La reputazione è una cosa seria!

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-Esci!

Mi ordinò una figura che si faceva spazio nelle tenebre.

-Vuole vederti.

Mi disse. Stropicciai gli occhi con le dita e mi misi in piedi a fatica. Una cella senza finestre, io ed Ezechiele eravamo una cosa sola e lui mi abbandonava in una gabbia del genere! Non ci potevo credere, persino Amare lo faceva in modo strano.

Il tizio magrolino mi fulmino' con lo sguardo sotto la chioma scura. Sembrava un ragazzo. Se lo avessi incontrato per strada non gli avrei dato più di diciassette anni, ma del resto anche Michele e Lucifero non mostravano più di venticinque anni, quindi poteva benissimo essere vecchio dentro.

"Hanno tutti fretta qui dentro? Che impegni avranno poi? Punzecchiare con forconi i fondoschiena dei dannati?"

-Muoviti.

Sbuffò strattonandomi per un braccio e linciandomi con i suoi occhi scuri. Era uno dei pochi demoni che avevo incontrato ad avere davvero tratti demoniaci. Pensavo che gli anemoni fossero tutti uguali, invece a parte Lucifero, la donna dai lineamenti orientali che mi aveva scortata fin lì e quel ragazzino, tutti parevano quasi dei comuni esseri umani, dotati di singolare bellezza, ma pur sempre esseri umani. L'inferno sembrava un punto di ritrovo per viaggiatori da ogni parte del mondo, perfino Belfagor era nero e l'anemone che avevo visto insieme alla donna dagli occhi a mandorla, aveva tratti nordici, lo avevo denominato l'irlandese. Gomory, l'arpia che mi aveva condannata alle segrete, aveva detto che erano tutti ex cherubini, serafini o vigilanti e forse avevano in parte mantenuto le sembianze angeliche o divine. Quel tipo però aveva qualcosa di diverso, mi ricordava Lucifero. Doveva essere un anemone di razza, un nato nell'Inferno.

-Sarei la sua compagna, vorrei ricordarti.

-No, non lo sei - Rispose secco l'impertinente ragazzo -Non ora dal momento che non emani la stessa luce di una comunicante.

-Vuoi dire che ora propago un colore diverso?

-Come credi che ti riconosciamo? Non siamo mica veggenti! - Sbuffò.

-Magari sentite il mio odore.- Ipotizzai. Lui mi lanciò un'occhiata furtiva, come se stesse cercando di soppesarmi.

-Non siamo tutti capaci di sentire gli odori di altri esseri. Per chi ci hai preso, per animali?- Ringhiò stizzito. - Solo alcuni hanno questa capacità, e sì, è una capacità! In compenso riusciamo a vedere la vostra luce da chilometri di distanza.

Lo rincorrevo lungo quei corridoi scuri e lui non si preoccupava nemmeno di aspettarmi, tanto da costringermi a corrergli dietro per raggiungerlo.

-Ma quando Ezechiele era incosciente gli angeli potevano vedere la sua aura, almeno così mi era parso di capire.

-Perché voi umani siete in grado di capire qualcosa?

Sogghignò.

-Simpatico! Dimmi che colore emano.- Chiesi curiosa. E lui mi ignorò.

-E dai, che ti costa!- Implorai ancora, tirandogli l'angolo della camicia blu notte. Lui ritirò il braccio con forza, staccandosi dalla mia presa insistente.

-Basta che poi stai zitta!

Sbottò irritato. Misi due dita incrociate sulle labbra e lui sbuffò ancora più seccato.

-Sei rosa ora, mentre quando Ezechiele è cosciente sei azzurra. Contenta? Ora muta - Ordinò.

-Perché? Anche prima ero rosa? O magari un misto fra i due colori?- Ipotizzai . - No prima non credo, altrimenti Raffaele non mi avrebbe riconosciuta subito . Mi bloccai sul posto con l'indice sul mento, pensierosa. Vidi le spalle dell'anemone allontanarsi e gli corsi dietro, prima che mi lasciasse lì da sola.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang