Capitolo 82. Giuseppe dovrebbe tapparsi la bocca ogni tanto

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Ivan scoppiò a ridere, asciugandosi con l'indice una lacrima che sfuggì l'occhio destro. Nel mentre esclamò: <Era da chissà quanto tempo che qualcuno non mi rispondeva a tono in questo modo! Kolkolkol, che spasso! Mi fai una strana sorta di tenerezza, Область*!>
<Ooooook...?> fece Giuseppe, aggrottando le sopracciglia.

<Per questo deciderò di ignorare il trattamento brusco riservatomi e proverò a tenere conto delle tue parole. Sarebbe un peccato se il tuo fervore venisse sprecato. Sarebbe ancora più ammirevole, se usato per una causa anche migliore.> constatò Ivan, un po' criptico.
Gli diede una leggera e veloce pacca sulla spalla e poi riprese a salire, tra lo stupore generale di tutte le nazioni (e di svariate regioni) di ambi i gruppi.

<Come hai fatto a non morire?!> strillò Alfred, incredulo.
<Oh, la morte a mio fratello non la auguri!> minacciò Carmela, già pronta a ficcargli un petardo (o venti) in gola.

<Non ho detto questo!> si difese lo statunitense.
<Finché non muoio o dobbiamo pagarvi in natura per il vostro aiuto, va tuuuuuutto bene.> ironizzò il campano, ignaro di ciò che realmente ha scampato.

<Tirami fuori dalle tue stronzate, che io l'unico modo di pagare in natura che conosco è ricambiare l'assassinio che qualcuno ha compiuto per me.> ribatté  Rosa, decisamente non ironica.
<Stai parlando con uno le cui genti solitamente portano ancora a chi lavora in amministrazione del cibo perché era un modo per ingraziarsi i potenti nell'Ottocento.> commentò Carlo.

Giovanna ribatté: <Si tratta di qualcosina, mica gli si offriva il pranzo, né lo si fa tutt'ora!>
<Beh, sicuramente quando tutto questo sarà finito sarà certamente ora di pranzo, sai?> commentò Giuseppe, ironico <E posso giurare sul mio nome che sicuramente ripagare con il cibo è più facile e bello che ripagare in natura!>

<Allora è deciso!> Francis colse la palla al balzo.
<Cosa?> inquisì Angela.
<Ci offrirete il pranzo! Per colpa di questo casino, non siamo riusciti a farci offrire neanche un piccolo gelato! Un bel pranzo ripagherà lo sforzo!> spiegò il francese.

<Ma non lo faremo!> s'indignó Francesca <Giuseppe parla con il culo, non intendeva un bel niente!>
<Ha giurato con il suo nome. È una promessa.> s'introdusse Yao, che quando fiutava un'offerta non se la faceva scappare.

<Stiamo davvero costringendo dei territori a farci il pranzo per un aiuto che noi abbiamo offerto, volenti o nolenti?> chiese Matthew, sconvolto.
<A quanto pare...> sospirò Ludwig.
<Eddai, West!> lo esortò Gilbert <Non siamo crudeli, stiamo solo chiedendo un pranzetto! Per favoreeeee~> e con le ultime due parole si rivolse sia al fratello che alle regioni.

<Ne possiamo discutere quando abbiamo finito?> propose Anna.
<Certamente, ma ti assicuro che non ce lo dimenticheremo. Specialmente non quell'ingordo maiale.> ribatté Ivan.
<Non ci speravamo.> sospirò Sofia, mentre le proteste dello statunitense vennero zittite dal britannico sopracciglione.

<Non è la penna che ferisce più della spada, è la lingua un po' ingenua.> notò Kiku, al ché Henrique si ritrovò ad annuire.

Giuseppe intanto aveva la faccia di un cane bastonato e stava cercando nella madre/sorella un po' di conforto: non voleva mettere tutti loro in quella situazione scomoda, davvero!

<Come ti dico sempre, devi imparare a tenere chiusa quella bocca che ti ritrovi. E te la vedrai tu con Lovi, sappilo.> dichiarò la sicula. Il campano sospirò: lo scontro sarebbe stato inevitabile, indipendentemente da come la questione si risolvesse!

Il momento venne interrotto da Giorgio che esclamò: <Se avete finito di parlare di pranzi e mica pranzi, qua c'è un'uscita!> e spalancò la porta alla fine delle scale, uscendo.

Gabbia di séTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang