La vigilia della fine II

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Correre a perdifiato

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Correre a perdifiato. Saltare le radici esposte e torte delle querce secolari. Scansare i rami contorti che ci sbarravano la strada e poi correre ancora. Sentire i polmoni bruciare e il fiato corto spezzare i battiti nel petto.

Probabilmente aveva notato la mia stanchezza, stavo rallentando, e mi sollevò con facilità, facendomi aggrappare alla sua schiena. Guardarlo rivolgermi quei piccoli gesti gentili mi faceva credere che potessimo fare di tutto se fossimo rimasti insieme. Eppure tutto stava andando nella direzione sbagliata.

-Luce, - lo vidi guardarmi con la coda dell'occhio mentre aggrappata alle sue spalle spingevo la testa contro la sua schiena rubando il suo odore fresco e agrumato. - perché credi che quella piccola demone abbia liberato i dannati dalle tue prigioni?

Si abbassò appena per permetterci di passare sotto una folta galleria fatta di edera e rovi. Sembrava una grotta. La pianta infestante si era arrampicata lungo i rami e poi aveva raggiunto le rocce dell'altro lato del sentiero, creando un vero e proprio muro di tralci. Quel piccolo passaggio sembrava l'unico modo per passarci attraverso.

-Io non lo credo, - rispose - ma lo credono i due anemoni puri e loro non mi mentirebbero mai.

Sotto quel tunnel di edera la luce era così poca da riuscire a stento a distinguere i contorni del suo viso.

-E tu ti fidi? - chiesi.

Sorrise appena. Un leggero sussulto delle sue spalle.

-Non mi fido di nessuno, Ezechiele, dovresti saperlo. Ma non sono una persona che tralascia nulla, tanto meno una possibile minaccia.

La luce del giorno ci colse all'improvviso. Il cunicolo di tralci si aprì senza preavviso. Fu poco più di un attimo e poi la terra sotto i nostri piedi sparì, mostrandoci uno strapiombo che mi bloccò il respiro. Chiusi gli occhi con forza convinta di precipitare, ma non accadde. Quando aprii di nuovo le palpebre libravamo nell'aria. Ai nostri lati delle rocce altissime si stagliavano ripide, mentre sotto di noi si distinguevano appena le cime di alcuni alberi vicino agli argini di un fiume, mentre io ero immersa in morbide piume scure. Mi ritrovai avvolta fra le sue ali nere e lucenti, non le avevo mai viste da così vicino. Erano magnifiche. Mi sfioravano di tanto in tanto quando sbattevano nell'aria e io volevo sentirne l'effetto contro la pelle. Allungai la mano verso di loro per toccarle. Ne accarezzai la vellutata consistenza con le punta delle dita. Sfiorai l'attaccatura robusta delle sue ali, lì dove la pelle si era lacerata per farle uscire fuori. Era liscia, morbida, come se la loro estrusione non fosse stata una tortura per lui.

Lo sentii gemere. Un sibilo di sottile piacere che le fece vibrare sotto le mie mani. Scivolai lungo le estremità, dove diventavano più snelle e si aprivano in ampi archi piumati dalle sfumature violacee.

-Se continui così lascerò Lilith libera di giocare - mi interruppe.

Staccai la mano dalle sue ali come se mi avesse colta a fare qualcosa di proibito.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Where stories live. Discover now