Capitolo 77. Approccio alla Generale Inverno (finito: chissà?)

39 6 160
                                    

<Non è quello il punto in questo momento!> sbottò Sofia, manipolando il terreno sotto i piedi di Carlo per farlo inciampare.

Il posseduto però non si fece imbrogliare per così poco ed arretrò in tutta fretta.
Suo malgrado alzò la testa al sentire delle urla dall'alto.

Rosa stava lanciando insulti mentre schivava i proiettili delle pistole che i vari uomini e donne con completi a tre pezzi avevano estratto dalle loro ventiquattrore.

La ligure, dopo aver schivato per un millimetro che un proiettile le prendesse il naso, decretò che fosse il momento di scendere in grande stile.

Trovando il punto d'appoggio perfetto, si diede la spinta e "volò" per qualche istante nell'aria. Atterrò sopra un nemico con un urlo, tagliandogli in fretta la testa.

La baraonda permise a Mario di evocare la sua lupa, mandandola a sbranare quell'esercito di stereotipi milanesi pronti a fatturare.

Carlo decretò con orrore che l'ordine era sparito e, schivando un attacco magico di uno dei nemici, decise che anche loro avrebbero dovuto avere a che fare con il suo casino.

La lama della spada si tinse ancora una volta di rosso e la affondò nella strada come se essa fosse burro. La piazza prese a tremare e vistose crepe si crearono nel terreno, costringendo il gruppo di nazioni e regioni a disperdersi.

<Non volete l'ordine? Avrete il Caos più puro!> promise il lombardo, avventandosi su Giuseppe e Mario, i più vicini.

<Ma perché non potevi venire posseduto dalla tua parte bergamasca o bresciana?!>si lamentò Giuseppe, schivando in scivolata <È la tua parte più simpatica!>

Il successivo fendente che lo colpì di striscio, tagliandogli solo un piccolo ciuffetto di capelli, era decisamente ben più personale.

<Ma sai che anche no?!> rispose Giovanna <È innaturale quando è felice!>

<Manco stessimo parlando dell'Anticristo...> commentò Francesca, mandando al creatore qualcuno con una bella scossa da 1000 Volt.
<Ma stiamo parlando dell'Anticristo; è Carlo il polentone!> si difese la sicula, che sparò nella direzione del lombardo, cercando di salvare il fratello/figlioccio.

Carlo si giró verso di lei, gli occhi decisamente ben più iniettati di odio che con le due regioni precedenti, e si fiondò su di lei, menando fendenti magici a chiunque gli sbarrasse la strada.

Giovanna venne salvata solo da una magia di Sofia, che bloccò il colpo magico del lombardo e permise alla sicula di sparargli vicino alla spalla, sperando di farlo rallentare.

<Si è decisamente infervorato.> commentò Kiku da poco più in là, mentre combatteva schiena contro schiena con Ludwig.

<Devi parlarci tu.> commentò Ivan, sempre un'ombra (pure un po' inquietante) vicino al trio bordeaux d'Italia* <L'odio è più forte di qualsiasi altro sentimento.>

<Ma non ascolta una sega!> si lamentò Giovanna, costretta a sparare mentre arretrava per non venire ammazzata.
Carlo venne arrestato nella sua rincorsa alla meridionale quando un dolore pungente gli investì il braccio, tagliato superficialmente nelle carni da un coltellino.
Anna richiamò la piccola arma a sé e, guardando seria negli occhi la siciliana, affermò a gran voce: <Che ti piaccia o no devi farlo tu! Sei anche quella più vicina!>

Sofia aggiunse: <Se parli tu si gira sempre, anche se per insultarti. Usalo a tuo vantaggio.>
Carlo li stava ignorando, concentrato sull'uccidere la nemica.

Ivan, stanco di vederla tergiversare, decise che fosse il momento di un approccio alla Generale Inverno. Mosse il rubinetto e una cupola avvolse i due eterni cane e gatto.

<Che cazzo-?!> si stupì Giorgio.
<Ma tu sei scemo!> lo insultò Gilbert, in un momento di stupidaggine (e con desiderio di farsi bello agli occhi altrui, mostrandosi sfrontato e sboccato almeno quanto lui).

<Ogni tanto si ha solo bisogno di una spinta.> rispose il russo, sereno.
<Sì, ma tu vuoi che ci sia un bagno di sangue!> ribatté Rosa.
<Sarebbe meglio lasciarli combattere non in una gabbia, Russia.> commentò Sofia, tentando la via diplomatica.

<товарищ**, fidati di me.> la rassicurò il russo a modo suo, sorridendo nella sua maniera criptica (che non prometteva nulla di buono) e appoggiando una mano sulla sua spalla.

<Una mano sarebbe gradita!> si lamentò invece Antonio, in difficoltà con quasi dieci milanesi che lo stavano puntando contemporaneamente.
<Arrivoooooo!> strillò Gilbert, andando in suo soccorso.

<Di sicuro c'erano persone peggiori con cui poteva parlare, no?> domandó mezzo ironico Henrique.
<Quello poco ci vuole.> sbuffò Giorgio.
<Ma quando cazzo finiscono?!> invece si lamentò Rosa <Mi sto stancando di uccidere questi idioti vestiti da elegantoni con un palo in culo!>

Nel mentre Carlo e Giovanna stavano svolgendo una gara di gatto e topo, in cui la sicula faceva la triste parte del roditore.

Ed era anche stanca di scappare, anche se era in quella posizione scomoda da poco tempo.
Si arrestò, si girò e gli sparò due colpi preventivi che gli sfiorarono le tempie.

Il lombardo si arrestò e li deviò con la spada, impressionato dalla precisione altrui.
Ma non c'era tempo per ammirare l'ordine della nemica, perché non era altro che una nemica, per l'appunto.

<Perché siete venuti nelle mie terre a rovinare la mia pace e il mio ordine?> domandó imperioso Carlo, menando l'ennesimo colpo con la spada.

Giovanna schivó e sparò di nuovo, pensando ad un modo per disarmarlo senza diventare uno spiedino, non avendo il tempo per elaborare un forbito discorso. Ribatté quindi in modo abbastanza penoso: <Perché sei posseduto, razza di coglione!>

<Chi sei tu per insultarmi e insinuare che sia fuori di me?> inquisì il lombardo, muovendosi in modo meno preciso data una strana foga: più quella donna parlava, più lo irritava e non capiva perché.

<Giovanna, Sicilia, chi adori insultare di più e la cosa è reciproca!> si "presentò" la sicula, approfittando delle mosse altrui.
Si avvicinò brandendo la lupara come una spada e infilò una gamba tra le sue.

Respinse con la canna del fucile un fendente e gli fece lo sgambetto, facendolo cadere a terra.
Gli puntò il fucile in testa, le canne poggiate sulla fronte altrui e, con un ghigno vittoriosi, ebbe la boria di stuzzicarlo: <Ed è la combattente rimasta meglio in forma~>

La superbia però acceca e Carlo, ancora più animato dall'ira, rispose con una contro-offesa.



N/A: trio bordeaux d'Italia*: per chi non lo ricordasse, o non l'avesse mai letto, è il modo in cui altre regioni si riferiscono a Francesca, Anna e Sofia soprattutto in tempi di politica perché sono le roccaforti del "comunismo" italiano e quindi risultano sempre rosse sulla cartina per quell'aspetto.

товарищ**(tovarishch)= compagna

E niente, un capitolo senza pretese ma spero che vi possa piacere (anche perché ho visto un calo nelle letture e stelline, anche se spero sia solo per il fatto che è quasi finita la scuola e quindi c'è l'ultimo rush finale per voi).

Spero anche che l'avvicinarsi degli esami per me non comporti un complicarsi ancora di più nel riuscire a scrivere i capitoli e io vi auguro un buon weekend! <3

Gabbia di séWhere stories live. Discover now