Come fai ad esserne sicuro?> chiese Anna.

Il veneto incrociò le braccia al petto, incassò la testa sulle spalle e borbottó: <Istinto.>
A Ludwig venne qualche dubbio, ma preferì non creare attriti inutili e commentò: <Il tuo intuito ha ragione, allora, si sale per di là. Il cartello dice ancora "Il posto migliore al mondo". L'altro è più sulla riga del "Se volete tornare davvero allo schifo che è il resto del mondo, potete tornare indietro da qua.">
In fretta continuarono per la loro strada, mentre l'altro gruppo cercava invano un varco per un altro luogo.

<Non può essere un vicolo cieco!> esclamò Vincenzo, esasperato, girando ancora e ancora attorno al filo magico penzolante a qualche metro da terra.
<Proviamo a tirarlo giù!> esclamò Alfred e, prima che qualcuno potesse fermarlo, prese la rincorsa e saltó.

Purtroppo non sapeva che il filo non avesse corporeità e lo trapasso, cadendo verso il terreno.
Però non diede una culata, perché la terra sotto di sé si squarciò come carta velina, creando un varco in cui lui stava cadendo senza possibilità di fermarsi.

<Al!> si spaventò Matthew, avvicinandosi al buco mentre l'ansia prese il sopravvento. In combo con un profondo spirito fraterno, agì irrazionalmente.
Gridò: <Ti raggiungo!> e si buttò dentro il buco a sua volta, chiamandolo ancora una volta: <Al!>

In fretta la sua voce si perse.
<O incontriamo la morte o andiamo avanti.> commentò Francis.
Senza troppa delicatezza, Carmela gli diede una pedata sul sedere, facendolo cadere nel buco con un urletto.
<Fammi da materasso, eh!> e la lucana si tuffò a bomba nel buco.

<Perché deve sempre fare così?!> si esasperò Vincenzo, tirandosi appresso Michele e cadendo di piedi nel foro.
Piano a piano tutti entrarono, Angela per ultima con la sfera magica appresso.

L'umbra sentì poco dopo Alfred esclamare: <Wow, che figata questo posto!>
Angela aprì gli occhi e ammirò l'enorme fontana che si stagliava davanti a lei.
Tutti stavano ammirando il posto con abbastanza serenità, contenti del bel posto.

A parte Rita. Era pietrificata e guardava, persa, un punto oltre la fontana, oltre la zona rialzata che permetteva ad un po' di ombra di palesarsi ed evitare loro un'insolazione.

<Rita?> si spaventò Franco e in fretta le regioni di ambo i gruppi fecero scattare le loro teste.
Rosa inspirò l'aria tra i denti serrati, emettendo un lungo fischio acuto.
<Cazzo.> fu l'unico commento della ligure. Poi aggiunse, cercando di stemperare l'umore dell'isolana: <Vorrei essere lì con te, anche solo per distruggere quel giardino di merda. Sarebbe una bella vendetta.>

<Quindi siete capitati da Roberto?> fece due più due Giovanna.
Rita annuì, scuotendosi dal suo torpore. Sospirò e ammise: <Ho... paura di come potremmo trovarlo.>

<Addirittura?> chiese Maurizio, incuriosito e timoroso insieme. C'erano poche cose al mondo capaci di preoccupare Rita a tal punto: non prometteva bene.

<Sì. L'unica cosa positiva è che ricordo bene questo posto. Seguitemi.> e l'antica regione, ben più algida del solito, prese a marciare in una direzione specifica, incurante se gli altri la seguissero o meno.

<È così tanto tragica la situazione?> chiese Matthew.
<Sono stata vittima diretta dei Savoia per neanche cent'anni e sono riusciti a darmi un fastidio così sottopelle e così potente che sarebbe impressionate, se non li odiassi a morte. Io ero pro a farli decapitare, nel 1946.> decretò Rosa.

Incrociò le braccia al petto e concluse: <Rita ci ha avuto a che fare per più tempo di me e quei reali da quattro soldi erano decisamente più accaniti con lei. Marie c'è nata in questo posto e, tra quello che ha vissuto e il condividere i geni della baguette cogliona, che sia mezza matta non è una sorpresa. Ma i Savoia con Roberto hanno sempre avuto un grande piacere masochista a usarlo come pupazzo. Hanno abusato della sua fedeltà per secoli. Se c'è qualcosa che lo perseguita, sono quei coglioni là.>

<Ecco perché la monarchia fa schifo! Viva la repubblica, solo ciò rende liberi! Soprattutto le mie terre!> fu la logica conclusione di Alfred.
<Disse colui che, solo per dirne una, per libertà di stampa è oltre il 40° posto.> sghignazzò Ivan.
<Tu sei decisamente messo peggio di me!> ribatté lo statunitense.

