Buon compleanno!

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Avevo tirato i miei lunghi capelli in una coda alta e ne ero molto felice; con enorme piacere non avevo più trovato il marchio a deturpare il mio collo

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Avevo tirato i miei lunghi capelli in una coda alta e ne ero molto felice; con enorme piacere non avevo più trovato il marchio a deturpare il mio collo. La sensazione che provai fu strana, non li legavo così da otto anni e sentivo perfino freddo alla nuca.

Sorrisi allo specchio. Stavo bene con i capelli alzati, il mio viso era cambiato molto da quando avevo quindici anni, si era assottigliato; gli zigomi alti e la fronte libera formavano un triangolo con la punta rivolta verso il basso, con l'effetto di mettere in risalto i miei grandi occhi castani e di focalizzare l'attenzione sulle labbra gonfie che mi ritrovavo.

Il sigillo doveva essere stato spezzato, proprio come avevano detto le streghe, con il risveglio della comunicante. Ezechiele era libera e io stranamente ancora qui; questo però non lo aveva previsto nessuno e la domanda ora era, perché?

Uscii dal mio bagno e rovistai nell'armadio laccato bianco con ghirigori neri che giaceva nell'angolo dell'enorme stanza che occupavo all'Inferno, o almeno quella in cui dormivo quando non facevo infuriare Lucifero, cosa assai frequente. Gettai il vestito bianco che indossavo sulla poltrona nera, posta vicino alla piccola finestra che mi collegava all'esterno, e lasciai che il nuovo vestito scivolasse sul mio corpo. La stampa fiorata su lino bianco mi aveva attirata subito; aveva una profonda scollatura a punta sulla schiena e le maniche a tre quarti mi mettevano in risalto le spalle strette, quindi non ci avevo pensato molto prima di infilarlo; in fondo lo avrei tolto subito, uno degli anemoni sarebbe venuto a prendermi per portarmi a fare shopping. Nell'attesa mi lasciai ricadere sul letto a due piazze ricoperto da lenzuola in raso anch'esse bianco, e allargai le braccia come se fossero ali spiegate. Ero eccitata e non riuscivo a non sorridere. Era il mio compleanno e quell'uscita straordinaria potevo addebitarla solo a quell'evento. 

Sentii dei rintocchi alla porta e quasi non saltai dal letto. Aprii l'uscio della mia camera raggiante e mi scontrai contro il volto inespressivo dell'anemone rosso, che io avevo soprannominato l'irlandese sin da quando lo avevo visto la prima volta, quando Lucifero mi aveva rapita in quel locale della periferia milanese.

Seguii l'irlandese dai capelli rossi come mi avevano detto. Dovevo comportarmi bene e io lo stavo facendo, attendendo il momento propizio in cui sarei fuggita, mentre tutti non avrebbero notato la mia assenza. Non potevo aspettare che Ezechiele decidesse di lasciare quel posto. Lei sembrava non voler uscire allo scoperto e io non potevo perdere ancora così tanto tempo in attesa che lei decidesse di tornare fra gli umani, se mai avesse avuto il coraggio di farlo. Dovevo agire in fretta.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Where stories live. Discover now