Capitolo 13. Regione-lampadina: comoda, non inquina e carina

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N/A: il titolo è scemo.
Lo so che questa storia è "seria", almeno ci si prova, ci tengo anche io... Ma ho un bisogno psicofisico di avere capitoli con stronzate nei titoli.

Quindi sappiate che ogni tanto ci saranno anche loro.



Quando tutti salirono, si inerpicarono su ripidi scalini, non senza il lamento di Yao per le sue 'povere vecchie ossa'.

<Sei vecchio solo quando ti serve.> sbuffò Gilbert.
<E certo!> ritorse il cinese, con un leggero fiatone.

<Siamo quasi arrivati da qualche parte.> promise Rita, abituata per secoli ad inerpicarsi sulle sue montagne con greggi da controllare. E, successivamente, correre su e giù per le gradinate della residenza dei Savoia per schivare tutti era stato un ulteriore allenamento.

<Meno male, non ne posso più!> si lamentò Alfred.
<Eroe eroe e poi si lagna per qualche gradino.> commentò Angela, la voce neutrale se non fosse stato per un pizzico di sarcasmo.

Lo statunitense si indignò, mentre altri risero e Arthur chiese: <Perchè non possiamo averti più in giro? Sei così simpatica!>

<Stronzi.> borbottò l'americano egocentrico.
<Non so quanto ti consoli, ma Angela è anche una delle più pacate. Ti assicuro che troveremo altri arrabbiati con tutto il mondo e quindi insulteranno senza distinzioni.> specificò Maurizio.

<Sono territori di Lovino?> chiese Ivan.
<Solo una, in realtà.> rifletté Rita <Tutti gli altri di Feliciano!>

<Quelli di Lovino sono molto allegri e socievoli.> la supportò Henrique.
<Già lì conosci tutti, mh?> lo interrogò Antonio, palesemente geloso.

<Li ho visti praticamente due volte, calmati.> lo rimbeccò il portoghese <Però erano proprio contenti di vedere me con lui e non -qualcun altro-.>

Lo spagnolo lo fulminò con lo sguardo e forse gli sarebbe saltato addosso se il prussiano non lo avesse tirato in avanti, accanto a lui.
<Non abbiamo bisogno di voi due che litigate!> sbottò l'albino.

<Non siete preoccupati dai loro comportamenti?> domandò Kiku alla regione più vicina, Franco.
Questi scosse la testa e affermò: <Ti assicuro che abbiamo ben di peggio da parte nostra, lo vedrai.>

<Del tipo?> chiese Matthew.
<Del tipo lotta eterna nord contro sud.> rispose Maurizio.
<Come i miei territori: hanno fatto anche una guerra civile per tanto si odiavano-.> si intromise Alfred.

<Però da te i fascisti sono per stereotipo al sud.> commentò Angela, in italiano.
<Angela!> esclamò Franco.
Rita trattenne male le risate, mannaggia lei e il suo black humour.

<Cosa hanno detto?> chiese lo statunitense.
<Ignoriamo, che è meglio.> sospirò Ludwig ed Henrique annuì, a sostegno del biondino-mica-tanto-"ino".

<Io ho solo detto la verità.> si difese l'umbra, di nuovo nella lingua delle nazioni.
<Qualunque sia, se West non vuole dirla, avrà un valido motivo. È qualcosa di cattivo, mh?> domandò retorico Gilbert.

<Abbastanza...> si intromise il portoghese.
<E chi te l'ha chiesto?> lo interrogò Antonio.

<Bambini, smettetela, siamo arrivati da qualche parte.> impartì Rita, uscendo come le altre regioni in uno spazio aperto.

Alfred, con un cipiglio in volto, fece segno ai due iberici di ammutolirsi, sorridendo poi splendidamente alla sarda, che ricambiò dolce il sorriso.

<Cosa non fa il potere di una bella donna sul nostro Alfred.> ridacchiò a bassa voce Francis, sporgendosi verso Arthur per farlo sentire.
Questi lo fulminò con lo sguardo, stizzito, perché non poteva negare l'ovvio!

Gabbia di séWhere stories live. Discover now