Viva

1.1K 98 33
                                    

Aprii gli occhi a fatica. Ero stanca. Avevo già provato una volta quella sensazione, anche se ora sembrava essere passato un secolo. Le luci traballanti del soffitto divennero poco dopo più nitide. Mi guardai intorno disorientata. Mi ci volle qualche minuto per raccogliere le idee e ricordare cosa fosse successo. Mi avevano pugnalata.

-Sei sveglia. - mi voltai verso la voce.

Lucifero era seduto ai piedi del letto e mi fissava con un sorriso statico sul viso. Non sapevo se fosse davvero l'emozione che provasse. Nonostante fosse nella sua forma angelica, lui continuava ad essere un enigma per me. Restai pochi minuti a guardarlo e a osservare silenziosa la camera in cui ero. Era molto buia. C'erano delle candele su un grosso pezzo di legno alle sue spalle. Era piccola e circolare, dalle pareti beige e il pavimento di pietra. Il tetto sembrava di paglia e dalla cima a punta pendeva un piccolo lampadario di legno con delle candele accese. Sembrava una capanna.

Pian piano i ricordi tornavano e il senso di stordimento diminuiva, ma comunque mi sentivo spossata. Ogni muscolo sembrava stanco.

-Hai fatto bene a non seguire le voci- disse distogliendomi dai miei pensieri. - sai sono gli Shinigami, se loro riescono a portarti via...ma forse tu lo sai meglio di me. Probabilmente sai che il Paradiso delle anime non è l'unico luogo in cui si arriva se si muore.

-Parli del Purgatorio? - chiesi. L'Inferno non esisteva. Era l'unica alternativa.

Lucifero lasciò cadere la testa di lato come se mi stesse osservando meglio, uscendo dalla penombra che gli oscurava una metà del viso. Vederlo immerso nel buio mi ricordava il serafino sporco di peccato che conoscevo. Il primo anemone.

-Sì, parlo di quel posto. E' stato creato dopo il tradimento di Eva e ci sono poco più di una manciata di anime. Pochi ne sono a conoscenza ancora, ma tu sì. Forse non dovrei nemmeno stupirmi. - valutò.

-E' lì che sono finiti quei due? - mi riferivo ai due uomini controllati da Lilith e lui capì subito.

-No. -rispose soltanto, lasciandomi con più dubbi di prima.

-Cosa gli hai fatto? - Mi accorsi solo in quel momento che la mano mi tremava.

-Gli ho fatto perdere i sensi. Non spetta a me giudicarli. Non loro almeno-disse prima di rimettersi dritto, sollevandosi dal letto. - continuerà a farlo ancora per un po'.

Indicò la mia mano. Era come se notasse ogni cosa. Osservava chiunque con attenzione.

- Quindi giudicherai me? - Intrecciai le dita fra loro cercando di dominare il tremore.

-No, non giudicherò nemmeno te. - distese le labbra. - c'è qualcosa che non sai allora.

Mugugnai indolenzita e mi rigirai sul fianco. Decisi di non indagare. Il fatto che non mi avrebbe rinchiusa in qualche sorta di prigione era abbastanza per il momento. Cercai di stiracchiarmi, allungando le braccia verso l'alto, cercando di distrarmi dal suo attento sguardo indagatore. Non sentivo davvero dolore, ero più che altro intorpidita. Qualcuno bussò alla porta e Lucifero la fece aprire con il solo gesto della mano e quando vidi Core sotto la soglia sana e salva insieme a Raffaele sentii il peso nel petto alleggerirsi.

-Bianca - Core mi sorrise raggiante e anche Raffaele sembrò rilassarsi dopo avermi vista.

-Core, stai bene! - Aveva i vestiti laceri e qualche graffio ma era sana.

-Bene io? Sei tu che hai ricevuto una pugnalata! Raffaele è arrivato appena in tempo per riuscire a guarirti. -si voltò verso la porta. Lui era fermo sotto lo stipite come se fosse a disagio.

-Davvero? Pare che ti sia debitrice.- gli dissi grata, incoraggiandolo ad avvicinarsi.

-Hai salvato la mia Core. Sono io ad esserti debitore. - replicò avanzando e fermandosi alle spalle della dea.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora