Sequel di Dark plume- La comunicante.
Se non avete letto il primo libro vi consiglio di farlo perché già dalla descrizione ci sono spoiler sul finale!
Dopo la morte di Bianca, Michele è stato sottoposto a un lun...
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-Tu cosa? - Strillai quando vidi la demone orientale lasciare le sue valigie in camera mia.
-Sì, mi è stato ordinato di farti da balia. - Sbuffò, gettando il borsone sul letto.
Non avrei dovuto dirle dove abitavo prima di conoscere Michele e la storia della comunicante, avrei dovuto insospettirmi quando mi aveva detto di volermi semplicemente portare a casa. Il fatto che non avesse voluto raccontarmi ciò che era accaduto doveva mettermi in allarme, ma io non avevo ascoltato il mio istinto e ora me la ritrovavo lì, a tastare ogni mobile, senza la delicatezza di nascondere il ribrezzo verso la mia umile e piccola abitazione.
-No! - Urlai, avanzando verso le sue valige e cercando di trascinarle via verso l'ingresso.-Non ne ho bisogno. Ho già gli angeli.
Lei ci poggiò un piede sopra e con facilità bloccò il mio tentativo di cacciarla via dalla mia dimora.
Mi rimisi dritta e incrociai le braccia al petto irremovibile, restando sotto la porta della mia minuscola camera da letto, sperando che l'anemone prendesse spontaneamente le sue cose e andasse via.
-Senti, la situazione piace meno a me che a te, e se non fossero ordini diretti di Lucifero, io di certo non starei qui.
Si lasciò cadere sul mio letto con ancora il piumone invernale fiorato e dopo averne tastato la consistenza storse il labbro disgustata.
-"Senti", Dakota, io ho intenzione di tornare alla normalità, la mia vita hai presente? E non voglio nessun genere di interferenza! - le dissi cercando di mantenere la calma.
Lei mi fissò con sufficienza, inarcando le sopracciglia brune, proprio come avrebbe fatto con una cavalletta che le sbarrava la strada e si voltò dal lato opposto, frugando con il solo sguardo fra i miei effetti personali.
-Ora ti dirò cosa faremo. -Aggiunsi. -Io andrò a casa dei miei genitori, facendogli sapere di stare bene e accertandomi che anche loro lo stiano, poi passerò dal mio posto di lavoro, pregando il capo in ginocchio di riprendermi e, dopo averlo fatto, tornerò qui e al mio ritorno voglio trovare casa mia nel silenzio più totale e vuota!
Lei si sollevò e mi venne vicino. Era una piccola donna orientale e mi arrivava poco più in basso della mascella, ma aveva uno sguardo tanto penetrante da intimorire.
-Ora ti dirò cosa accadrà, Bianca. -Mi si accostò minacciosa, sbattendo le ciglia più volte del dovuto. -tu andrai dai tuoi genitori e io ti seguirò come la camicia a quadri che ti ritrovi incollata sul didietro, mi presenterai a loro e dirai che io sono la tua migliore amica e che non puoi fare a meno di me, tanto da avermi pregata di venire a vivere con te, - prese fra le sottili dita una delle mie ciocche scure e la scrutò con attenzione, rigirandola fra l'indice e il medio, mentre un leggero sorriso le incurvava le labbra piccole e scure- poi ti seguirò a lavoro e implorerò insieme a te di essere assunta, inginocchiandomi se necessario, respingendo l'atavica pulsione di fare una strage in quel sudicio postaccio che tu chiami bar, dopodiché tornerò a casa con te e mi assicurerò che al tuo prezioso sederino da comunicante non sia accaduto niente, ti rimboccherò le coperte, trattenendo l'irrefrenabile voglia di soffocarti lì sotto, e comunicherò a Belfagor che a fine giornata tu sei ancora viva, e sai perché?