Consapevolezza

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Non conoscevo quell'uomo. Non lo avevo mai visto, ma la lama del pugnale che stringeva fra le dita non l'avrei scordata facilmente. Le gocce di sangue scivolavano sul metallo con facilità, lasciandomi intuire che chiunque avesse creato quel pugnale doveva averlo fatto con una minuziosa cura per i dettagli. Il suo polso era sporco di sangue, così tanto da avere l'orlo della veste completamente zuppo. Guardò la donna al suo fianco, si scambiarono una veloce occhiata compiaciuta prima di decidere di lasciar andare il corpo della povera ragazza a terra.

-Uomini -sibilò il primo serafino al mio fianco.

Mi aveva trascinata lì quando delle urla avevano spezzato la quiete di quel posto, salvandomi almeno temporaneamente dal giudizio di Lucifero.

Il modo in cui aveva pronunciato il nome della mia specie era raggelante. Persino i due sembrarono avere una scossa di paura. L'uomo strinse il pugnale nel palmo con più forza, mentre la sua compagna teneva su per il collo l'altra creatura, sfuggita appena in tempo al massacro. C'era un gruppo di piccolissime capanne, probabilmente case di fortuna di una famiglia troppo numerosa. Un uomo e una donna erano a terra immobili poco distanti dai due. Vicino alla porta di quella centrale invece potevo intravedere due piccoli corpi. Sperai che respirassero ancora, ma erano fermi nello stesso punto da troppo tempo per non temere il peggio. Il ragazzo vicino alla seconda abitazione invece perdeva sangue dal petto e giaceva seduto contro la parete di legno come se stesse dormendo. L'unica donna viva sembrava essere lei ed erano stati loro a fare tutto questo, uomini contro altri uomini.

I mostri siete voi... sempre pronti a tradirvi, io invece sono sempre fedele a me stesso.

Più vivevo in quel tempo, più capivo le parole di Lucifero.

-Sei un angelo... - suppose lui prima di leccare l'orlo dell'impugnatura ricoperta di sangue. I capelli biondi lunghi fino al collo cambiarono colore al contatto col liquido vermiglio e la sua guancia si sporco di rosso. Quando puntò la lama verso di noi mi fu difficile non notare un'aquila impressa sul suo collo, lì fra l'orecchio e l'arco della spalla. Era il marchio di Lilith. Li controllava e nonostante tutto odiavo un po' la mia razza per quello che aveva fatto.

-Non dirmi che dirai qualcosa come "la punizione di Dio arriverà implacabile" perché noi non la temiamo. Chiarì voltandosi verso di lei. I capelli della donna erano raccolti in una lunga treccia scura che le ricadeva fino alla cintura in vita, lì dove la veste veniva tenuta ferma per non aprirsi.

-La punizione di Dio è già qui e fate molto male a non temerla.- replicò caustico.

L'angelo sembrò emanare un forte bagliore e i due indietreggiarono appena.

-Non avvicinarti- intimò lui - non avvicinarti o la uccido. Vivian. - richiamò l'attenzione della donna al suo fianco.

Lucifero avanzò di un altro passo.

- Le dee sono immortali. - gli ricordò.

-Le dee sono immortali, ma lei non lo è più oramai; lei è una comunicante e dopo il tradimento di Eva le comunicanti sono diventate esseri mortali proprio come noi- replicò lui con un'espressione trionfante dipinta in faccia - e abbiamo una lama capace di spezzarle il cuore in due e ucciderne l'anima. Sai cosa significa, vero?

Sorrise beffardo, godendosi il silenzio dell'angelo. Credeva forse che si fosse arreso, ma io conoscevo Luce, lo conoscevo abbastanza da capire che non lo avrebbe mai fatto.

-Lucifero, - gli afferrai un braccio - quel pugnale è sporco di sangue di vergini sacrificate. Può davvero ucciderla.

-Quindi sei lui, il grande Lucifero - l'uomo rise rigirando l'arma nel palmo come se volesse osservarla meglio.

-No, non rinascerà , serafino, fossi in te non aspetterei di vederlo per fidarti. - continuò.

L'angelo spostò lo sguardo da lui a me e fissandomi con la solita aria indecifrabile.

-Lei è la predestinata di Michele.

Nell'esatto istante in cui lo disse le mie dita allentarono la presa sulla sua maglia. Mi voltai a guardarla. Non aveva nulla in comune con Astarte se non i capelli ricci e delle leggere striature rosse sull'onda di ogni boccolo.

-Cassandra - sussurrai lasciando ricadere le braccia.

-Sai davvero tutto di noi - valutò sorridendo appena.

Si mosse così velocemente da avvertire solo uno spostamento d'aria. In un attimo si era materializzato di fronte alla donna e le aveva assestato un colpo sul braccio facendole cadere la lama e la presa sulla dea, che cadde in ginocchio sul terreno. Puntò l'uomo al suo fianco e gli sorrise gelido, non aveva perso davvero tutto diventando oscuro dopotutto; gli torse il polso fino a quando non sentii scricchiolare le ossa e le sue urla fare eco nel bosco. Cassandra si era rimessa in piedi e cercava di raggiungermi mentre ancora si tastava il collo indolenzito. La raggiunsi, le tesi una mano per aiutarla ad allontanarsi e fu allora che vidi Vivian, alle sue spalle, lanciarle contro un pugnale.

Non ci pensai davvero, perché se lo avessi fatto, se avessi dato il tempo alla me umana, alla parte egoista di me stessa, forse avrei esitato un momento di troppo. Secondi fatali che non mi avrebbero dato il tempo di spingerla via. La lama strisciò appena contro la sua guancia e le strappò una ciocca di capelli. La vidi mentre crollavo a terra e il coltello mi perforava la pelle del petto.

Che peccato. Non era un buon giorno per prendersi una pugnalata. Il sole era alto nel cielo e l'aria odorava di pesche mature e gelsomino. No, non era assolutamente il giorno giusto.

Sentii la voce di quella donna chiamarmi e poi chiamare qualcun altro. Vidi perfino il volto di Lucifero e pareva quasi preoccupato. Tossii sorridendo. Dovevo essere impazzita.

-Resta sveglia, Bianca - mi disse. La sua voce era ovattata - Resta svegli... qualunque cosa ti dicano le voci, tu non seguirle.

Mi accarezzò il viso, cercando di aiutarmi a respirare e io gli strinsi la mano. Avevo freddo. Non lo avevo notato prima, ma faceva davvero freddo.

-Devo ammetterlo serafino, avevi ragione, noi uomini siamo davvero stupidi a volte.

E lo pensavo davvero. Se avevo una lama nel petto e non sentivo più le gambe era perché per qualche assurdo motivo avevo deciso di salvare la predestinata dell'essere che amavo.

-Non morirai oggi, Bianca. Te lo prometto.

Fu quella l'ultima frase che riuscii ad ascoltare prima di perdere i sensi e di sentire delle voci, quelle che lui mi aveva detto di non seguire.

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Lo so che è un capitolo breve, ma domani pubblicherò la seconda parte che non è ancora corretta, quindi buon sabato ragazzi e come sempre...

GRAZIE DI ESISTERE :*

Dark plume "Gli angeli gemelli"Where stories live. Discover now