Quando Lana spezzò i pennelli e Chris dovette... (Extra XIX)

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New York. Notte.

"Chris... oh Chris..." era una settimana che il mio bel procuratore non mi dava tregua e mi faceva invocare il suo nome meglio delle giaculatorie in chiesa.

E lui mi lasciava ogni volta appagata e pienamente soddisfatta e ogni volta si alzava per prendersi cura della nostra piccola Grace. E mi sciolgo ogni volta. Un omone grande e grosso come lui con un esserino piccolo tra le braccia, Grace contro il petto del padre, avvolta nel suo braccio muscoloso. Si siede al mio fianco tenendola "Siete bellissimi..." "No, tu e lei lo siete Lan. È la gioia più bella che potessi mai avere questa, essere padre è un po' come essere un supereroe..." sorrido baciandogli la spalla e poi la bocca.

"Io avevo paura di non poterti dare un figlio e invece..." "E invece eccola qua – la piccola Grace mugugnò sbavocchiando sul petto di Chris – la mia principessa..." accarezzo la testolina di nostra figlia e bacio Chris. Andava tutto bene.

***

Essere genitore e riprendere a lavorare a pieno regime mi aveva fatto bene allo spirito, alla mente e al corpo. Sono procuratore generale e spesso molti casi arrivano dalle città vicino per essere dibattuti ed essere risolti. Quella mattina la mia segretaria aveva lasciato un fascicolo voluminoso sulla mai scrivania. Era il caso Rogen, un uomo politico invischiato in loschi traffici che la malavita locale. Quando lessi la firma del vice procuratore mi scappò un sorriso. Jenny Lynch era riuscita a fare carriera e adesso era la vice del procuratore di Brooklyn. Avrei dovuto lavorare con lei a stretto contatto, cosa che a Lana non avrebbe fatto piacere.

Ma è lavoro e Jenny è solo una vecchia amica del college.

**

Avevo ricominciato a lavorare da casa. Grace era ancora piccola e a me andava bene, l'ispirazione non mi mancava ed era Bello "parlare" con la mia bimba. Certo lei emetteva strani suoni per risposta ma ok, a me andava bene. Avevo una nuova mostra da organizzare e mancavano opere e altre cose. Avevo contatto anche i giovani artisti che avrebbero partecipato. Ero sempre disponibile ad aiutare nuovi artisti. Ero Lana Mosetti Evans, l'artista.

"Ti piace Gracie?" la piccola gorgoglia allegramente. "Sì, ti piace. Che dici, piacerà a papà?" altro gorgoglio di approvazione. Rido, ah Gracie sei la mia gioia.

**

Ufficio del procuratore Evans.

Firmo alcuni documenti e un leggero bussare alla mai porta "Avanti..." non alzo la testa, un profumo inonda le mie narici "Sempre indaffarato vero Evans?" sollevo al testa e sorrido quando al vedo. "Lynch..." lei sorride posando la sua borsa sulla sedia "E così sei diventato procuratore generale..." "Sono il migliore Jenny, lo sai..." "Oh lo so... lo sei sempre stato, anche al college avevi certi talenti..." faccio un mezzo sorriso "Pronta per fare il culo ai cattivi?" "Sempre pronta..."

*

Pov Jenny

Chris è ancora più bello di come me lo ricordavo. Anzi, è diventato più bello e noto la fede al dito. E figuriamoci se uno come lui non era sposato! Bello e impegnato. Che gran peccato! Beh, nessuno mi vieta di divertirmi un po' con lui. Al college abbiamo fatto faville, chissà se...

*

Jenny in tailleur nero, capelli raccolti e occhi blu. Sì, io lei siamo stati "qualcosa" tanto tempo fa ma poi io volevo di più, volevo diventare qualcuno e così... "Allora, iniziamo..."

***

È notte inoltrata quando Chris rientra a casa. Non mi preoccupo perché so che è normale che faccia tardi quando ha casi importanti da preparare. Mi aveva mandato un messaggio per dirmelo che avrebbe fatto tardi. Mi bacia e subito sento un profumo che non è suo su di lui "Tutto bene?" "Sì, giornata lunga, sono stanco morto..." saliamo in camera ma prima saluta Grace che dorme e vado a letto, dopo la doccia viene a sdraiarsi accanto a me. "E' un caso difficile?" "Abbastanza ma metteremo il cattivone dietro le sbarre..." sbadiglia addormentandosi subito.

Procida's jewels and...Where stories live. Discover now