<Sì, ma chi tra i due sta millantando di essere la patria della libertà?> domandó retorico il russo.
<Non è questo il punto.> sospirò Sofia, tentando di stemperare gli umori.

<Rita!> urlò Rosa verso la sfera, attirando effettivamente l'attenzione della sarda svariati metri più avanti rispetto alla sfera.

(Che avesse fatto fischiare le orecchie di Angela e non solo era un'altra questione.)

La donna infatti si girò e guardò la sfera interrogativa.
<Picchia i finti Savoia che ci saranno da parte mia. E rinsavisci il diabetico a suon di ceffoni, se serve. Daglieli in mia vece. Quindi anche se non servono, dagli degli schiaffi.> dichiarò la ligure.

Rita abbozzò un piccolo sorriso e annuì. Si rivolse verso il resto del suo gruppo e domandó: <Proseguiamo?>

E, come se fosse un generale intransigente, tutti le obbedirono e la seguirono.
Intanto l'altro gruppo stava raggiungendo la vetta di quella montagna (o per lo meno una zona spianata, da quel che si poteva intravedere).

Però Gilbert, agli esterni del gruppo, venne distratto da qualcosa di luccicoso ai bordi della strada, attaccato al fianco della montagna.
Una bottiglia di birra abbandonata nella neve! E, poco dietro, notò con grande gioia, casse su casse di birra!
Le bottiglie, con i loro vetri scuri, spiccavano contro il candore della neve e del ghiaccio.

Se non erano ghiacciate, esposte come erano a quel freddo, sicuramente erano freschissime e perciò buonissime! La birra calda è oscena, la birra fresca è una prelibatezza!

Quindi, come una mosca con il miele, si allontanò dal gruppo e si avvicinò al gruppo di birre sole solette.
Nessuno se ne accorse, tranne Giorgio che, tirando per il braccio Aleksander, fece fermare entrambi, lo indirizzó ad osservare la scena e domandó a mezza voce: <Dove cazzo sta andando quel crucco candegginato? L'unico neurone che ha si è ghiacciato e ora non funziona più?!>

<Dobbiamo proprio riprenderlo noi? C'è suo fratello per ciò...> commentò Aleksander, poco disposto verso l'albino (a differenza dell'altra volta un cui l'avevano incontrato).
Non era incoerente, semplicemente l'altra volta quello là non fissava il -suo- Giorgio con la faccia di uno affamato da tre giorni che vedeva davanti a sé una gustosa bistecca!
Era tremendamente geloso e non voleva che quello là fraintendesse le azioni di Giorgio.

<Sono già andati avanti. Dobbiamo raccattarlo e portarlo sulla giusta strada. Feli diventerebbe una lagna se avessi lasciato che un suo amichetto si ferisse, per di più il fratello di suo marito!> sospirò sconsolato il veneto.
Aleksander purtroppo non ebbe niente da ribattere.

<Ehi!> Giorgio richiamò il prussiano, avvicinandosi in fretta.
Intanto Gilbert si era addentrato nella per-nulla-sospetta e assolutamente-normale viuzza in cui le birre giacevano per terra.
Provò ad afferrarne una ed essa voló via di mano.
La strada dietro ai tre si chiuse con spuntoni di roccia che si ersero in altezza per metri e metri, per poi espandersi moltiplicarsi e costruire un'arena attorno a loro.

Nel mentre, le bottiglie di birra si assemblarono in un mostro alto oltre tre metri.

<Ora pure le birre sono cattive?!> piagnucolò Gilbert. Poi lamentò: <West!>, per accorgersi subito dopo che fosse solo.
<Per fortuna che ho avuto pietà della tua idiozia... da dove cazzo è spuntata 'sta birra, poi?> inquisì Giorgio.
Si mise in una posa difensiva, pronto a lanciare la prima carta appena il nemico si fosse mosso.

<Oh, beh, ci siete anche voi! Non preoccuparti, ti proteggerò i-AHHHHH!> e il discorso eroico di Gilbert venne interrotto da un suo stesso grido acuto mentre schivó all'ultimo una manata del mostro di birre.

N/A: dopo Gesù spara laser, abbiamo il mostro di birre.
Ora Gilbert non vedrà più la birra nella stessa maniera.

Gabbia di séWhere stories live. Discover now