PIAGHE

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- Non è necessario - le dissi, lasciando che i pugni si rilassassero sul tavolo - ti credo.

La donna mi sorrise complice. Non ero ancora pronta a condividere tutto il mio passato con qualcuno e lei parve capire. Mi fidavo della dea, ma un conto era che sospettasse che ci fosse attrazione fra me e il primo anemone, tutt'altra cosa era raccontarle di cosa eravamo disposti a fare l'uno per l'altro. Ero certa che la sua fiducia in me non sarebbe stata la stessa.

-Altro tè?- cambiò velocemente discorso. Aveva afferrato la teiera e si era alzata in attesa della nostra risposta. Entrambe rifiutammo.

-Chissà perché le vecchie buone abitudini sono sempre quelle che uno perde per prime -sbuffò avanzando verso una piccola stanza sul lato destro. -l'ora del te, uno dei più antichi rituali snobbato così, fossimo stati in altri tempi avrei avuto il diritto morale di sbattervi fuori.

Parlottava da sola dalla stanzetta in cui era scomparsa e da cui provenivano di tanto in tanto i tipici rumori di piatti che si scontrano l'un altro.

Core si voltò a guardarmi ma non disse nulla. Era come se cercasse di leggermi dentro senza riuscirci e alla fine si voltò delusa, perché nemmeno io provai a spiegarle. Non ero pronta.

Il campanello ci fece sobbalzare. Non credevo ne avesse uno. Non credevo che i negozi in genere ne avessero.

Mia nonna sbucò dalla soglia con la nostra stessa espressione interrogativa.

-Mia madre è tornata, papà non deve esserle piaciuto granché, - provai ad indovinare.-in effetti ho sempre pensato che non fosse un tipo molto divertente da giovane.

-No, lei ha le chiavi. - replicò. 

Si asciugo' le mani con della carta e poi si stirò il vestito prugna lungo i fianchi. Era pur sempre una boutique, mi ricordai, mentre la vedevo sparire con quell'aria seria e quasi snob. Richiuse la porta scorrevole alle spalle e si avvicinò alla porta di vetro che collegava con l'esterno. 

Mi schiacciai sulla porta scorrevole e cercai di guardare fuori. Non vedevo nulla se non le spalle strette della donna. Sembrò bloccarsi. Stava esitando ad aprire e non ne vedevo il motivo. Per un attimo pensai che ci avessero scoperto, poi però ne allontanai l'idea. Nessuno sapeva che in qualche modo eravamo collegati alla strega.

-Non sono forse il benvenuto in casa tua?

Era una voce maschile. Sentii scricchiolare appena i cardini della porta e intuii che se la fosse chiusa alle spalle.

-Chiunque sia disposto a spendere, qui è il benvenuto. -disse lei - la vita nella società moderna è terribilmente cara.

Oscillò la mano vicino al viso, come se volesse cacciar via un insetto.

Mi voltai verso Core, aveva un'aria strana, che mi incitò a sporgermi ancora e a cercare di capire chi fosse l'uomo appena entrato.

Lo feci. Era di spalle. Sembrava osservare attentamente ogni abito appeso, come se stesse davvero decidendo di prenderne uno. Era vestito di nero. Una semplice maglia di lino e un pantalone che sembrava essere stato cucito apposta per lui. I capelli  castani e lisci gli ricadevano appena sulle spalle ed erano legati in un codino basso che gli dava tanto l'aria del chitarrista rock.

- Che sei venuto a fare? - lo interruppe lei, prima che sfiorasse un vestito porpora con le dita.

Le lasciò ricadere verso il basso e si voltò a guardarla sorridendo. Fu in quel momento che riuscii a vedere metà del suo viso. Indietreggiai d'istinto e quasi non pestai un piede a Susi, che senza che me ne accorgessi, era ferma alle mie spalle e si schiacciava contro la porta da sopra la mia testa. Mi afferrò, tenendomi ferma ed evitando che andassi a sbattere contro qualcosa e annunciassi la nostra presenza.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Where stories live. Discover now