Capitolo 68 Parte Quinta

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Gli allenamenti di basket si fanno sempre più intensi. Io e i miei compagni ci alleniamo ogni giorno per battere la squadra della scuola avversaria. Il coach ci spinge a dare il meglio di noi e così, passiamo ore ed ore ad allenarci sia in palestra che la mattina presto al parco. È da qualche settimana che non ho più tempo da dedicare a me stesso e a Kaelan. Non voglio che il nostro rapporto si deteriori, infondo l'ho appena ritrovato. Non avrei la forza di giocare se accadesse davvero ciò che più temo. 

«Metteteci più impegno con quel canestro!» Esclama il coach che sta fuori dalla linea che delimita il campo, risvegliandomi dai miei cupi pensieri. Con la palla in mano, sono di fronte al canestro. Prendo un respiro profondo e poi mi lascio andare, facendo rimbalzare il pallone più e più volte, dopo aver effettuato due salti in rapida sequenza sul posto, segnando il canestro con uno scatto deciso.   

«Non male Riley. Avanti il prossimo!» Fischia il fischietto e subito dopo, passa in azione il giocatore successivo e così via, fino al completamento dell'esercizio. «Bene, molto bene. Adesso vi concedo quindici minuti di pausa e dopo passiamo al gioco pesante». Sbuffo aria dal naso per riprendermi un po' e vado a sedermi su un posto libero, nelle prime tribune.

Prendo la mia bottiglia d'acqua e bevo come se non ci fosse un domani, cercando di riprendere i liquidi smaltiti e il fiato che mi manca. Dopo aver finito, la poso a terra e porto le mani nelle tasche della tuta. Oggi ho preso un biglietto per la partita di sabato, dal momento che ho deciso di darlo a Kaelan. Andremo insieme perché lo voglio vedere quì, seduto sugli spalti a fare il tifo per me. Sarò anche egoista, ma questo è uno dei miei tanti desideri, oltre a quello di vincere contro gli Shark Red. 

Sospiro forte, distogliendo lo sguardo da quel cartoncino per puntarlo sulle mie adidas sdrucite e logore per i troppi allenamenti. Spero tanto che accetti di venire. Lo voglio presente con tutto me stesso, proprio come dovrebbe essere un normale rapporto tra due fratelli di sangue. Stringo ancora tra le dita quell'unico biglietto acquistato. So già da molto tempo che mia madre non può esserci per i faticosissimi turni di notte al bar. 

All'inizio, cercavo sempre di tornare a casa prima per poi andare al locale e aspettarla fino alla fine del suo turno, che, inevitabilmente si prolungava sino alle quattro del mattino... Ma la aspettavo sempre per poter fare la strada del ritorno insieme. In seguito, durante una lite tra due ubriaconi, mi disse di non venire più lì e di aspettarla a casa, invece di chiudere gli occhi e iniziare a dormire con le braccia incrociate sullo scomodo bancone di legno. Inizialmente feci resistenza e poi dovetti rinunciare e acconsentire, per via degli allenamenti che si quadruplicarono, fino a diventare insostenibili... Così, a malincuore, dovetti darle ascolto ma avrei acconsentito solo se avesse accettato un compromesso: Doveva farsi accompagnare da qualcuno. La notte si sa, non è mai sicura per nessuno, soprattutto per una donna sola. 

Cercavo in tutti i modi di proteggerla ma lei, testarda come un mulo, non voleva mai che mi preoccupassi troppo; diceva sempre che era una donna adulta e che poteva benissimo cavarsela da sola. Voleva soltanto che m'impegnassi negli studi e su tutto ciò a cui tenevo, come il basket e da allora mi impegnai nell'unica cosa che mi riusciva meglio: la pallacanestro. 

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Where stories live. Discover now