Gli occhi di un fantasma

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Per quanto assurdo lo avessi immaginato, per la prima volta, avevo ricevuto senza riserve fiducia. Persino io stessa non speravo che lo avrebbe fatto, eppure Susi mi aveva creduta.

La porta usurata era fatta di listelli chiari ancorati l'uno all'altro da sottili liane; per entrare in quella specie di casa dal tetto di paglia non avrei avuto bisogno di bussare, mi bastava alzare uno di quei legni e affacciarmi al suo interno, spiando l'intimità di qualcuno di cui avevo visto solo le spoglie mortali. 

Le convenzioni sociali a cui ero stata abituata mi resero naturale bussare per chiederne il permesso prima di invadere lo spazio di colei che speravo con tutta me stessa di rivedere viva.

-Avanti - disse la voce sottile dalle inconfondibili note femminili.

Esitai un momento, le dita strofinarono appena sopra il legno, dando sfogo alla frustrazione che cercavo di tenere nascosta.

-Non hai molto tempo. - la mano della dea si poggiò sulla mia.

Mi voltai verso di lei. Il suo volto era disteso e lo sguardo determinato mi infuse il coraggio di cui avevo bisogno.

Spinse le nostre mani in avanti e le aste si aprirono facilmente lasciandoci passare. Avanzai nella stanza e poco dopo sentii il cigolio dei listelli alle nostre spalle che continuarono ad oscillare sempre più lentamente fino a fermarsi. Era scarna. Quella specie di abitazione aveva ben poche cose da nascondere. Il suo interno era luminoso, c'era una finestra nell'angolo da cui entrava la luce del giorno e si proiettava su un piccolo tavolo che ospitava delle ciotole intagliate nel legno. Sul davanzale una pianta di timo cresceva rigogliosa e diffondeva il suo odore nella piccola stanza, mentre dal lato apposto una tenda marrone mi lasciava intuire la presenza di un'altra camera.

- Chi siete? - una donna si sollevò dalla sua seduta, un pezzo di tronco circolare e levigato adagiato vicino all'entrata. Era minuta, più bassa di come la ricordavo, ma in fondo l'avevo vista adagiata su un letto e il mio stato d'animo non mi aveva dato modo di osservarla attentamente e considerarne l'altezza. Gli occhi rotondi che avevo visto solo chiusi, nascondevano delle grandi iridi scure sotto le folte ciglia bionde; per qualche motivo ne restai sorpresa. L'avevo immaginata con gli occhi chiari, in fondo la pelle diafana e il colore dei suoi capelli lo lasciavano intuire, ovviamente senza alcun motivo preciso. Le gote erano appuntite e scarne sopra le labbra sottili e il viso lungo era cinto da boccoli ramati. Vederla viva di fronte ai miei occhi era strano. Era come guardare un fantasma dritto in viso.

-Pandora, sei tu, vero? - Core al mio fianco avanzò verso di lei. La donna annuì senza toglierci nemmeno per un attimo lo sguardo attento di dosso come se osservandoci affondo avesse potuto capire le nostre intenzioni o perlomeno la loro natura.

- Lei è Bianca, ha bisogno di parlarti. - continuò.

La prima donna creata mosse un passo verso di noi per potermi osservare meglio.

-Perché? Cosa c'è di così speciale in me da costringerti a cercarmi?  - inquisì astiosa.

Non riuscivo a capire perché tutti sospettassero di me nonostante fosse un mondo privo di peccato. Era come se aleggiasse nell'aria un brutto presentimento e tutti fossero in allerta.

-In te nulla, Pandora.

Da dove avrei dovuto cominciare? Dal nostro primo incontro in un letto che per lei era diventato una tomba? Se le avessi detto di conoscere il suo Segreto e il suo compito sarebbe probabilmente diventata diffidente. Pochi dovevano esserne a conoscenza.

L'unica alternativa che avevo era...

- Ma ho bisogno del tuo aiuto. So che non me lo concederai senza riserve, in ogni caso però io non posso tornare a casa senza risposte e tu sei l'unica che può darmele.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Where stories live. Discover now