Capitolo 54

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Penso di sapere dove posso trovarlo e accelero, correndo come un dannato verso quelle strade deserte a me tanto familiari

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Penso di sapere dove posso trovarlo e accelero, correndo come un dannato verso quelle strade deserte a me tanto familiari. Mi costringo a mantenere la giusta velocità anche se essa, mi sfugge di mano. Scorro veloce e poi, quando giungo al termine della corsa freno bruscamente sull'asfalto. Scendo e mi precipito a grandi passi nell'appartamento di mia madre.

Busso forsennatamente e quando lei apre, prova a capire cosa sia successo con una serie di domande a cui non rispondo. «Chad? Ma cos-» Non le do nemmeno il tempo di chiedere che la sorpasso girandole intorno. Spalanco ogni porta di ogni cazzo di stanza, quando, i miei occhi freddi e adirati si posano su di lui. Lo trovo intento a rifilare i suoi vestiti in una sacca. A quanto pare lo stronzetto stava pensando di fare i bagagli e scomparire. Peccato per lui che sia troppo tardi. «Non così in fretta! Sai, non pensavo che avresti provato a dartela a gambe però, devo dire che fai bene a desiderare di sparire perché non ho più voglia di provare pietà per te. Non te la meriti!» Incombo su di lui e con indicibile precisione, sgancio un pugno colpendolo alla mascella. Lo vedo barcollare all'indietro ma non gli do nemmeno il tempo di reagire che tutto ad un tratto gli sono addosso e stramazziamo per terra. Con impeto lo placco sotto di me, tenendolo fermo. Lui si agita cercando di colpirmi.

«Adesso chi è il debole eh?» Gli urlo in faccia. Kaelan non risponde ed io continuo ad alleviare il mio dolore, scatenandomi sul suo corpo. A malapena sento ciò che sta accadendo tutt'intorno poiché nella mia mente ogni rumore scompare nel frastuono della mia ira. Tutto diviene confuso ed il volto che colpisco ripetutamente si trasforma. Cambia forma e il ragazzo diventa uomo, assumendo le sembianze di quel pezzo di merda. I miei colpi diventano implacabili mentre le somiglianze si intensificano, sovrapponendosi tra loro.

Sbatto le palpebre ma l'immagine di quel viso non cambia, e, invariata, rimane lì stesa al suolo. Perdo completamente la percezione della realtà. Nella mia testa è lui quello che sto uccidendo a mazzate. Continuo a vederlo, l'uomo che ho odiato per tutta la vita. E tutta la rabbia che mi travolge, riesce a sfondare quel muro fatto di passato e presente. L'eco remoto si interseca con quello di stanotte e tremo di un odio viscerale e profondo.

Mia madre sentendoci, ci raggiunge. I suoi passi affrettati si fanno sempre più vicini ma io me ne frego. Non me ne importa un cazzo di niente! Sono impossibile da placare. Non posso fermarmi. I miei pugni colpiscono a ripetizione come se avessero vita propria ed io li lascio fare senza preoccuparmene affatto. Non m'importa se arrivo ad ucciderlo. Se lo merita. Per tutto il male che le ha fatto! Non doveva servirsi di lei per arrivare a me. 

No. Non posso perdonarlo. Non c'è perdono che tenga e istinto che regge.

Picchio forte sia per me stesso che per lei, la mia Helena. Faccio a pugni col sangue del mio stesso sangue marcio per rivendicarla dal male che le è stato inflitto contro il suo volere. Purtroppo, appartengo a questa famiglia, e so cosa vuol dire esserci davvero dentro. È come stare all'inferno dove il caos regna sovrano e nessuna serenità esiste al suo interno. Infondo, un inferno provvisto di pace non si è mai visto perché allora, non si chiamerebbe inferno se così non fosse. All'improvviso mi sento tirare da dietro. È mia madre che cerca in tutti i modi di separarci, ma sa bene che quando sono incazzato sono impossibile da placare. «Chad! Chad! Cosa diavolo ti prende? Lascia stare tuo fratello!» Esclama strattonandomi per la maglietta. Ma niente, sono irremovibile. 

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Where stories live. Discover now