Vacanze di Natale a New York pt.1 (Extra VII)

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New York. Dicembre.

L'aria era cambiata, si respirava Natale già a fine ottobre, durante Halloween. E New York era pronta per vestirsi a festa, accogliere i turisti e regalare gioie.

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"Lana, sono a casa..." nessuna risposta da parte di sua moglie. Era raro che riusciva a tornare a casa per pranzo dato che il lavoro lo assorbiva ma quando ci riusciva, era un piacere vedere la sua Lana. C'era il pranzo sul tavolo della cucina e un biglietto, sorrido, so già che è suo e sicuramente sarà presa dalla sua creatività per non essere qui con me. Levo la giacca posandola sulla sedia e allento la cravatta prendendo il biglietto aprendolo.

"Sono in piena ispirazione artistica. Mi trovi nella stanza che da su Central Park, se mai volessi ispirarmi anche tu mi trovi li. Tua L."

Sorrido

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Sorrido. Come avevo supposto è troppo preda dall'ispirazione, gli artisti sono così, dimenticano anche di mangiare e decido di raggiungerla. La stanza dove "crea" la mia bellissima moglie è al piano terra della nostra grande casa situata in alto da cui si gode una bellissima vista sul parco. Ricordo ancora la sua felicità quando aveva visto quella stanza dicendo che era perfetta per il suo lavoro e io volevo compiacerla in ogni modo possibile. Della musica arriva dalla stanza e la porta è aperta. C'erano oltre tele fresche di pittura messe da una parte per asciugarsi, a terra vari colori sparsi, disegni preparatori e...

Sorrido e il mio corpo dimentica la fame ma subito si accende un altro tipo di "fame". Lana mi da le spalle, nuda. Sta dipingendo completamente nuda. I capelli tirati su, alcuni riccioli che le sfiorano il lungo collo, la schiena, la vita, il sedere tornito e quelle due fossette di Venere che... posa la tavolozza e prende uno dei disegni preparatori di Procida, riconosco il paesaggio e inforca gli occhiali, cosi mi schiarisco la voce per paleso la mia presenza. Salti per lo spavento e ti volti per trequarti. Sorridi portandoti gli occhiali sulla testa. "Procuratore..."

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Chris è curioso di natura e sapevo che sarebbe venuto a vedermi. Dei vi prego aiutatemi! In maniche di camicia, la cravatta allentata, quel mezzo sorriso e gli occhi che sorridono a loro volta mi sono addosso, hanno il potere di infuocarmi "Ciao procuratore, ti ho lasciato il pranzo di la, io ho già mangiato..." "Sicura? Sei molto presa a quanto vedo e...da quando in qua dipingi nuda?" mi giro del tutto provocandolo un po', ma sì in amore tutto è lecito. "Oh beh, mi sento più libera di creare tutto qui e poi tesoro mio, molti artisti lo facevano o facevano altre cose strane..." "Dovrei essere geloso?" "Andiamo! Se arriva qualcuno ho la mia bellissima vestaglia/kimono che abbiamo preso in Giappone... allora, hai fame?"

Incroci le braccia facendo di nuovo quel sorriso. La camicia stava chiedendo pietà per quanto tirava sulle spalle e sul petto, i bicipiti gonfi così come qualcos'altro a Sud dell'Equatore. "Sì, ho fame di te moglie. Potrei cibarmi di te in questa pausa pranzo..." mi mordo il labbro lasciando gli occhiali sul tavolo e faccio qualche passo verso di lui. "Vorresti cibarti di me, mio bel procuratore?" "Oh sì, pezzo dopo pezzo, centimetro dopo centimetro, lasciarti qualche morso, farti gridare ancora e ancora..." mi avvicino ancora e con il dito traccio cerchi immaginare sul pettorale sinistro ricoperto dalla stoffa della camicia "E come vorresti fare, procuratore?" avevo abbassato la voce leccandomi le labbra, Chris fulmineo mi agguanta con un braccio sollevandomi un poco da terra, avvolgo le mie attorno al suo collo e cerca subito le mie labbra.

Procida's jewels and...Where stories live. Discover now