Fratture

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Lo seguii, prendendomi il diritto di invadere il loro spazio con la prepotenza tipica della mia razza. Nemmeno Raffaele aveva osato avvicinarsi. Quando Michele si fermò nella radura urtai contro la sua schiena. Capii un momento dopo perché aveva deciso di arrestarsi così bruscamente.

C'era una grossa voragine e l'odore di bruciato infestava l'aria; era la prima volta da quando ero nell'Eden. Mi accostai all'angelo e guardai in basso. Sembrava che una grossa asteroide si fosse schiantata al suolo. Aveva una forma circolare, quasi precisa. Fissai il punto più profondo e notai una figura. Era inginocchiato sul terreno e fissava sotto di lui. Le ali spiegate sprigionavano ancora dei fasci luminosi. Capii perché vedere quella buca mi aveva fatta sentire spaesata. Non c'era. Non c'era mai stata. Fino a quel momento.

-Luce - Michele urlò il suo nome, ma non si mosse, come se non lo avesse nemmeno sentito. Continuò a guardare il terreno sotto di lui.

Sì lasciò cadere verso il basso per raggiungerlo e io lo seguii. A differenza sua però io scivolai sul terreno troppo ripido e quando mi fermai e mi rimisi dritta vidi Michele inginocchiarglisi di fronte.

-La troverò e te la riportero' sana e salva. - gli disse.

Gli poggiò una mano sulla spalla e Lucifero alzò gli occhi a guardarlo. Il suo deserto granuloso era diventato oro liquido. L'iride e la sclera sembravano un tutt'uno. Il modo in cui Michele fissava il fratello non lo avrei mai dimenticato. Lo avevo sentito parlare molte volte di Lucifero, delle loro guerre, del loro odio ma poche volte aveva parlato di quando entrambi avevano combattuto fianco a fianco per mandare avanti il disegno divino. In ogni caso però avevo percepito l'affetto che aveva provato verso il fratello caduto. Fu in quel momento che capii affondo quanto l'odio potesse essere una forma distorta d'amore.

-La straniera è con te? - sussurrò quasi il primo serafino. 

Michele esitò un momento e poi lanciò una veloce occhiata nella mia direzione.

Il solo fatto che mi avesse chiamata straniera mi faceva avere un brutto presentimento.

-Sì, Luce, è qui. - rispose, indicandomi.

Mi avvicinai lentamente fino ad entrare nel suo campo visivo.

-Devo parlarle, da solo. - mi puntò. Il suo sguardo spento era intimidatorio, ne avevo quasi paura.

Guardai Michele sperando che si opponesse, ma lui si sollevò da terra; mi fece un cenno con la mano ordinandomi di eseguire. Mi avvicinai titubante, percorrendo passi incerti sul terreno ripido e quando gli fui di fronte, lui si allontanò, lasciandoci soli.

-Lei è sparita. Non sento più la sua aura. - disse restando immobile nella stessa posizione.

Il suo sguardo spento non mi rendeva semplice capire le sue intenzioni. Mi credeva colpevole in qualche modo?

-Solo una creatura è apparsa nello stesso modo in cui lei è scomparsa. - la sua voce era una minaccia velata da un tono troppo piatto per essere naturale.

-So dove può essere andata. - se era davvero sparita, l'unica alternativa era che avesse attraversato un portale.

Mi tirò in basso con il solo gesto della mano, costringendomi ad inginocchiarmi.

-Certo che lo sai, la vera domanda è se tu e quella creatura che si aggira nell'Eden siete collegati o no - ringhiò.

-La creatura di cui parli si chiama Lilith. - confessai - e sì, in un certo senso noi siamo collegate. Abbiamo oltrepassato lo stesso portale. Lei ha aperto questa finestra nel passato e io l'ho seguita; devo fermarla.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Where stories live. Discover now