Il lavoro chiama

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Nei secoli avevo avuto molte certezze, tranne una, lui.

Sapevo quale era il mio posto, sapevo cosa dovevo fare e soprattutto perché lo facevo. Perché era giusto. Nonostante tutto però il primo pensiero quando mi risvegliavo in una nuova vita e alla fine di quella precedente, i miei ultimi pensieri non erano né sul bene né sul creato, ma su di lui, il re degli inferi.

E ora scoprivo che non solo aveva coltivato altri piani sui miei poteri, ma che intanto si era trastullato con mezzo mondo per le sue abnormi mire espansionistiche.

L'aveva chiamata politica!

Vagai per i corridoi scuri in cerca delle mie stanze, nonostante i mesi passati lì dentro, non riuscivo ancora ad orientarmi bene e quando arrivai al bivio mi fermai a pensare un attimo a che direzione avrei dovuto prendere.

-Fossi in voi, mia signora, andrei a destra.

Mi voltai nella direzione della voce che mi aveva presa alla sprovvista e mi rilassai quando li vidi apparire.

-Ania, Devril, Ramon. - Li salutai.

I tre anemoni mi mostrarono un inchino e io come al solito feci lo stesso. Anche se non era necessario, odiavo l'atteggiamento reverenziale che tutti mi mostravano da secoli e dopo il mio arrivo all'inferno anche gli anemoni mi avevano trattata come una nobile, almeno quasi tutti.

-Siete stati per caso convocati? - Gli chiesi, vedendoli tutti vestiti eleganti e sobri.

Di solito gli anemoni amavano tirarsi a lucido, ma, in questo caso, sembravano tre impiegati d'ufficio, fasciati in una triste divisa color fumo. Erano i primi demoni che avevo conosciuto quando mi ero trasferita all'Inferno e tra i pochi che mi ispiravano fiducia.

-Sì, mia signora, di sopra sta succedendo un putiferio, pare che le anime dannate non arrivino all'inferno e Lucifero è nero dalla rabbia. ..

Ania sferro' una forte gomitata nelle costole al ragazzo che si piegò su un fianco.

-Come sempre parli troppo, Ramon. - Lo canzono' Devril.

Li guardai stupita, non capivo perché facessero i misteriosi con me.

-Mia signora, abbiamo motivo di credere che ci sia un infiltrato fra noi che aiuti in qualche modo sconosciuto gli angeli a far disintegrare le anime del nostro regno prima che vengano accolte negli inferi. Ma non c'è nulla di cui preoccuparsi, perché la situazione sta già rientrando. - Replicò Ania con tono piatto.

-Perché volevate tenermi nascosta questa informazione? - Chiesi perplessa.

Non avrei potuto aiutarli, era fuori discussione, ma almeno avrei dovuto essere informata. Per loro ero la compagna del sovrano. I nostri fili erano legati dall'indissolubile laccio unito da Dio stesso. Avrebbero dovuto dirmi tutto.

-Non possiamo fidarci di nessuno. - Replicò Devril.

-Di me potete eccome! - chiarii.

Sembrava quasi che dubitassero della mia discrezione.

Tutti e tre mi guardarono pensierosi con i loro occhi scurissimi. Io li incitai a continuare, incrociando le braccia al petto.

-Vedete, mia signora... - Cominciò Devril cauto. Forse anche loro avevano paura del mio scudo di luce. I due demoni di razza al suo fianco sembrarono deglutire. Li rendevo ansiosi? -sulla vostra lealtà non abbiamo alcun dubbio, ma è l'umana con cui dividete il corpo a preoccuparci.

Il ciuffo grigio e alto di Devril pendette di lato, insieme al collo dell'anemone.

-Non sappiamo se riesce a sentire e vedere quello che vedete voi e onestamente non possiamo correre il rischio di rivelare più di quanto dovremmo.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Where stories live. Discover now