C'è un traditore tra noi

1.7K 97 30
                                    

C'era una cosa che non credevo di poter mai sentire all'Inferno, il silenzio, l'oblio del nulla, una calma che avevo atteso per molto tempo, ma che una volta avuta appariva irreale, innaturale, per quel luogo

¡Ay! Esta imagen no sigue nuestras pautas de contenido. Para continuar la publicación, intente quitarla o subir otra.

C'era una cosa che non credevo di poter mai sentire all'Inferno, il silenzio, l'oblio del nulla, una calma che avevo atteso per molto tempo, ma che una volta avuta appariva irreale, innaturale, per quel luogo. Per un momento fu come se avessi perso il contatto con la realtà e fossi piombata nel mio limbo buio, quello che dividevo senza alcuna logica con Bianca. Eppure in quel momento dovetti ricredermi. Il canto dei dannati era cessato. Non c'era più, l'unico rumore era quello dei nostri passi veloci sul pavimento. Dei miei in realtà, perché quelli di Ramon non facevano rumore. Forse non mi sarei mai abituata al loro modo aggraziato di muoversi nello spazio. Loro e gli angeli sembravano accarezzare il pavimento a differenza di ogni altra creatura, come se la natura stessa non si fosse ancora accorta della differenza fra le creature di luce e quelle di tenebra e le considerasse alla pari.

- Di qua.

Mi avvisò Ramon e io lo seguii rapida. Non dovevo restare indietro. Luce aveva bisogno del mio aiuto. Nonostante fossi arrivata a detestarlo per quello che aveva fatto, non riuscivo a non essere in pena per lui. Nonostante io lo odiassi, lo amavo ancora.

L'unica cosa che era rimasta immutata in quel luogo, oltre al buio annidato negli angoli e all'aspetto tetro del suo stile gotico, era l'odore asfissiante che sembrava trasudare direttamente dalle pareti. L'aria dell'Inferno sembrava fatta di cenere; era un fastidio sottile tanto da permettermi di ignorarla, ma non abbastanza da non percepirla più. Nei bassi gironi però la situazione era diversa. Ogni boccata era debilitante, un veleno silenzioso che nascondeva la sua tossica tossina nell'aria. C'era una cosa che avevo avuto modo di notare negli Inferi: tutto lì dentro era una contraddizione. Persino l'inferno stesso lo era. L'architettura gotica tenebrosa e quasi sinistra si amalgamava alle linee morbide degli arredi georgiani; un'armonia fragile ma esistente, proprio come nel suo re. L'aspetto di un angelo racchiudeva il male stesso. L'inganno della bellezza era il peccato più crudele.

Mi bloccai nel mezzo di una galleria, quando il giovane anemone di razza mi fece un cenno con la mano. Si tese verso una porta come se stesse cercando di sentire qualcosa. Quando finalmente riuscii a controllare i miei respiri anche io sentii quello che percepiva lui.

Erano dei leggeri scricchiolii. Come se qualcuno stesse rosicchiando qualcosa. La porta sembrava aperta, anche se c'era solo uno spiraglio da cui poter spiare. Mi tesi come aveva fatto lui, ma non riuscii a vedere nulla che potesse provocare quel rumore. C'era una poltrona damascata capovolta e dietro di essa le tende appese alle pareti erano lacere. Laggiù non c'erano finestre, ma comunque avevano appeso dei tendaggi; una mera finzione, l'illusione di poter ammirare l'esterno. Persino nelle viscere della terra non riuscivano a tollerare l'assenza della luce del giorno. Chiunque alloggiasse in quella stanza, non sopportava le tenebre tanto quanto un essere di luce. Un'ombra oscurò per un momento l'immagine. Qualcuno ci era passato d'avanti ma era stato così rapido da non permetterci di vedere chi fosse.

-Resta qui - sussurrò il piccolo demone -posso farcela da solo.

-Ramon, aspetta. - lo afferrai per la casacca militare che indossava. Era verde ma molto scura, riusciva a nascondersi facilmente nelle tenebre a differenza mia che invece indossavo un vestito azzurro. - posso aiutarti.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Donde viven las historias. Descúbrelo ahora