Procida's jewels and...

Sfilatini fragranti e... ciambelle al pistacchio (Extra XXXVI)

Era diventato un rito della mattina quello di prendere le ciambelle per la colazione dal forno di nonna Rosa, un'istituzione a Procida e quella mattina Tom non aveva mancato l'appuntamento.

Nonna Rosa era li da quattro generazioni, era gestita dalla nipote adesso, la signora Assunta. Quando Imma era incinta e aveva le voglie solo da nonna Rosa si potevano soddisfare. Dopo la serata trascorsa da soli senza i nostri figli, la colazione doveva essere speciale. Dopo aver presto le ciambelle predefinite dalla sua Imma, ripensò alla serata precedente e da come si era conclusa.

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Per il nostro anniversario, avevo messo una gonna lunga con i tacchi e una blusa che lasciava poco spazio all'immaginazione. Sono piccola di statura ma le gonne lunghe, se esaltate con le scarpe giuste, esaltano le figure. Abbiamo lasciato i gemelli dai miei e TJ da Laura, ama state con zio Seb. Tom scende la scala e da come cammina fa la sua sfilata, io ho un leggerissimo mancamento. Non mi abituerò mai a quanto sia bello, a quando io sia fortunata e soprattutto, sono gelosa ma lui mi è fedele. Gelosi entrambi ed entrambi innamorati.

Come riempie bene lui il completo elegante, nessuno. Nel suo metro e novanta la stoffa ricade sulle ampie spalle, la vita stretta, mi mordo il labbro penso a tutte le cose sconce che potrei fargli ma poi ricordo che abbiamo un tavolo prenotato al nostro ristorante preferito sul mare, prima il pesce e poi quello inglese.

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Prima di uscire di casa, afferro Imma per la vita facendola trasalire per poi baciarla. Mugola nella mia bocca afferrando il tessuto della giacca, un bacio tutte lingue e senza respiro alcuno. Quando decido di farla respirare, lei continua a tenersi a me evidentemente frastornata. "Io ho fame e tu?" "Molta..." "Sei bellissima Darling, andiamo altrimenti mangio te..." prevedo una serata di fuoco. Il nostro ristorante preferito si trova sul mare, con vista sulle altre isole, un cielo limpido e stellato. Una notte solo per noi.

Tutto a base di pesce. Oh Tom, quante volte stanotte griderai mio bel prof?

E sul pesce, ottimo vino. Non vorrai mica farmi ubriacare prof? Tanto sarò sveglia per il dopo cena, ce ne vuole per mettermi KO!

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Imma è sanguigna in ogni cosa che fa e quando mangia e come se stesse facendo l'amore con il cibo. Mangia di gusto, assapora ogni cosa e i suoi sguardi eloquenti mi fanno capire che dopo la notte sarà particolarmente bollente. Riusciremo ad arrivare a casa senza saltarci addosso?

Gli affari della Bottega vanno più che bene, ora è diventata il posto più ricercato dai turisti quando vengono a Procida, dato che è enoteca e bar. Sono così fiero di lei che si è realizzata nel lavoro, che abbia una sua autonomia e una vita slegata da quella con me. Che sia solo Imma.

"A noi mio bel prof..." "A noi e ad altri mille giorni. Eterni. Sempre insieme Darling..." sorride, sorrido di rimando e beviamo. Una serata frizzante.

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Io il vino lo tollero abbastanza e questa volta voglio che creda che sia un pelino brilla. Perché? Beh, voglio saltargli addosso quando meno se lo aspetta. Non credevo di dirlo ma dopo tutto questo tempo, dopo tre figli, dopo quello che abbiamo passato, ci amiamo più di prima. Come il primo giorno. Sempre.

E poi Tom, dove la trovi un'altra come me?

Torniamo a casa a piedi, l'aria è frizzante, l'odore del mare mi inebria i sensi come sempre. Amo il mare e non potrei vivere in nessun'altro posto. Il mare mi ricorda Tom, maschio, virile, indomito e senza freni. Sorrido tenendomi al suo braccio, si, sono felice.

Tom apre la porta e tengo i tacchi con una mano, barcollo leggermente "Stai bene Darling?" "Sì, quel vino era..." "Non mi dire che ti sei ubriacata? Non era tanto forte..." "Oh no non sono ubriaca prof, sono solo brilla e particolarmente accaldata..." cammino sfilandomi la gonna scalciandola via rimanendo in mutandine e blusa indecente, come direbbe Tom.