Ci sono cose che è meglio non ricordare

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Mi fermai a fissare il legno scuro del mio portone appena io e l'anemone dagli occhi orientali arrivammo sotto casa mia

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Mi fermai a fissare il legno scuro del mio portone appena io e l'anemone dagli occhi orientali arrivammo sotto casa mia. Avrei voluto varcare la soglia, correre lungo il corto corridoio e buttarmi sul mio piccolo e vecchio letto, con le molle negli angoli che spuntavano a pungermi i piedi, piangere fino al mattino dopo e magari riuscire a dormire, concedendo alla mia coscienza un pizzico di oblio, che sarebbe servito a non farmi pensare alla crudele sorte che era spettata ai miei genitori, ma appena lì, una figura vicino all'ingresso aveva attirato la mia attenzione e aveva trasformato la mia apatia in rabbia.

Raffaele era poco più in là della porta, seduto sul marciapiede, fasciato da semplici jeans chiari e una maglia di cotone bianca, che gli donavano l'aspetto angelico che gli apparteneva per natura.

Appena lo vidi, lo superai seguita da Dakota e mi affrettai ad aprire la porta, rigirando le chiavi fra le dita tremanti. Riuscii ad aprire la serratura dopo diversi tentativi, quel maledetto foro era così piccolo che non riuscivo a centrarlo. Ma appena ne fui capace, mi fiondai all'interno del mio appartamento, prima che lui potesse avvicinarsi.

-Aspetta! -Disse prima che richiudessi la porta e io lasciai lo spiraglio aperto, attraverso il quale gli lanciavo occhiate infuocate d'odio. -Ti avevo detto che i tuoi genitori stavano bene e che dovevamo riparlarne, ricordi?

Poggiai la fronte contro il legno sgangherato della porta del mio appartamento di periferia.

-Ascolta, non c'erano altre alternative. La situazione era molto diversa da quella di Luca, i loro corpi erano stati trovati e avevano ricevuto l'addio alla vita da un uomo di fede. - Si avvicinò di qualche passo. -Bianca, avresti preferito che ricordassero tutto quello che è successo? Che fossero stati costretti a trasferirsi, tagliando i ponti con ogni persona che avevano conosciuto in vita?

Sospirai delusa. Delusa da lui. Delusa da tutto.

- A noi angeli non è concesso di stravolgere così la vita delle persone comuni. Noi dobbiamo preservare il loro filo del destino, non possiamo togliere i ricordi a chiunque. Per ogni vita che muore, tante altre ne subiscono un mutamento, persino chi non ti ha conosciuto affatto.

-Non è giusto, Raffaele - Cercai invano di reprimere una lacrima fuggiasca.

-Ora vivranno una nuova vita, lontani da tutto questo e tu potrai incontrarli quando saranno più grandi, troveremo un modo, ma in tutta onestà, Bianca, questo era l'unica soluzione per salvarli dall'Inferno.

Aveva ragione. Aveva terribilmente ragione. Come faceva ad essere sempre così convincente? Non aveva neanche usato il suo potere da guaritore spirituale eppure mi ero calmata. In fondo ero arrabbiata con me stessa non con loro. I miei genitori erano vivi e stavano bene ed era vero, se fossero resuscitati nei loro corpi, sarebbero stati costretti a lasciarsi il passato alle spalle e vivere in un paese non loro. Come avremmo fatto con i documenti e tutto il resto? Era l'unica soluzione davvero fattibile ed io ero arrabbiata solo perché non li avrei visti più. Erano le loro anime, ma non erano la mia mamma e il mio papà.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora