Nascondino

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#Save the penguins and the chocolate from woman with cooking pan

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Ezechiele


La piccola bambina mi sorrise.

-Gioca con me!- esclamò prima di cominciare a correre. 

Sorrisi. Era una demone? Di sicuro il colore dei suoi occhi non era quello di un anemone di razza. Loro avevano lo sguardo buio e spento del re degli inferi, inoltre erano molto più forti e veloci di tutti gli altri, erano pur sempre figli di ex angeli, anemoni. Quindi questo dettaglio ne escludeva una sua recente nascita. Era bambina e lo sarebbe rimasta sempre. Di certo non era un'anima dannata, un'umana col filo del destino reciso, loro erano condannati nei più bassi gironi degli inferi, torturati e umiliati in eterno o usati come soldati nelle guerre fra angeli e demoni, prima dell'inizio della vera lotta, cosa che entrambi gli schieramenti cercavano di evitare dopo la distruzione di Babilonia. Alle colonne d'Ercole si era rischiato l'ennesimo distruttivo scontro, fortunatamente il creatore era intervenuto in tempo per impedire una nuova Apocalisse. Nemmeno Lucifero avrebbe voluto che il creato venisse distrutto, in fondo si serviva di questo per la sua vendetta fratricida.

Come era diventata un anemone allora quella bambina? Chi era stato a strapparle il filo del destino? Solo il sacrificio di Isacco avrebbe potuto reciderlo, ma quell'arma era nelle mani di... Luce. Ogni anima che decidesse di rinunciare al proprio filo rosso doveva mostrarsi al suo cospetto e lui lo avrebbe reciso. Solo lui ne era in grado negli inferi.

Pensai subito che non fosse possibile. Lui non avrebbe avuto nessun vantaggio da un demone così giovane.

L'idea che le tenebre potessero aver sporcato l'anima di una creatura così piccola mi fece provare una fitta di dolore proprio sotto il costato.

Accettai di giocare con lei. Avevo pena per la sua anima, ma non avrei comunque potuto fare molto per aiutarla.

-Aspettami! - urlai e mi lanciai all'inseguimento.

Nei secoli non avevo mai avuto modo di stare a contatto con creature non umane così giovani. Potevo creare la vita, ma appena lo facevo, queste nuove anime buone venivano portate via dai cherubini, questi si sarebbero occupati dei nuovi nati, assegnandogli uno dei cori, lì gli avrebbero insegnato le regole del nostro regno e a svolgere la loro funzione da vigilanti o da cherubini. Potevano diventare solo questo in fondo, perché serafini o troni si doveva nascere, non si poteva diventarlo, e per questo gli angeli avrebbero dovuto procreare fra esseri del loro stesso coro, cosa che succedeva di rado.

L'unica soluzione che mi veniva in mente era che fosse figlia sua, in fondo lo aveva chiamato padre. Solo gli occhi del primo anemone riuscivano a colorarsi di quella tonalità, ma non era possibile. Lui non lo avrebbe mai fatto. Almeno così credevo.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora