Capitolo 16. Filosofia vivente

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N/A: cosa veloce (neanche troppo): io dovevo andare a in Spagna per un viaggio d'istruzione in terza superiore, ma non è mai accaduto.

Perché? Io dovevo partire il 23 febbraio e il 22 è comparso il primo caso a Codogno! E abitando non troppo lontano dalla Lombardia, gli spagnoli si erano cagati addosso e non ci volevano più a casa loro! (Si, perchè saremmo andati in case famiglia).

Io sono sempre molto fortunata.

Adesso, il 28 marzo parto e torno l'1 aprile, ma non vado in Spagna da Antonio, bensì da Giuseppe Vargas a Napoli.

Perché? Siamo in troppi e quindi mentre le altre due classi vanno in Francia e in Germania in casa famiglia, noi che facciamo spagnolo andiamo a visitare la Napoli borbonica e stiamo in hotel.

Sarà comunque una bella esperienza, almeno spero.
E ora vi starete chiedendo "perché sta pirla ce lo sta dicendo?"

È una premessa per dirvi che non avrò molto tempo per scrivere, quindi non so se la prossima settimana uscirà il capitolo su questa storia e anche sull'altra.
Io ci provo ma non prometto nulla, anche perché vorrei rilassarmi e ci sarà già filosofia (altra mia fortuna) a darmi rimorsi.

Detto questo, buona lettura.


Per fortuna Franco attivò la magia in modo utile e una rete di salvataggio apparve fra loro e le fiamme. L'arresto fu così attutito e tornarono per terra.

Alcuni inciamparono addosso ad altri e, per una serie di spintonate, Gilbert finì fra le braccia di Ivan.

<Vuoi unirti alla madrepatria Russia~?> chiese il russo con candore.
<Mi è bastato una volta!> strillò il prussiano, allontanandosi ed evocando la sua spada <E se c'è qualcuno che voglio invadere, sicuro non sei tu!>

<Punti a pesci irraggiungibili, tesoro.> notò Francis, allontanandosi dalle fiamme, senza gettarsi addosso la nemica.

Sofia schioccò la lingua, contrariata. Si livrò in aria un momento prima dell'inevitabile, gli incantesimi combinati di Angela e Arthur che si schiantarono sotto di lei. La potenza magica le rizzò i peli sulle braccia.

Ritornò con i piedi per terra, scatenando un terremoto violento verso i suoi nemici, lasciando intoccate le librerie stracolme.

Il terreno non si incrinò, ma alcuni caddero a terra e ne approfittò. Alzò il braccio e poi lo abbassò velocemente. Per alcuni occhi tristemente esperti, per un attimo quel gesto sembrò il saluto fascista. Invece si rivelò essere un altro incantesimo.

<Uh, siamo in Undertale!> esclamò Alfred, afferrando il fratello e levandolo da dove stava per spuntare una lancia.

<Basta con questi fottuti videogiochi!> si lamentò Arthur, schivando e scagliando, per fortuna, una palla di fuoco contro la nemica.

<Ma è vero! Lei è tipo Undyne, con questi attacchi con le lancia. Anche se così immersa nei libri sembra più Alphis. Ha laboratori segreti?> sproloquiava nel mentre lo statunitense.

<Fatti impalare e facci un favore!> esclamò Ivan, schivando con maestria le lance sempre più veloci e imprevedibili, nonostante la sua stazza.
Doveva ringraziare il potete del Generale Inverno, che gli permetteva di avvertire sotto i propri piedi dove compariva il calore della magia.

Alfred gli fece il verso per poi emettere un grido spaventato: una lancia l'aveva mancato per pochissimo. Però glì aveva rovinato la camicia!

<Con chi stavi parlando?> chiese nel mentre Ludwig alla regione posseduta.
Che ironia la vita! L'ultima volta che l'aveva vista era stata colei che gli aveva salvato il culo, per dirla senza mezzi termini.
Ora, invece, stava provando a renderlo uno spiedino germanico.

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