CEO KIM TAEHYUNH

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Sono finalmente riuscita a ottenere un posto come segretaria presso la Kim Company. Mi hanno detto che assisterò il figlio del capo e che prima di me sono andate via una quindicina di ragazze solo dopo tre, quattro giorni.

Ovvio questo non mi tranquillizza affatto, eppure tutto ciò mi sembra così strano. Quanto feci il colloquio con il CEO, il capo dei capi, era davvero un uomo cordiale, certo severo, ma da un lato anche molto simpatico e alla mano.
Chissà forse suo figlio è diverso da lui. Ma anche se non sono affatto tranquilla, di certo non mi faccio spaventare poi così tanto da delle stupide voci.

Sono sull'ascensore che mi sta portando al 10^ piano, dritta dritta verso il diavolo, o cosi dicono.
Le persone al suo interno con me mi guardano strano. Chi storcendo il muso, forse ho sbagliato dress-code, chi con compassione come a dire "povera un'altra che scapperà a gambe elevate" e chi se la ghigna sotto i baffi come se già sapessero qualsiasi cosa di me e di quello che accadrà.
Raggiungo il piano scendo salutandoli cordialmente per poi incamminarmi verso l'unica porta nera dell'intero piano. Che poi non è altro che un piano enorme quasi tutto vuoto. C'è un ufficio enorme che a quanto pare è quello del figlio del presidente e poi un piccolo ufficio comunicante con una scrivania che dovrebbe essere il mio.

Arrivata alla porta, su una targhetta dorata c'è inciso il nome "Kim Taehyung" e devo dire che il suo nome è così melodioso e dolce che mi fa quasi passare ogni preoccupazione.
Busso decisa e dopo pochi istanti un "avanti" da dentro l'ufficio si fa sentire.
Io apro lentamente la porta e entro, mi incammino lentamente verso la scrivania dove la poltrona mi sta dando le spalle.
-ehm, salve, sono Y/n, la sua nuova..-
-segretaria- commenta la voce di prima alle mie spalle.
Mi volto verso di essa e un ragazzo ben vestito, forse poco più grande di me, mi sta sorridendo e squadrando dalla testa ai piedi.
Sono sempre più convinta di aver sbagliato dress-code eppure sono abiti che spesso si utilizzano negli uffici. Camicetta bianca, gonna tubino grigio chiaro e dei tacchi neri. Niente di strano no?

-interessante...davvero interessante- commenta ancora avvicinandosi a me.
Io non so cosa fare esattamente, anche perché a parte qualche colloquio per dei fast food è la prima volta che ottengo un lavoro e mi ritrovo difronte a un capo del genere. Come dire senza sembrare poco professionale? SEXY?!

-Y/n, mi piace questo nome. Dimmi Y/n sai delle voci riguardo le mie precedenti segretarie?- mi chiede una volta arrivato accanto a me.
-si signore, ma io non sono qui per ascoltare le chiacchiere altrui. Sono qui solo per lavorare- commento cercando di non farmi vedere quanto più intimidita possibile.
Lui ride della mia risposta per poi tornare serio e girare intorno a me sfiorandomi i capelli.
-ottimo..e dimmi hai mai fatto questo lavoro?-
Io scuoto la testa e lui si ferma alle mie spalle.
Sento il suo corpo sovrastare il mio da dietro, il suo respiro sul mio collo e le sue mani spostano i miei capelli dietro la schiena per poi posarsi sui miei fianchi.
A quel tocco dei brividi percorrono la mia colonna vertebrale ma cerco di restare immobile. Ancora non capisco che intenzioni abbia onestamente.

-non importa, piuttosto, hai un ragazzo?- mi chiede mentre con il naso sfiora la pelle scoperta dal colletto della mia camicia
Dio mio ma che fa?!
-non capisco come questo possa influire sul mio lavoro-dico cercando di fare un passo avanti per allontanarmi da lui, ma la sua presa sui miei fianchi si fa più forte e vengo riportata con la mia schiena al suo petto e il suo bacino che si incontra con il mio sedere.
-non mi piace quando chi lavora per me non mi risponde. Ti ho chiesto se hai un ragazzo?-
Appena sento le sue mani fare pressione sui miei fianchi spingendo il mio corpo contro il suo ancora di più, sento sbattere sul mio sedere qualcosa che sicuro non è un portafoglio o mazzo di chiavi, anche se spero vivamente sia uno di essi.
-no..non ne ho uno- rispondo sperando la smetta quanto prima.
-devono essere davvero ciechi se non hanno visto quello che vedo io- mi sussurra di nuovo all'orecchio facendomi poi voltare verso di lui.
-signore..-
-oh shhhh, shhhh non parlare, piuttosto, perché non mi fai vedere quanto tieni a questo posto di lavoro?- mi dice prendendo la mia mano e posandola sul suo cavallo dei pantaloni dove una prepotente erezione prende sempre più forma.

Sulle mie guance si crea un rossore diffuso e il mio corpo aumenta forse di un paio di gradi.
-ma..-
-se apri di nuovo bocca per parlare e non per metterti sulle ginocchia e succhiarmelo, ti licenzio qui e ora- mi dice lui tirandomi per i capelli.
Pondero bene dentro di me la mia prossima mossa. Cosa devo fare? Se mi inginocchio e faccio quello che lui vuole non solo mi sarò venduta per un qualcosa che mi farà perdere la mia dignità, ma lui penserà di potermi usare dove, come e quando vuole lui. Ma se rifiuto potrei perdere il lavoro e quando ritrovo un lavoro come questo?!

I nostri occhi si incrociano e nei suoi occhi leggo solo tanta lussuria, i suoi occhi come il suo intero corpo urla SESSO PURO. Mi sta quasi soggiogando ma non posso accettare. Non sono pagata per fare la sua puttana. Così lo spingo via da me e mi ricompongo, avviandomi verso la porta.
-esci da quella porta e..-
-e cosa? Pensa che farò quello che dice lei solo perché ha i soldi e si crede in diritto di dirmi cose devo fare della mia volontà?! Assolutamente no. Preferisco restare senza mangiare, andare a dormire sotto i ponti senza un lavoro. Ma di vendermi così no! Assolutamente no! Arrivederci, anzi addio signor Kim Taehyung!- dico aprendo la porta per uscire quando lui mi tira di nuovo dentro la stanza con lui e mi sbatte alla porta facendola chiudere. Mi guarda con una espressione diversa, sembra arrabbiato eppure nonostante tutto non urla, mi guarda solo dritto negli occhi.
A momenti sembra quasi volermi divorare finché non scoppia a ridere e mi indica la sedia difronte la sua scrivania.
-finalmente ho trovato la mia segretaria. Accomodati. Parliamo del lavoro che faremo nei prossimi mesi-
La sua voce è diversa, la luce nei suoi occhi è diversa, sembra un uomo totalmente diverso da quello di 2 minuti fa.
Resto immobile sulla porta mentre lui si siede dietro la sua scrivania e continua a ridere come se avesse sentito la barzelletta più divertente del mondo.
-siediti su, scusa se continuo a ridere è che ancora stento a crederci. Vieni, ti prometto che non succederà più nulla come quello che è accaduto pochi minuti fa. Volevo solo metterti alla prova. Vedere quanta moralità avesse la persona che lavorerà come me ogni giorno d'ora in poi-
Le sue parole mi sconvolgono, vuol dire che era solo tutta una messa in scena. Nel senso, io resto perché gli ho detto di no? Ok non sto capendo.
Mi siedo sulla sedia ancora perplessa e appena mi rendo conto che lui aspetta una mia risposta mi faccio coraggio.
-lei..lei si è preso gioco di me?- chiedo ancora stupita.
-solo un pochino. Sei l'unica che non solo ha resistito alle mie avance ma che mi ha detto no preferendo preservare la sua moralità piuttosto che vendersi. Le altre ragazze, in passato, non sono state come te. Per questo le ho licenziate. Non mi piace chi non ha personalità e tu ne hai dimostrata invece.- mi spiega lui offrendomi una caramella.
Io la rifiuto gentilmente e lui si alza per raggiungermi sedendosi sulla scrivania, giusto difronte a me.
-Va pure, troverai già dei documenti sulla tua scrivania. Per qualsiasi cosa vieni da me.- mi dice indicandomi la porta.
Io annuisco e mi alzo, sto per uscire dalla porta quando lui mi richiama di nuovo.
-ah Y/n! Bel culo, parlo seriamente questa volta- aggiunge facendomi l'occhiolino per poi tornare dietro la scrivania.
Io esco dalla stanza ancora sconvolta ma almeno non ho perso il lavoro.

ONE SHOT ON BTS 2Where stories live. Discover now