Quando la famiglia è più importante di qualsiasi cosa

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Mi risvegliai quasi spontaneamente. Non avevo intenzione di uscire fuori, avevo semplicemente deciso di restarmene lì nel buio a fluttuare nel niente. Eppure, per qualche strano motivo, mi ero risvegliata.

I miei sentimenti erano assopiti e quasi non facevano nemmeno più male. In fin dei conti sarei potuta restare nascosta in eterno ed uscire fuori solo quando c'era bisogno di una comunicante. Avrei lasciato che Bianca vivesse la sua vita umana e poi quando sarebbe stato il momento sarei stata reincarnata. Magari avrebbero trovato un modo per cancellare Luce dalla mia memoria e allora avrei vissuto per sempre così, senza alcun ricordo. Senza dolore.

Aprii gli occhi e vidi il secondo serafino.

Eravamo seduti su un prato e lui mi guardava accigliato. Era buffo, il suo sguardo sospettoso lo avevo sempre trovato terribilmente buffo. Aveva guardato così anche me, la prima volta che mi aveva vista in compagnia di suo fratello. Io e Luce ci eravamo amati subito, eravamo due magneti che non riuscivano a non attrarsi, calamitati l'uno verso l'altro dall'unica forza che non eravamo mai riusciti a controllare: l'amore. Quando Luce mi aveva presentata alla sua metà, questo mi aveva attentamente esaminata per svariati minuti e poi era andato via. Ci ero rimasta male, ma il figlio dell'aurora mi aveva rassicurata dicendo che lui era fatto così e se non gli fossi piaciuta lo avrebbe semplicemente detto apertamente.

-Sento il tuo odore e vedo la tua luce, sei tu, vero? - Mi disse, aprendosi in un sorriso sincero.

Era da tempo che non lo vedevo comparire fra le sue labbra spontaneamente. Nell'ultima vita che avevamo trascorso insieme forse non mi aveva mai sorriso davvero. L'idea di dovermi uccidere se avessi deciso di avvicinarmi a Luce lo aveva reso freddo e distaccato persino con me, una delle poche cose che poteva farlo sentire vicino al ricordo del figlio dell'aurora, il suo amato fratello.

-Michele, che succede? - Chiesi scombussolata. Risvegliarmi dal sonno dopo tutti quei giorni era davvero stancante. Persino il profumo delle primule in fiore dell'aiuola accanto ai nostri piedi era fastidioso e mi lasciava un disgustoso senso di nausea. Eravamo in un parco.

Perché ero lì?

-Ho bisogno di parlarti, sorella. -Una ruga solcava la sua fronte, mentre i riccioli color oro gli ondeggiavano sulle guance, spostati dal vento leggero e caldo, dall'odore quasi estivo e soffocante del traffico cittadino. Le voci stridule e infantili dei bambini sulle giostre ci raggiungevano appena, confondendosi fra le trombe dei clacson e gli abbai dei cani di alcuni passeggiatori occasionali - credo che la purificazione mi abbia danneggiato.

Sembrava davvero distrutto. Teneva le labbra serrate e si torturava le ciocche ribelli che gli si ficcavano negli occhi, ritirandoli dietro la fronte con movimenti rapidi e per nulla delicati.

-Perché dici questo? -Gli chiesi stranita. Non lo avevo mai visto in quello stato.

-Ti fidi dell'anima custode che condivide il tuo corpo?

Mi fissò intensamente con le spalle curve verso il terreno. Non avevo mai visto Michele così confuso. Lui era freddo e controllato, aveva sempre una risposta per tutto.

-Abbastanza. Perché me lo chiedi?

-Credo che sia una strega. -sputò fuori e io non riuscii a trattenere una risata.

-Perché lo credi? -chiesi cercando di controllarmi; mi fulminava con lo sguardo solo perché avevo messo in dubbio la sua certezza. Era così suscettibile e orgoglioso... così simile al figlio dell'aurora...

