Ali ai piedi II

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Credevo di dover sentire i vetri rotti trafiggermi la pelle e la sensazione appiccicosa del vino addosso, invece nulla. Continuavo però a strisciare i tacchi a terra nel vano tentativo di mettermi dritta con l'unico effetto di mostrarmi ridicola. La sala era piombata nel silenzio, avevo gli sguardi di centinai di demoni addosso e soprattutto quelli di Michele; l'unico motivo per cui non strisciavo miserabilmente sul vino era che qualcuno mi afferrava per le braccia.

Michele sembrò sul punto di dire qualcosa, tanto da farmi credere che ci avesse scoperte, invece si voltò di nuovo e tornò a guardare di fronte a lui.

-Divertitevi. Domani sarà un grande giorno - disse.

Scese i pochi gradini che si trovava di fronte, la tuta di pelle che aveva addosso era ornata da spalline a frange dorate che gli donavano l'aspetto di un ufficiale, dalle quali partivano fili d'oro che si fermavano sul petto. Si immerse nella folla che continuava a urlare elogi in suo onore e non riuscii più a vederlo.

-Sorella - Ero ancora appesa a mezz'aria. Da un lato c'era mia nonna, che mi fulminava furiosa con i suoi occhi nocciola. Mi voltai nella direzione opposta. Sentivo la pelle di lui graffiare contro la mia come se avesse il palmo ricoperto di carta vetrata. Lo guardai dritto in faccia e anche lui lo fece. Eravamo troppo vicini affinché non riuscisse a guardare chi si nascondesse sotto il cappuccio.

-Alzati, sbrigati - ordinò atona la strega.

Mi tirai su' e con uno strattone mi liberai dalla presa del demone. I suoi occhi verdi si sgranarono appena per la mia reazione e poi tornarono affilati.

- Un "ti sono debitrice" è più che sufficiente. - mi provocò mentre mi allontanavo accanto a mia nonna.

Mi voltai nella sua direzione, facendo ben attenzione a spostare la stoffa del vestito per non pestarla e inciampare ancora.

-Debitrice? - gli feci eco.

-Se qualcuno ti aiuta in qualcosa, gli devi un favore e nel nostro regno un favore è un...debito. - sogghignò.

C'era qualcosa di strano nella sua pelle. Anche se le squame erano visibili solo sulle mani, l'intero viso sembrava avere una patina lucida, come se in realtà fosse...umido.

-So abbastanza di questo mondo da sapere di non dover avere debiti con i demoni, hanno una memoria molto lunga, ma sfortunatamente noi comuni mortali abbiamo una vita breve. E' un peccato che io non sia una vera strega oscura e non goda dell'eternità. Sono davvero desolata. - replicai sarcastica appoggiando il palmo all'altezza del petto per enfatizzarne l'ironia.

Sentii le dita di mia nonna attorno al braccio darmi fretta e ordinarmi di stare zitta ma non ci riuscii. Tenere a freno la lingua non era mai stata una mia capacità.

-Non ti farò aspettare a lungo, allora. - rise.

-Non affrettarti, Belial, - una elegante figura ci venne incontro. Era vestito di rosso scarlatto e aveva i capelli sciolti fino alle spalle. Ci misi poco a riconoscerlo e mi affrettai a chinare la testa verso il basso per non rischiare che riuscisse a vedermi sotto il cappuccio. - la Sciari smarrita ha deciso di tornare a casa.

Non lo vedevo ma avevo la sensazione che mi stesse osservando.

-Potrà smettere di praticare la magia delle erbe e trasformare la sua adepta in una vera strega, allora avrai l'eternità per riscuotere, anche se una tale assenza di grazia è inusuale nell'immenso esercito demoniaco.

Concluse voltandosi verso mia nonna. La sentii ridere sonoramente, ma la sua voce squillante si perse nel suono assordante della musica metallica. Da quando Michele aveva finito di parlare, il rumore sembrava essere più forte di prima, facendomi chiedere chi lo controllasse.

Dark plume "Gli angeli gemelli"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora