Il gioco del silenzio

1.7K 123 61
                                    


Bianca-

Tagliai il primo pezzo di filetto con lentezza. Avevo quasi staccato il piccolo triangolino di carne e stavo per portarmelo alla bocca quando fermai la forchetta a mezz'aria e lasciai ricadere il boccone nel piatto.

Alzai lo sguardo di fronte a me e cedetti. Non ce la facevo più, quella situazione andava avanti da troppo.

-Senti, così non può andare! - Sbuffai.

Non sopportavo più qualla situazione. Mi guardava da quando mi ero seduta al tavolo per mangiare. Mi fissava con la testa poggiata sui dorsi delle mani senza fare nessuna espressione e senza dire niente.
Ogni giorno, durante ogni pasto, si ripeteva la stessa identica scena.

-La vuoi smettere di fissarmi in quel modo?

Misi i pugni sul tavolo, facendo rintoccare il legno sotto le dita.

Erano davvero cocciuti, lei sembrava addirittura più testarda dei due gemelli messi insieme. Entrambi non dicevano una parola, ma si torturavano con un irritante mutismo che mi faceva snervare.  

Sembravano due bambini che giocavano al gioco del silenzio. Il primo che avrebbe ceduto, avrebbe perso?

-Non viene fuori da giorni. Perché? Ho delle cose importanti di cui parlarle.

Lucifero mi fissava accigliato e con una indecifrabile espressione in volto, se non stessi parlando di lui ci avrei visto forse un velo di preoccupazione fra quelle sopracciglia scure e inarcate.

-E che ne so io! Devi averla fatta davvero grossa questa volta! - Sghignazzai.

Era bello avere il coltello dalla parte del manico ogni tanto.

-Non ho fatto niente che non era un mio dovere verso il popolo!

Forse avrebbe fatto meglio a continuare a giocare al gioco del silenzio. Ero certa che lei potesse sentirlo. Io avevo ascoltato stracci di loro conversazioni l'ultima volta e non ero di certo forte quanto lei. Era come se più l'emozione percepita fosse intensa, più l'anima non cosciente restava vigile, come se quei sentimenti così forti fossero capaci di allontanare la nebbia scura. Più il tempo passava e più sembravamo fonderci insieme e onestamente non avevo idea di cosa ci sarebbe accaduto se non fossimo riuscite a dividerci. Forse saremmo diventate davvero un solo essere e la vera domanda era, chi avrebbe preso il sopravvento? Ora in ogni caso lì dentro ci vivevamo in due e l'idea di dover fare da spettatrice ad una loro eventuale serata a lume di candela con fine cena romantico in camera del primo anemone mi fece venire i brividi. No. Non poteva accadere davvero!

-Non pensavo fosse così grave. - Sussurrò più a se stesso.

-Non è grave dici? - Replicai perplessa. - Ricordo ancora le tue parole quando pensavi che Michele avesse "minato alla sua purezza"

Lo citai testualmente.

-E' diverso. - Disse. 

-Diverso? E cosa ci sarebbe di diverso? Non sarai uno di quei vecchi bigotti convinti che i diritti tra uomo e donna non coincidono?

Non credevo che proprio dalla sua bocca sarebbero uscite quelle parole da puritano ipocrita.

-Bigotto io? - Rise di gusto. Erano giorni che non lo faceva. Era sempre derisorio e perfido, ma non rideva. Non davvero. Per un attimo vidi in quel sorriso il mio serafino e provai una orribile fitta al petto.  -Intendevo dire che è diverso perché lei è un essere puro. 

Mi fissò con le tenebre taglienti delle sue iridi.

-Anche gli esseri puri possono...

Non mi fece finire.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Where stories live. Discover now