L'Origine II parte

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Riconobbi il ramo contorto di quel rovo non appena lo vidi

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Riconobbi il ramo contorto di quel rovo non appena lo vidi. Era sempre lo stesso. Un'immagine stampata nella mia testa, indelebile come una cicatrice marchiata dal fuoco della paura. Mi irrigidii all'improvviso. Mi fermai lì, nel mezzo del sentiero e lo osservai attentamente. Non si muoveva, non da solo. Non questa volta.

Tutto ora era tremendamente reale. I brividi sulla pelle, il fruscio del vento fra i rami spinosi, l'oscillare pigro delle foglie sopra la nostra testa, persino il canto inquietante dell'inferno era niente al confronto.

Non avevo mai capito realmente perché quel posto mi terrorizzasse tanto. La prima volta che mi ero ritrovata lì era stato in un sogno d'ombra, la seconda invece non sapevo nemmeno come ci fossi finita. E ora... bé ora mi ero auto inflitta una visita turistica nella selva oscura. L'unica cosa che sapevo e che in un modo o nell'altro mi ritrovavo sempre lì. Dove tutto aveva avuto inizio davvero. Nel luogo in cui l'ombra persecutoria mi aveva inseguita la prima volta.

Torno indietro.

Era un pensiero legittimo. Umano. Chi avrebbe potuto puntarmi un dito contro? Indietreggiai ma la mano di Ania mi spinse avanti.

-Non ti mostrerai codarda proprio ora, vero? - mi ammonì.

-N-no, no ovviamente. - biascicai - da che parte si va?

Mi schiarii la voce, cercando di contenere il vile pensiero di un attimo prima.

-Non lo vedi? - Devril mi puntò scettico. Sicuramente si era amaramente pentito di avermi dato un po' di fiducia.

Ania mi si accostò e poi con le sottili dita candide mi indicò un cumulo di rocce poco distante.

-Non siamo certi che sia lì, ma nei millenni questo perimetro ci è stato proibito. Nessuno poteva addentrarsi così affondo nella foresta di rovi - sospirò appena e si voltò verso Ramon - ma un uccellino poco furbo una volta si è perso...

-Non mi sono perso... stavo cercando lei! - il ragazzo mi puntò con stizza e lei tornò a guardare me.

-Dicevo che un uccellino si è allontanato dal nido una volta e noi abbiamo dovuto coprirlo, quindi ora, grazie alla sua stoltezza, siamo quasi certi che sia qui.

-Un grazie ogni tanto sarebbe gradito! - sputò Ramon incrociando le braccia al petto.

-Il fatto che ti abbiamo salvato la vita venendoti a recuperare rende te un debitore, impertinente. - Lo fulminò lei.

Guardai la costruzione e mi estraniai dai loro discorsi. Era vecchia, decadente. Così fatiscente da sembrare disabitata. Un cumulo di mattoni grigi che stavano per essere fagocitati dalla natura circostante.

-Credo che ci sia qualcosa che non va. - dissi interrompendo i loro battibecchi.

-Lo credo anche io, sorella, guarda. - Devril si avvicinò di pochi passi alla costruzione quasi interamente inghiottita dall'edera e dai cespugli di more.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Where stories live. Discover now