Prima regola, non mentire

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Se li guardi dritti negli occhi sembrano appartenere a due mondi diversi, anzi no, loro due sono due universi lontani. Lui è deserto. Le sue iridi sono fatte di granulosa sabbia, una tempesta nel pieno del Sahara che ti avvolge, ti immobilizza e non ti lascia scampo finché non decide di calmarsi e di lasciarti uscire dal suo vortice, mentre Michele è ghiaccio trasparente, lastre sovrapposte di acqua gelata. Per quanto io cerchi di infrangerle, né trovo sempre un'altra a dividermi da lui.

Sì, nonostante siano identici, sono così diversi...

-Mi credi colpevole, io lo so già, ma non è così. - dissi. Era una difesa alquanto debole, ne ero consapevole. Dovevo raccogliere le idee. Dovevo cercare di capire cosa pensavano di sapere sul mio conto.

-In realtà io non ti credo colpevole, sono i fatti che ti definiscono tale- cominciò a camminare verso la fine del sentiero, nel punto in cui ero atterrata con Michele - quello che sto facendo io, Bianca, non è accusarti, ma darti l'opportunità di scagionarti.

Si voltò a guardarmi quando mi fermai sorpresa. In ogni secolo parlassi con lui, aveva l'odiosa capacità di lasciarmi stupita. Lui a differenza di Michele non era saltato alle conclusioni? Non aveva scelto la via più ovvia e accusato il sospettato senza alibi. Per qualche strano motivo in quel preciso istante capii cosa aveva visto in lui Ezechiele e cosa l'aveva fatta innamorare così perdutamente.

-Quindi non credi che sia stata io a convincere Pandora ad aprire la prigione d'argento che teneva chiusi i mali del mondo?- gli chiesi titubante, riprendendo a camminare al suo fianco.

-Sapevi che ogni angelo ha una capacità particolare, Bianca? - chiese.

Sembrava voler cambiare discorso, ma l'intuito mi diceva che non era realmente così. Annuii. Raffaele era capace di guarire, Michele riusciva a controllare il tempo, Gabriele portava il messaggio divino quando i primi due serafini non potevano accogliere lo spirito del Creatore.

-E come fai a saperlo? - mi guardò di straforo, spezzandomi il fiato a metà.

Parlare con lui era come camminare su un campo minato, ogni passo poteva essere quello decisivo. La morte o la salvezza.

-Se era un segreto, non siete riusciti a mantenerlo per molto. L'ho sentito dire - replicai in difficoltà. Non dovevo fidarmi. Era capace di farmi abbassare la guardia e poi attaccarmi. Era una trappola e io ero ad un passo dal restarne vittima.

-Non c'è bisogno che ti agiti, come ti dicevo, io non ti credo colpevole, però sono assolutamente sicuro che tu sia una bugiarda. - chiarì. - seguimi, non fermarti.

Mi ero di nuovo bloccata senza nemmeno accorgermene. Costrinsi le gambe a collaborare. Se continuavo ad avere reazioni così esplicite mi sarei condannata da sola.

-Prima ti ho chiesto se sei a conoscenza delle capacità particolari che hanno gli angeli, e a differenza di quanto credi, non l'ho fatto per dimostrarti che ti conosco più di quanto credi, ma per capire se sei a conoscenza anche delle mie capacità.

Avevo sentito parlare di alcune sue capacità. Controllava il fuoco, riusciva a spostare la materia e teletrasportarsi, aveva un udito eccezionale, una vista fuori dal comune e riusciva a percepire l'odore di un essere a distanza, inoltre...c'era una capacità che aveva perso dopo essere diventato un anemone ed era la stessa a cui aveva rinunciato Ezechiele per stare con lui. Erano stati Raffaele e Michele a dirmelo poco tempo dopo il suo primo attacco.

-Sei capace di creare la vita. - dissi.

-Già, ne sono capace, ma non era quello a cui mi riferivo. - il modo in cui  mi osservava mi faceva sentire a disagio. Era come se qualcosa mi tenesse ancorata ai suoi occhi se lui si voltava a guardarmi. Intrecciai le dita e le strinsi forte, come se quel gesto potesse mantenermi vigile, concentrata.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Donde viven las historias. Descúbrelo ahora