Capitolo 116. Vuol dire fuga e quindi fuggire!

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N/A: il titolo è un meme.
Ma a parte questa stronzata, ho una notizia che non fregherà a nessuno.

Dopo non so quanti anni di hiatus, finalmente uscirà a breve il secondo capitolo di "Una nuova casa (e vita?) per Lovino"!

Lo sapevo che non fregava a nessuno, ma volevo e dovevo dirlo, perché purtroppo ho avuto un enorme blocco per quella storia (non s'era visto!) ma sono fiera di essere riuscita a completare il secondo pezzo!
Uscirà prossima settimana, avviserò sul mio profilo quando uscirà il secondo capitolo e lo dirò anche nel capitolo di mercoledì.

Comunque, se riuscissi, vorrei riuscire a pubblicarlo lunedì pomeriggio, se per allora riesco a formattare il capitolo su Wattpad e fare gli ultimi controlli di scrittura.

E niente, dopo questa notizia che non vi frega, vi lascio al capitolo!





Giorgio ebbe uno, anzi, no, due tuffi al cuore. Il primo perché pensò di aver rovinato tutto all'ultimo.
Il secondo perché Feliciano lo aveva chiamato Gigi.

Stava parlando con il vero Feliciano? Doveva stare parlando con il vero Feliciano!
Non poteva mollare ora!

<Perché so che lo sai! Perché è già capitato! Ti ricordi quando eravamo solo noi due, a Venezia? Tanto tanto tempo fa. Una volta stavamo disegnando e tu avevi fatto questo bellissimo disegno della stanza e di me e io avevo cancellato e ricancellato finché il foglio non era tornato intonso, anche se un po' rovinato, e mi ero rifiutato di fare altro perché era quello che sapevo fare.>

<L'abbiamo appeso.> lo interruppe Feliciano <E ti avevo detto che era perfetto perché se la tua arte era lasciare il foglio bianco, perché era quello che ti sentivi di fare, andava bene cosí.>

La nazione tornò a fissare il foglio, matita alla mano.
L'appoggiò e asserì: <Ho finito.>
La matita svanì come fumo.
Il "foglio" sparì.

E con quest'ultimo il pavimento.

•~-~•

Giovanna sorrise apertamente e ripeté: <Con te. Canada ha scelto te non come seconda scelta, non come ripiego, non come un trampolino di lancio o temporaneo amico. Ha scelto te perché vuole te. E non è l'unico. E lo sai.>

Lovino la fissò come un pesce lesso, ma non protestò. Sempre meglio di niente, pensò.
Ma nessuno dei due notò che la buia sala stava diventando più luminosa.

Quindi la sicula continuò imperterrita: <Cazzo, ti sei anche sposato! E quella nazione ha scelto te perché voleva te! E come non potrebbe volerti? Vali Lovino, vali come tutti gli altri e anche se esiste gente di merda che non vede il tuo valore, avrai sempre qualcuno vicino che t'amerà per chi sei.>

Lovino la osservava come se fosse un'apparizione della Madonna. Spostò per breve tempo gli occhi sulle loro mani, che Giovanna strinse nelle sue, per poi tornare sul volto della donna. La regione continuava a sorridere incoraggiante e concluse: <E anche se ci fosse un momento in cui solo io... o solo Canada o Carmela o João o Vincenzo fossimo vicino a te per confortarti, ricordati che una persona che t'ama davvero vale di più di mille stronzi. E noi cosa diciamo agli stronzi?>

Lovino rifletté per un lungo secondo, poi un abbozzo di sorriso gli piegò le labbra e rispose: <Li mandiamo a 'fanculo perché la vita è già abbastanza rompipalle di suo per stare ad ascoltare dei coglioni.>

<Bravo.> e tolse una mano da sopra quelle di Lovino per arruffargli i capelli.
<Grazie.> fu a malapena un sussurro, ma risuonò nel silenzio della stanza e venne accentuato dall'abbraccio in cui l'italiano la strinse.

Gabbia di séWhere stories live. Discover now