Una festa particolare (Extra XXVIII) Pt.3

25 4 68
                                    


Si, stavo sognando perché solo quello poteva essere. Quando hai una fervida immaginazione come la mia tendi a confondere realtà e finzione.

Sebastian era il Winter Soldier e voleva prendermi per ammazzarmi, mi dice qualcosa in russo, la sua mano di metallo sta per prendermi quando mi sveglio di soprassalto. Sono nel mio letto a Procida, guardo la sveglia che proietta l'ora sul soffitto, le tre. Un sospiro e mi volto verso il mio bel marito che dorme tranquillo e beato. Sono una stupida, vero?

Lui il Soldato d'Inverno, preferisco il Lupo Bianco, quello si. Qualcuno che ti divora e ti fa sentire vivo. Si somigliano molto lui e Mickey anche se ora dimostra di avere il mio carattere. Mi abbasso per dargli un bacio sulla punta del naso e poi mi sdraio il più vicino possibile a lui. "Ti amo..." e mi addormento.

**

Sono sveglio da un po' e mi piace vederla dormire e no, non fa da psicopatici. L'ho sentita agitarsi nel sonno e aspettavo che si rimettesse a dormire altrimenti ci avrei pensato io. E adesso che i raggi del sole colpiscono i suoi capelli così da poter vedere i riflessi rossi che mi avevano colpito la prima volta che li vidi, rimango di nuovo incantato. Caffè nei suoi occhi e cioccolato al peperoncino nei suoi capelli.

Si, sono davvero fottutamente innamorato perso. Ed è la cosa più bella del mondo perdere la testa.

Le bacio una spalla mentre la mano destra va in perlustrazione sotto la sua maglia che mette in inverno per dormire anche se di solito non usa nulla. Accarezzo il ventre per poi scendere ancora un po' fino a trovare la leggera peluria che sormonta il suo sesso, il medio si sposta sfiorando il clitoride "Mmmm..." ho appena iniziato Inima mea.

**

"Bastian..." apro gli occhi e il suo sorriso malizioso e il luccichio blu scuro nelle sue iridi di ghiaccio mi fa svegliare "Buongiorno" le dita mi massaggiano e schiudo leggermente le gambe, scivolano nel mio sesso e gemo socchiudendo gli occhi "Oh no Inima mea, guardami. Voglio vederti venire – un sospiro più forte – invocare il mio nome dalle tue bellissime labbra..." deglutisco.

Quelle dita continuano a torturarmi, si muovono dentro di me toccando i punti giusti, gemo guardando i suoi occhi scuri per il desiderio e la voglia di me. Lo afferro dietro la nuca per baciarlo mente continua a masturbarmi con le sue abili dita, gli succhio il labbro inferiore quando si ritrae da me perché capisce che sono quasi vicino. "Lasciati andare, lo so che ci sei quasi Inima mea..." conficco le unghie nel suo bicipite mentre ho un orgasmo spettacolare. Non lo credevo possibile ma si poteva averlo anche così, se poi lui è bravo... l'ho guardato negli occhi durante l'orgasmo e mi sono sentita diversa. Non ci avevo mai fatto caso ma è come sentirsi legati ancora di più.

Estrae la mano leccandosi le dita e mi sento in imbarazzo per quello che avevo fatto, non è da tutti i giorni "venire" in quel modo, avrei dovuto cambiare le lenzuola. Quando sta per venirmi addosso, lo fermo. "Seb, io..." "Che c'è?" la sua grossa e bollente erezione preme contro la mia coscia, penso di essere diventata più rossa di un peperone ma non è colpa mia! "Io..."

**

Quando mi dice il problema, non rido perché la capisco. Per lei in effetti è la prima volta che le succedeva e capisco l'imbarazzo "Ma è normale. – le bacio l'elice dell'orecchio – e poi ho gradito molto perché vuol dire che sei talmente legata a me da essere in sintonia e quindi è successo. Ed è stato bello Inima mea. Molto bello..." le bacio al mascella, il collo facendoti sciogliere mentre mi sposto su di te, tra le tue cosce.

"Ti amo anche per questo Laura, per il tuo essere schietta, sincera, per questo tuo rossore genuino che mi fa impazzire giorno dopo giorno. Ti amo Inima mea. Te iubesc..."

Procida's jewels and...Onde as histórias ganham vida. Descobre agora