-Lei emana un'aura diversa dalle altre e il suo profumo....- Si fermò pensieroso e assottigliò gli occhi, come se volesse far prendere fuoco al terreno di fronte a lui.

-Ti attrae?- lo vidi sussultare come se gli avessi tirato un pizzicotto, ma quella domanda era sfuggita dalle mie labbra curiose. Era mio fratello da secoli, prima della caduta eravamo inseparabili noi tre.

-Non dire sciocchezze.- replicò pungente e fissandomi dritto negli occhi. -Credo che lei e Lucifero mi stiano ingannando.

Per un attimo pensai che avesse ricordato tutto. Non potevo dirgli la verità. Il creatore lo aveva proibito a tutti i suoi figli. L'amore di Michele per Bianca lo aveva allontanato dal suo credo. Il loro sentimento poteva mettere a rischio l'intero creato.

-Michele. -Gli accarezzai una guancia e lui posò la sua mano sulla mia stranito. -È una persona di cui ci possiamo fidare, ha fatto molto per noi e forse quello che senti verso di lei è solo riconoscenza.

Lui strinse la mia mano.

-Non posso essere riconoscente verso qualcuno che nemmeno ricordo di conoscere!

-L'Angelo che sei le riconosce i suoi meriti. Tu riesci a vedere uno spirito puro- Mi sentivo colpevole. Tra loro c'era qualcosa di forte e il fatto che Michele sentisse ancora del trasporto per lei ne era la prova. Perché il Padre non aveva concesso loro una possibilità?

-Non è solo quello- sussurrò - Io provo continuamente questa sensazione... È come se mi mancasse l'aria.

Mi fissò dritto negli occhi.

-Ha fatto molto per tutti noi e, anche se non posso parlarne, si è sacrificata per tutti. - poggiai una mano sul suo viso - Quindi sì, mi fido di lei e dovresti farlo anche tu.

-E di te? Posso fidarmi ancora di te... nonostante tutto? - per un attimo l'ombra dell'incertezza turbò il suo sguardo fiero. Non era da lui mostrarsi così vulnerabile e io mi sentii responsabile.

-Sarò sempre la tua più fidata alleata. Anche se non siamo più uniti da nessun filo, io e te siamo fratelli, Michele, io e te saremo per sempre uniti dalla nostra missione e dalla nostra amicizia. Darei la vita per te, fratello.

Mi sorrise sincero e io gli diedi un pizzicotto sulla guancia che accarezzavo.

-Smettila! Sai che non lo tollero!- Mi ordinò e mi spinse sul manto erboso. Nonostante i millenni trascorsi insieme e nonostante fosse lui il più grande fra noi, lo avevo sempre trattato come un fratello minore.

-Secondo serafino, c'è forse qualcosa che non ti infastidisce? -Gli pizzicai il fianco, facendolo incurvare di lato e non mi arrestai nemmeno di fronte alle sue puerili minacce.

-Vedo che adori ancora fare la prepotente, comunicante, ma io non ti lascerò vincere come lui!

-Luce non mi ha mai lasciato vincere durante i nostri scontri! - replicai attaccandolo ancora.

-Oh ma per favore... in ogni caso io non sarò buono come mio fratello! - Michele mi afferrò i polsi e li spinse contro il terreno, costringendomi alla resa.

Cominciai a ridere per la sua espressione infastidita e la reazione eccessiva per degli innocui pizzicotti che ero certa avvertisse appena. La verità era semplicemente che odiava essere toccato.

-Ma bene. Che bel quadretto. -La voce soave e bassa che conoscevamo fin troppo bene ci fece sussultare; d'istinto ci allontanammo un po' l'uno dall'altro e tornammo seduti.

-Devo dire che tra le tante cose che sarebbero potute accadere, questa non me la aspettavo proprio.- sibilò ironico.

Lo guardai e anche se dalla sua espressione sembrava tranquillo e sorridente, io sapevo cosa si nascondeva dietro quella maschera fatta di freddezza e distacco.

-Lucifero. -sussurrai.

-Già, Lucifero. -ringhiò.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora