Capitolo 66. Gli insegnamenti di Alan.

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Alan, dopo essere svenuto anch'egli per l'eccessivo sforzo a cui aveva sottoposto il suo corpo, si risvegliò privo di indumenti in una vasca della rianimazione. Dopo due ore si era completamente ristabilito. Il dottore che era di servizio in quel momento gli chiese prima di tutto come si sentiva. Alan gli rispose che era tornato come nuovo; finito di rispondere alle domande del medico gli chiese con calma dove si trovava e chi soprattutto lo aveva portato nel luogo attuale. Il dottore gli disse che si trovava nell'infermeria della Resistenza e che a salvarlo e a portalo lì da lui era stato il cacciatore di taglie Reyko. Sinceramente era l'ultima persona che Alan si aspettava di sentire.
Dopo essersi rivestito Alan si spostò nella sala principale, dove ad accoglierlo c'erano quasi tutti i membri della Resistenza (alcuni erano assenti per via di qualche missione).
Gli chiesero come si sentiva, ma soprattutto l'informazione che desideravano di più conoscere era quella di sapere cosa gli fosse accaduto. Alan gli disse che aveva combattuto prima con i tre comandanti dell'esercito reale e in seguito contro il principe Zaiko, e che in entrambi gli scontri era riuscito a trionfare, senza riuscire però ad eliminarli. Nel sentire quelle dichiarazioni calò un profondo silenzio in tutta sala che fu subito interotto dal trambusto di mille domande chieste contemporaneamente. Volevano sapere tutto: come avesse fatto a sconfiggerli, quanto fosse forte, chi lo aveva istruito ecc... insomma, non gli davano un attimo di tregua.
Alan, per la continua confusione che si era creata, dopo un po' si era seccato e con un gran urlo riuscì finalmente a farli calmare. Se volevano sapere tutto quanto avrebbero dovuto stare in silenzio e ascoltare quello che aveva da dire; soltanto alla fine del racconto avrebbe risposto alle loro continue e pesanti domande.
Quando ebbe terminato riuscì, come aveva promesso, a rispondere a tutti quanti, ma era arrivato il momento di smetterla di parlare di quelle vicende e di cominciare, come aveva già detto nelle ore precedenti, a concentrarsi sull'addestramento che aveva in serbo per tutti loro.
Per prima cosa si presentò a tutti coloro che non avevano avuto il privilegio di conoscerlo e iniziò a spiegare cosa gli avrebbe insegnato. Il programma di Alan consisteva in due sole fasi:
1. farli raggiungere lo stadio del super saiyan;
2. far sì che imparassero a controllare al meglio la propria aura, riuscendo col tempo anche a percepirla.
Come prima dimostrazione pratica si trasformò in un super saiyan e nel vedere che potesse cambiare aspetto così all'improvviso tutti quanti restarono ancora una volta senza fiato. Egli spiegò che ognuno di loro avrebbe potuto farcela: dovevano inanzitutto arrabiarsi, sentire dietro la propria schiena una specie di calore e proiettarlo in fine fuori dai loro corpi. Ci voleva tanta forza di volontà.
Invece per quanto riguardava l'esempio pratico per la percezione dell'aura chiese inanzitutto di essere bendato, in seguito la persona che lo aveva accecato avrebbe dovuto nascondersi, egli poi l'avrebbe trovata in qualsiasi nascondiglio avesse scelto. In un secondo egli la trovò e come prima riuscì ad suscitare un grande stupore.
Alcuni dei presenti però dubitavano che avrebbero raggiunto quel livello: per loro sembrava un'impresa impossibile stando alle loro attuali capacità.
Nell'udire quelle parole si fece avanti Barser e disse a tutti quanti che non era impossibile e per dimostrarlo si trasformò anch'egli in un super saiyan. La cosa sembrava averli un po' rassicurati e invece continuavano a sostenere che solo i saiyan che provenivano da dove erano venuti Alan e Barser avrebbero potuto imparare quella capacità. Non avevano per niente fiducia in sé stessi: il fatto era che da sempre erano stati considerati nullità e di conseguenza si erano condizionati nel l'esserlo.
Per trasmettere un po' di autostima nei loro cuori, Alan incominciò a parlare: " Statemi bene a sentire, tutti voi non siete affatto dei deboli. Affatto! Anzi, quelli di voi che ho conosciuto si sono dimostrati dei guerrieri davvero eccezionali e non sto parlando della forza fisica, ma dello spirito di guerriero che ogni saiyan a dentro di sè. Questa storia dei saiyan superiori e di quelli inferiori è una mostruosa fandonia che vi hanno messo in testa: ho conosciuto molti saiyan nelle vostre stesse condizioni, con differenza che essi ce l'hanno messa tutta e alla fine i loro sforzi sono stati ripagati, hanno raggiunto un livello molto simile al mio. Perciò smettetela di autocommiserarvi e iniziate a seguire i miei insegnamenti, perché solo così potrete superare i vostri limiti".
Per un attimo smise di parlare e di seguito si trasformò dal primo, al secondo e per finire al terzo stadio del super saiyan. Oltre non voleva andare perché sapeva che non ci sarebbero mai arrivati.
Poi continuò col discorso: "Vedete! Questo potere lo potrete ottenere anche voi, basta non smettere mai di voler superare i propri limiti perché questo è il nostro vero segreto! Questa è la nostra caratteristica principale! Andare sempre oltre! Non ci sono limiti di forza per noi! Ora che siete finalmente a conoscenza del vostro potenziale, chi di voi è disposto a seguirmi!? Chi di voi è disposto di smettere di essere una nullità e di consueto è disposto a diventare un vero guerrierio!?" Le risposte furono sempre: "IO!" Per concludere: "E ALLORA, CHI È CON ME!?".
E tutti in coro, con voci ancor più forti che fecero tremare le pareti, risposero: "IOOOOOOO!"
Sembrava proprio che stavolta il messaggio lo avessero finalmente ricevuto, forte e chiaro. Ora non restava altro che rimboccarsi le maniche e mettersi finalmente al lavoro.
Continua....

Dragon Ball Xenoverse 2.2 Le avventure di Alan. (Completa)Where stories live. Discover now