SCACCO AL RE

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- Non tradirò i miei compagni. - puntualizzai con voce ferma.

- Bene, allora mi costringi a non essere cortese, ma poi non dire che la colpa è mia.

Si avvicinò alla porta che aveva aperto e tirò fuori una pesante coperta di velluto rosso. Sembrava coprire qualcosa. Subito dopo averla buttata a terra sorrise sadico. Sentivo dei mormorii, quasi squittii. Lui afferrò qualcosa, sentii un rumore metallico, un cigolio, e poi si curvò all'interno e tirò fuori qualcosa, qualcuno. Era un uomo. Di statura piccola e dai lineamenti europei. Vedevo le sue spalle sobbalzare come se stesse piangendo. Aveva la bocca tappata da un bavaglio e gli occhi bendati.

-Gregorio, saluta. - Michele afferrò la mano dell'uomo e la fece oscillare da un lato all'altro mentre l'uomo sembrava ancora più spaventato di prima. - prima di uscire di scena è educato salutare.- gli disse

Lasciò andare la sua mano e con un gesto rapido afferrò la testa dell'uomo e gli spezzò il collo. Non urlai nemmeno. Mi mancava il fiato. Era successo tutto così velocemente e soprattutto senza la possibilità che io riuscissi a fare qualcosa per lui. Per un momento vidi tutto nero e barcollai sul posto.

-Maddalena, esci fuori, voglio presentarti una persona. - disse rivolgendosi a qualcun altro dietro la stessa porta. Non ne uscì nessuno e allora spazientito si avvicinò alla porta curvandosi al suo interno. Afferrò la donna per la gola e la scaraventò fuori facendola cadere a terra.

-Ora dimmi, dove ti trovi? - sibilò senza staccare gli occhi dalla povera donna. Era scura, la pelle nera e gli occhi azzurri. Era bellissima anche se tremava letteralmente dalla paura.

-Non lo so, mio signore - biascicò strisciando sui palmi e cercando di allontanarsi.

-Non tu! - ringhiò l'anemone.

-Lasciala andare! - urlai dimenandomi. Le scosse elettriche si irradiarono dai polsi a tutto il resto del corpo e mentre io tremavo contorta dal dolore, lui afferrava la donna per il collo e la sollevava in alto, tenendola su fino a quando non smise di muoversi, crollai a terra, scivolai sui maledetti petali rosa che aveva messo sotto i miei piedi e poi vidi il corpo della donna steso a terra, con la testa di lato a fissare con gli occhi spenti il vuoto.

-Dove ti nascondono?- chiese ancora come se avesse trovato finalmente la calma.

- Non posso. - biascicai.

- Bene. Sappi che ucciderò una città intera se non parlerai e se non bastasse, non mi fermerò. - mi si avvicinò e mi strinse il mento con una mano - lo sai vero?

-In via Sant'Agnese numero... - confessai vedendo una piccola figura sbucare da dietro la porta. Non sarei riuscita e vederlo assassinare anche un bambino.

-Perfetto. Hai visto? A volte basta poco per capirsi.

- Sei un bastardo. - lo guardai con odio. Lo disprezzavo. Quello che era diventato era un essere totalmente diverso dal Michele che conoscevo io. Dell'angelo non c'era alcuna traccia e capii finalmente cosa avevo visto di diverso in lui rispetto a Luce. Lucifero era spinto dalla vendetta e dal rancore, mentre lui sembrava davvero provare... piacere.

-Oh, se inizi a riempirmi di complimenti finirò per arrossire. - Si allontanò e si avvicinò verso una porta posta dietro il tavolo, molto più grande della prima, e prima di arrivarci si fermò accanto alla coperta di velluto che aveva lasciato cadere per terra. La raccolse e poi la lanciò sui corpi.

-Odio la natura morta. E' così inespressiva- spalancò la porta d'ingresso con un gesto della mano e sorrise alla figura che era ferma sull'entrata.

Era disgustoso. Come se non pensasse davvero a ciò che aveva fatto. Non gli importava nulla.

-Fratello, - era giovane e aveva i capelli castani che gli scendevano lungo il collo. Si inchinò appena la porta si aprì e anche se non potevo guardarlo bene in volto, aveva qualcosa di familiare - vai a prenderla.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Where stories live. Discover now