Non pensare, fuggi

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Devril mi afferrò per un braccio e mi trascinò via

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Devril mi afferrò per un braccio e mi trascinò via. Correvamo veloci, ero senza fiato ma correvo, ogni respiro bruciava come se avessi fuoco in gola. Cercai con tutta me stessa di non pensare a come il cuore mi pulsasse forte nel petto, a come le gambe sembrassero pesanti o ai miei movimenti goffi che avevano minacciato più volte di farmi cadere.

-Non pensare, Ezechiele, - ordinò il mezzosangue tirandomi con più forza verso di lui- più lo fai più rallenti, non pensare, fuggi!

Lo sapevo che aveva ragione ma ero esausta. Quella sala era enorme. Sentii l'alito del mostro alle mie spalle. Sembrava grugnire. Un ronzio persistente lo avvolgeva e nonostante sapevo che dovevo seguire il consiglio dell'anemone al mio fianco, qualcosa o forse qualcuno dentro di me, mi portò a voltarmi alle mie spalle.

Urlai per l'orrore. La bocca del mostro si era allargata, come se qualcuno ne avesse tagliato gli angoli. Capii cosa provocasse quel ronzio. Dalla sua bocca usciva uno sciame di mosche che pareva originarsi dal suo stesso stomaco.

-Guarda avanti, maledizione! - mi ammonì lui.

-Ci sto provando, ma non è facile resistere all'umana curiosità!

-Non importa, ho un'idea.

Mi strattonò e mi sollevò in braccio, afferrò con una mano la Vergine di Norimberga che ci tagliava la strada e la fece cadere alle nostre spalle. Con un salto la superammo. Vidi il mostro rotolarvici sopra. Cadde ma si sollevò subito dopo. Sembrava impazzito. Noi catalizzavamo interamente la sua attenzione. Nulla sembrava distrarlo dall'obiettivo. Era come una belva affamata che non si nutriva da giorni e noi il pasto ad un palmo dai suoi canini.

-Cazzo! - Devril ruggì.

Guardai avanti e compresi il motivo della sua rabbia.

-Che succede?

-Maledizione, - mi interruppe - ci stanno chiudendo dentro!

Sembrò aumentare la sua corsa ma con me sulle braccia non ci sarebbe mai riuscito. Tutte le uscite si stavano chiudendo. Volevano intrappolarci lì con quel mostro.

-Lasciami andare Devril! - gli ordinai.

-Non essere stupida! - replicò.

- Se riuscirai a raggiungere le porte farai in modo che non si chiudano e mi salverò anche io! - urlai vedendo Belzebù buttarsi all'altezza delle gambe del mezzosangue. Non ci aveva morsi per un soffio. La bava che gli colava dalla bocca sembrò aumentare e i suoi occhi neri e lucidi parevano folli. Era pazzo. Nemmeno una scintilla di ragione li illuminava. Come una bestia, il suo unico pensiero era morderci.

-Se anche riuscissi a raggiungere le porte quel mostro ti ucciderebbe, e fidati, poi mi ritroverei a sperare che anche Lucifero muoia perché altrimenti, dopo averlo saputo, mi farebbe rimpiangere amaramente di non essermi fermato a giocare col suo cane oggi!

Dark plume "Gli angeli gemelli"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora